I bambini delle diverse nazioni/I bambini di alcune colonie inglesi

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I bambini di alcune colonie inglesi

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I BAMBINI DI ALCUNE COLONIE INGLESI



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a vita che menano i bambini e le bambine nelle città del Canada è troppo simile alla vita dei piccoli inglesi, per dilungarmi molto a descriverla. Piuttosto parlerò dei bambini campagnuoli, la cui vita offre maggiori contrasti.

Il soggiorno nelle foreste vergini del Canada è ben diverso da quello che ci offrono le campagne coltivate dei paesi europei. È una vita cotesta molto dura, ma che ha i suoi vantaggi.

Quando una famiglia va a stabilirsi in quei boschi, deve prima di tutto costruirsi, bene o male, la propria abitazione con tronchi d’albero. Alla costruzione della casa prestano mano come possono, anche i bambini piccoli. Gli spazii fra un tronco e l’altro sono riempiti di argilla e di musco, e nelle stanze si fanno grandi caminetti e focolari, capaci di un gran fuoco. In faccia alla casa c’è, generalmente, un pozzo con una lunga pertica per tirar su la secchia, e la parte posteriore della casa serve di [p. 144 modifica]ragazzino per riporre il fieno o altre provvisioni. Un alveare, un forno costruito in pietra e una rozzissima cascina formano le attinenze della casa, e sono chiuse da uno steccato.

Le scuole, nei remoti distretti, sono spesso costruite pure in legno, e servono per i bambini e per le bambine. Nell’inverno la neve copre per settimane e settimane il terreno, e allora i bambini, i quali abitano a una certa distanza dalla scuola, ci vanno in islitta, ed è cosa bellissima di traversare le foreste canadiane nei giorni chiari d’inverno. Benchè il clima sia molto rigido, pure l’aria è cosi tranquilla, che il freddo pare meno pungente che altrove. I bambini portano delle pelli di bufalo o di altri animali per ripararsi dal rigore della temperatura; i cavalli corrono veloci sulla neve ghiacciata, e l’eco porta lontano il rumore delle loro sonagliere. Uno dei passatempi preferiti dagli abitanti del Canadà è quello di andare in islitta quando splende dolcemente la luna sulle foreste fatte bianche dalla neve. Nell’estate, i ragazzi del Canadà godono di molti divertimenti: i boschi sono pieni di frutta di ogni specie, che maturano in abbondanza, e vanno in comitiva a cogliere le fravole, a merendare nei boschi e poi tornano a casa carichi.

Vanno pure spesso a fare delle gite in canoa, che sono barche assai difficili a guidarsi, ma che i ragazzi sanno spingere con molta abilità, attraverso le più rapide correnti.

Ai figli dei coloni abitanti nei boschi del Canadà avvengono spesso strani casi, alcune volte anche pericolosi. Il racconto seguente è proprio vero.

Un giorno, un giovinetto era a caccia nella foresta. Nel passare accanto a un rovo di more sentì un fruscio fra le foglie. Credendo che fosse un orso o qualche altra fiera, [p. 145 modifica]pose il dito sul grilletto del fucile, e si avvicinò cautamente. Allora vide una manina scura allungata per chiappare un ramoscello di more, e subito dopo scorse una bambina. Essa aveva un aspetto da far pietà; il vestito era in brandelli, e il viso e le mani color noce e macchiate dal succo dei frutti salvatici; i capelli le pendevano Al Canadà in ciocche arruffate sugli occhi grandi e belli. Da principio pareva timida e paurosa, nè voleva accostarsi al cacciatore, ma egli la incoraggiò con gentili parole, e la bambina gli andò accanto. Da lei stessa egli seppe che s’era smarrita nel bosco mentre portava da desinare al padre. [p. 146 modifica]Non sapeva quanto tempo era trascorso da quel giorno, ma credeva che fosse circa una settimana. Il desinare del padre aveva servito a sfamarla per un paio di giorni; dopo, aveva vissuto di frutti salvatici. L’acqua non le era mancata, e aveva dormito al riparo di un grande albero caduto.

Una notte fu destata da un rumore e vide al lume di luna due grosse bestie. Confusa da quel destarsi improvviso, aveva creduto che quelle due bestie fossero le vacche di suo padre, e s’era messa a chiamarle per nome, ma non aveva udito i loro sonagli, perchè erano due orsi. Per un caso strano i due orsi invece di molestare la bimba, la guardarono per alcuni istanti in silenzio, ritti sulle zampe di dietro, e poi trottarono via.

Il giovine cacciatore si caricò sulle spalle la povera piccina smarrita, la portò alla casa più prossima dove ebbe festosa accoglienza e buon ristoro, e dal padrone di essa fu ricondotta ai genitori, che la cercavano invano da più giorni.

Gli abitanti del Canadà patinano mirabilmente, e nelle grandi città come Quebec e Toronto, si fanno spesso delle feste di notte sul ghiaccio. Il luogo scelto per patinare è illuminato con palloncini colorati; la musica suona e i patinatori si muovono a tempo di musica.


Gli australiani ricevono a scuola quasi lo stesso insegnamento dei loro compatriotti, che soggiornano in Inghilterra, come tutti gli altri inglesi, i quali hanno espatriato per fondare colonie.

In Australia la scuola ha la stessa durata che in Inghilterra: soltanto le ore di studio sono ripartite diversamente. C’è un riposo più lungo a mezzogiorno, qualche volta di più di due ore, e le lezioni continuano fino a più tardi [p. 147 modifica]nelle ore pomeridiane. Questo provvedimento è richiesto a cagione del caldo, che è forte da mezzodì alle due, ora nella quale si suol pranzare nelle colonie.

Vi sono delle scuole eccellenti nelle grandi città australiane. Ogni città importante ha una scuola superiore. Il corso degli studi è lo stesso che nelle scuole inglesi, ma ivi si dà minore importanza allo studio del francese e del tedesco, essendo meno necessario che in patria. In Australia ci sono pochi istitutori ed istitutrici, perchè tutti i ragazzi frequentano le scuole o sono alunni nei collegi. Le scuole sono ampie, comode e ariose, come richiede il clima, e vi sono annessi grandi pezzi di terreno, per correre e saltare. Alcuni d’essi sono circondati di folti alberi, dove i ragazzi sogliono andare a prendere il fresco anche nelle ore di scuola; e quando il caldo è soffocante, i maestri vanno a far lezione all’aria aperta, come usavano i filosofi e i maestri greci. I bambini e le bambine imparano indistintamente a montare a cavallo, e bisogna che doventino molto abili, perchè le strade sono pessime, e sbarrate spesso da alberi caduti.

Nelle cosidette stazioni, che sono grandi fattorie distanti dai centri popolati, dove si fa l’allevamento del bestiame, è più facile trovare istitutrici ed istitutori. Là si suole impiegare la mattinata studiando, e il dopo pranzo negli esercizi del corpo. Quei ragazzi imparano fino da piccini a dar la caccia ai canguro, agli opossum, alle anatre salvatiche ed ai pappagalli. Quei ragazzi studiano nei boschi la storia naturale, e si raccontano terribili avventure occorse a chi si è internato troppo nelle foreste. Gli indigeni sono feroci e attaccano le stazioni dove i loro sono stati maltrattati, e le armi da fuoco non servono a tenerli a distanza. Il bumerang in mano ad un indigeno doventa un’arma pericolosa. [p. 148 modifica]Esso consiste in un pezzo di legno stiacciato e ricurvo che brandisce descrivendo un circolo.

Le bambine australiane amano moltissimo i canguro e li addomesticano tanto, che essi saltellano liberi intorno alle loro case.

I serpenti abbondano nei boschi dell’Australia, ed i ragazzi danno loro la caccia e li riportano a casa infilati in un bastone, in trionfo.

Quel che s’è detto dei ragazzi australiani si può applicare anche ai piccoli abitatori della Nuova Zelanda e della Tasmania, le quali formano il gruppo delle colonie dell’Australia.


La vita di ragazzi nei remoti distretti della città del Capo di Buona Speranza e dell’Africa meridionale, somiglia a quella dei piccoli inglesi del Canadà; ma di molti divertimenti, tanto gustati da questi, non possono goderne i ragazzi in Africa per causa del clima.

Nelle fattorie dell’Africa meridionale ci sono molti servi negri i quali, se trattati bene, si affezionano ai piccoli padroni. Essi insegnano loro a pescare a cacciare, ed a guidare i buoi.


Nelle Indie gli inglesi sono come a casa loro, e quel paese, di cui la regina porta il titolo d’imperatrice, è una seconda patria per essi.

Anche là le famiglie costrette a vivervi o per impieghi o per traffici, tengono servi indigeni, i quali agitando grandi ventagli, rendono più tollerabile la temperatura soffocante delle stanze.

Anche nell’India ci sono scuole ordinate come in Inghilterra, e i ragazzi, che fatti adulti ritornano in patria, [p. 149 modifica]sono istruiti ed educati come i loro compatriotti, che non abbandonarono mai l’angusto pezzo di terra dove nacquero i loro antenati.

L’inglese ha un profondo sentimento della patria e della famiglia, ed è appunto quel sentimento, che lo spinge a ricostruirsi una patria ovunque va a tentare la fortuna, a guadagnarsi quel pane che non potrebbe fornirgli il suolo natìo. I bambini inglesi, nelle colonie, sono sempre a casa loro, e il giorno in cui essi, fatti adulti, tornano in patria, portandovi i denari acquistati e la loro attività, la patria li accoglie come una madre accoglierebbe i figli da cui s’è dovuta separare, e dei quali va superba per l’onore che le fanno.