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Ha di rubini in sì vermiglio umore

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Gabriello Chiabrera

XVII secolo Indice:Opere (Chiabrera).djvu Epitaffi Letteratura Ha di rubini in sì vermiglio umore Intestazione 12 giugno 2023 75% Da definire

Nè di quel che sì dolce Ischia matura Miro, che i lidi tutti or son nevosi
Questo testo fa parte della raccolta Le vendemmie di Parnaso


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XIII

Ha di rubini in sì vermiglio umore
     Bacco le grazie d’ogni grazia chiuse,
     Ed ogni grazia dell’Aonie Muse:
     lo l’arse labbra, e l’anelante core,
     5Or che il Sol fiammeggiando in alto poggia,
     Vo’ rinfrescar di così nobil pioggia;
     Poi vo’, che tuoni il Ciel di questa loggia,
     Ove tanto vi vidi occhi lucenti,
     Al rimbombar de’ miei focosi accenti.

XIV

Miro, che i lidi tutti or son nevosi,
     Ardi del bosco, e qui le fiamme accresci;
     Il selvoso Appennin fors’è lontano?
     E tu fra’ mosti per vigor famosi
     5Reca il fumoso di Sicilia, e mesci:
     È fuoco desïato il buon Vulcano;
     Ma pur è Bacco via più nobil foco,
     Perchè seco ha lo scherzo, e seco il gioco.

XV

Quest’ambrosia del ciel, che in terra vino
     Per uom s’appella, vien dal gran Vesevo,
     Caro, e da riverirsi peregrino:
     Col bicchier primo ogni tristezza obblio:
     5E se a lui torno, ed il secondo io bevo,
     Ratto, nè sa di che, ride il cor mio;
     E dove il terzo non tralascio addietro,
     Non ha, che io non le spezzi, arme il dolore:
     Deh chi tre volte dunque il nobil vetro
     10Men reca pieno, or che m’affligge Amore?

XVI

Di questa Greca vite il caldo orgoglio,
     Bacco, non pavento io, s’ei mi minaccia;
     E se m’annebbia il guardo, arde la faccia,
     E rigonfia le vene, io non men doglio:
     5Sol negli assalti suoi Bacco desio,
     Ch’ei nel mio petto non rinversi obblío.
     Bacco, di due begli occhi io pensar voglio.

XVII

In quel terso cristal profondo e largo
     Trovo io per ogni mal Lete, e letargo:
     Se dell’auro Trebbiano
     I Toschi fiaschi, o Gelopea, son vôti,
     5Versa del grande Ispano;
     Ma fa che d’Appennin gelo vi noti:
     E mentre il petto allagheronne, scuoti
     Le piume o Filli, che fur occhi d’Argo.

XVIII

Tutto infocato alberga
     Col gran Leon stellante
     Apollo, e fiammeggiante
     Riversa ardor dalle vellose terga.