Il Novellino/Parte quarta/Novella XXXVIII

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Novella XXXVIII - Antonio Moro innamorato de la moglie d'un marinaro con suttile inganno il marito medesimo lo conduce a godere con lei

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Novella XXXVIII - Antonio Moro innamorato de la moglie d'un marinaro con suttile inganno il marito medesimo lo conduce a godere con lei
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NOVELLA XXXVIII.




ARGOMENTO.


Antonio Moro innamorato de la moglie de un marinaro da lui medesimo sotto inganno se fa condurre a godere con lei, menala in barca e non conosciuta fa il marito con essa godere: pagane un disnare: il fatto se discopre: il marito si fugge per vergogna, e Antonio pubblico gode con la moglie.


AL MAGNIFICO ET EXCELLENTE MISSER ZORZI CONTARINO CONTE DE ZAFFO1.


ESORDIO.


Dopo che da li cieli o da nostri contrarii fati non ci fu con comune comodità concesso, nobilissimo mio misser Zorzi, li soavi frutti de la nostra alma e gioconda amicitia, come non dubito parimente desideravamo, gustare, ho preso per partito in alcuna parte a tanto mancamento satisfare; e ciò sarà lo mandarte de la presente facetissima novella, la quale, nelli ocii e delicie de tua amenissima patria dimorando, leggendola, te sarà cagione forse del tuo Masuccio e del nostro intiero amore recordare ed oltre ciò da qui copia restandone, sarà da’ posteri el tuo nome con lunga recordatione cognosciuto, come le toe singulari virtù d’assai maggiore premio sono digne. Vale.


NARRAZIONE.


Nella mirabile e potentissima città de Venezia [p. 400 modifica]poco tempo si fa che vi fu un gentiluomo d’antiqua e nobile famiglia, assai giovane e costumato e tutto pieno de piacevolezza, per nome detto Antonio Moro, il quale avendo qui nel Reame presa meco singolare amistà, tra gli altri nostri piacevoli ragionamenti me recontò per verissimo el sottoscritto caso essere a lui pontualmenie travenuto, il quale per rimembranza de la patria a te scrivendolo con li altri ti ho accompagnato. Dico adunque che questo Antonio un dì andando a diporto per Venezia con un suo compagno carissimo con una barchetta secondo la vostra usanza, e trascorrendo da un canale a un altro gli venne veduta una vaga e bella giovene, e forse fiorentina de Zara2, moglie d’un schiavone pescatore chiamato Marco de Cursola, il quale più volte era andato per marinaro de una gran nave, con la quale Antonio patronizzandola de molte acque avea solcate; e quella singularmente piaciutali, per non dare più lunga dimora al fatto, le mandò parlare per una pratica vecchia molto domestica de la giovene; a la quale non meno piacendo l'ambasciata che colui che gliela mandava el dì davanti le era piaciuto, senza volere tenere la cara messaggiera in longhe trame, rispose, dal canto suo lei essere apparecchiata a satisfarlo, ma le parea quasi impossibile che ciò avesse in alcuno atto possuto avere affetto, attento che el marito giammai de notte la lassava, ne de dì in casa lo averia possuto recevere per la contrata che era sì folta abitata che un uccello non vi averla possuto entrare che non fosse da molti stato veduto. Antonio intesa la volontà de la giovene, gli parve gran parte de la fatica essergli scema, e al resto subito [p. 401 modifica]gli occorse con un bel tratto provvedere: e d'ogni suo preso avviso fattane la giovene pienamente informare, quando tempo gli parve fece chiamare in casa Marco, e dopo che al modo solito lo ebbe accarizzato lo pregò che la sera con la sua barca il conducesse in un lato ove una gentile donna a donarli il suo amore l'aspettava. Marco che servirlo sommamente desiderava, subito rispose al chiesto servigio essere parato; e con tale ordine da lui partito, come notte fu, Marco cautamente serrato l’uscio a la moglie, se n'andò in casa d’Antonio; ed essendo già ora de partire, saliti in barca, con un remo al modo di là, il condusse nel canale dove gli avea ordinato, rente3 al quale la vecchia messaggiera abitava, che respondea a la contraposta parte de l’altro canale ove Marco la soa casa a pegione tenea, a la quale volendovi andare per acqua saria stato bisogno, togliendo una lunga volta, fare un gran camino, dove per terra per via de la casa de la vecchia e d’altre case, che Antonio i patroni avea contaminati, facilmente e presto vi poteva andare. E qui gionti, Marco mio, aspettame che io venerò prestissimo. E in casa de la vecchia intratosene, e da lei che già l’aspettava con festa raccolto, gli mostrò lo già trovato camino che dovea tenere; e in breve a l’uscio de la giovene condottosi, il quale ancora che de fortissimo serraglio provisto fosse, con certi ferretti che seco per respetto portava, quello da lui fu subito aperto, e con la giovene che lietamente l’attendeva trovatosi, diero al loro amore integro e piacevole compimento. E preso ogni dovuto ordine come aveano per lo innanzi da godere, per lo [p. 402 modifica]simile camino in barca se ritornò, ove Marco dormendo e senza alcuno sospetto l’aspettava; il quale destato e in barca ricevutolo, e verso casa drizzata la proda, el domandò se avea il suo volere fornito; al quale Antonio rispose: Maisì, e molto bene, e dicote, Marco mio, ch’io non me ricordo mai con veruna donna avere simile piacere preso, perchè oltra la sua gioventù e bellezza, me ha usata tanta piacevolezza che io non so come mi ho da lei possuto partire. Disse Marco: Io non dubito che voi con gran piacere site4 sorto in porto; e io ho qui aspettando più volte arborata la barca senza fare vela, avvisandove che pensando al piacere che Voi caro mio Missere con la donna vostra prendevate, sentiva in me svegliarsi li concupiscibili appetiti in maniera che più volte fui vicino di fare forza de remi e andare spacciatamente a darne una beccata a mia mogliera: e certo lo avrei fatto se non voi dicesti de tornare, e tornando e non trovandome, non meno de grandissimo scandalo ne averia possuto nascere. Antonio odendo tali parole, ancora che fosse fora de travaglio, ebbe non piccola paura del passato pericolo; e de continente pensò con un altro modo assai più piacevole del ricontato al dato inconveniente, possibile un’altra volta intravenire, reparare; e ridendo disse: Marco mio, io non sapeva che tu avessi moglie, che te arei detto che vi fossi andato, e a una terminata ora ne averiamo al prepostato loco ritrovati. Rispose Marco: Dunque voi non sapevate ch’io ho de questi dì tolta moglie, la quale è giovane e molto bella? Disse Antonio: Io non sapeva; ma le mogli per belle che siano se tengono per [p. 403 modifica]munizione de casa, che sempre che le vogliamo stanno a nostro piacere, e però si vole de continuo cercare de far nove prede; tuttavia dapoi che il fatto è andato per questa volta in tal maniera, se vada; ma domane a sera io spero portar meco in barca la mia amorosa con la sua compagna non meno bella de lei, la quale del certo sarà ottimo pasto per te. Marco tutto godente respose che lui era per gagliardamente receverla. E con questo gionsero a casa, e Marco lassato Antonio se ne tornò a la sua stanza, e con la moglie abbracciatose supplìo a quello che l’amante per la dubbiosa pressa avea mancato. Antonio la matina per tempo avvisata pienamente la giovene de quanto la venente notte intendeva de fare, alla solita ora remandò per Marco, il quale racconciata la barca con tappeti e panni de rasa5, e fatto un partimento verso la proda rechiuso a modo de tenda, entrorno in camino; e lassato Marco al solito loco, con dirli che subito torneria con le promesse madonne, a la giovene se n’andò, e al modo usato aperto, e con lei essendo, li disse el passato pericolo per lo quale lui voleva con lo provedimento li avea mandato a dire reparare; e spaccìatamente vestita una camera6 de seta che le aveva il dì passato mandata, velatasi in maniera che el marito per modo alcuno l’averia possuta cognoscere, col suo Antonio in barca se ne vennero. Marco vedendo una donna sola col suo missere, el domandò, ove fosse la sua; al quale Antonio respose: che per certa bona cagione non era per quella volta venuta; nondimeno io non voglio questa sera portare [p. 404 modifica]da te vantaggio alcuno, però che questa che ho meco menata andando per bonamano sarà bastevole anzi davanzo a te e a me; chè preso che averò il mio piacere, te ne farò quella parte che del certo te soperchierà dinanzi; e ancora ch’io non cognosca tua moglie, me persuado costei non essere meno bella giovene e polita de lei. Disse Marco: Io el credo, ma a me non pateria el core ponere mano alle cose vostre in alcuno modo. Rispose Antonio: Tu mi pari un altro: se a me non piacesse, non te lo arei offerto, ne tu presumeresti de farlo, e però apprestati che io vo’ tu el fazzi; e non te costerà altro che un disnare7 de pesce che farò a certi miei compagni per lo primo sabato che vene. Marco pur refutando l’invito, e Antonio per ogni modo volendo, a la fine pur vi si accordò, e promesse il chiesto disnare per aver parte de sua medesima mercanzia. E così lui sorta la barca, e presa l’arpa del suo messere, con nova melodia cominciò a sonare; e Antonio entratosene con la giovene dentro la capannetta a la soavità de tale musica ferono de’ più acconci balli trivisani. I quali forniti, chiamò Marco, e piano gli disse: Piglia omai la tua sorte8 de la nostra fatta preda, ma per mio amore te guarda de volerla cognoscere, però che lei è de onorevole famiglia, e con difflcultà grande a ciò la ho condotta con dargli a intendere che tu sei nepote del nostro doge. Respose Marco: Questo è il meno che io curo; io non ho da fare parentato con lei. E ciò detto andò molto volentieri, e trovatala tutta de soavi odori profumata, non curandosi del resto, né che lei con poco [p. 405 modifica]piacere il ricevesse, alla schiavonesca fornio il suo lavoro, e al suo missere ritornato disse: Io non ho possuto veder lo volto di colei, ma secondo l'altro ciò vi dico che me ha parso star con mia moglie, però che una medesima carne e fiato pare che abbiano; e però non solo el desnar del pesce, ma el resto de quanto tengo sta al vostro comando. E sopra de ciò fatta mirabil festa, Antonio ne ritornò la giovene onde tolta l’avea, con tante piacevoli risa che aveano Marco de montone fatto becco retornanare, che non si posseano in piedi tenere: e refermato tra loro quanto era bisogno per godere, Antonio se ne venne a Marco che lieto a maraveglia l’aspettava: e in casa condottosi, Marco a la moglie se ne ritornò, la quale turbatissima de sua lunga dimora mostrandose, non la possette per quella notte repacificare. Venuto il primiero Sabato, Marco in casa di Antonio ordinò lo onorevole disnare del pesce; al che Antonio per non avere tanta giocondità senza compagni, chiamati più soi amici e dell’inganno fattili consapevoli, con loro insieme se godettero dell’apprestato a spese di Marco disnare. I quali nella cena stando con nove maniere de piacevolezze motteggiando, ognuno da per sé e tutti insieme dissero e buttarono al povero Marco tanti motti e tanto chiari che se lui fosse stato un legno li avrebbe intesi: e ancora che ad Antonio dispiacesse, e tutto se avesse andato struggendo e con parole e con atti di fargli tacere, erano coloro sì dalla piacevolezza del fatto riscaldati che el doge non gli avrìa posto silenzio. El che Antonio cognoscendo Marco de mal talento ripieno verso la moglie, per avere el fatto ottimamente inteso, mandò [p. 406 modifica]subito per cauta via, e fè assentare la giovene: ove Marco ito in casa e non trovatala, dolente oltramodo, sgombrata la casa, a Cursola se ne venne, e la giovene col suo Antonio restatase godette la sua fiorita gioventù.


MASUCCIO.


Mirabili del certo sono le astutie e sottili partiti in pronto presi per li soavi amanti, e in maniera che secondo el mio vedere niuno provedimento o estrema guardia de gelosi mai basterà a repararci. E se così è, dubito che a ognuno bisognerà ponere la sua mercanzia a beneficio de fortuna, o vero nel togliere de moglie usare quello motto che usano li rozzi medici de villa quando vendono infra loro ricette che a sorte se la cavano da la manica, e dicono agl’infermi: Dio te la mandi bona, che altramente il grano andarà al macino. Ed io lassando il mondo come l’ho trovato, dimostrerò appresso a quanta infelicità e amore e fortuna doi poveretti amanti retornò.

  1. Nell’indice dell’ed. del 1492 è detto, Conte di Jaffa.
  2. Fiorentina di Zara, che voglia dire non so.
  3. rente al quale, lungo il quale.
  4. siete
  5. rascia
  6. camera, forse gamurra.
  7. disnare, come dicono i Veneziani.
  8. sorte, la parte che viene in sorte.