Il Re Torrismondo/Atto quarto/Scena sesta

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Atto quarto - Scena sesta

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SCENA SESTA

MESSAGGIERO, CORO, TORRISMONDO,
FRONTONE

MESSAGGIERO

Questa del nostro Re matura morte
Affrettar dee, non ritardar le nozze;
Perch’egli il giorno avanti a sè raccolse
E i duci di Norvegia, e i saggi, e i forti,
E lor pregò, ch’alla sua figlia Alvida
Serbassero la fede, e ’nsieme il regno,
Di cui fatta l’avea vivendo erede.
Talchè lo mio venir non fia dolente,
Ma lieto, o di piacer temprato almeno;

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Perocch’il bene al male oguor si mesce,
E ’l male al bene; e con sì varie tempre
Il dolore, e la gioja ancora è mista.
Ma dove fia la bella alta Regina,
Figlia della Fortuna, e figlia ancora
Del Re già morto? a cui l’amiche stelle
Or fan soggetti i duo possenti regni,
Che ’l spumante Ocean circonda, e bagna;
E ’l terzo, se vorrà, d’infesto, amico.
Imparerò da voi la nobil reggia
Del Re de’ Goti invitto, e dove alberghi
La sua Regina?

CORO

Ecco il sublime tetto:
Ella dentro dimora; e fuor si spazia
Il Re nostro Signore.

MESSAGGIERO

Siate sempre felice, e co’ felici,
O degnissimo Re d’alta Regina.

TORRISMONDO

E tu, che bene auguri, e ne sei degno,
Per buono augurio ancor. Ma sponi, e narra,
Qual cagion ti conduca, o che n’apporti?

MESSAGGIERO

Non rea novella a questo antico regno,
A quest’alta Regina, a queste nozze;
E buona a voi, cui tanto il Cielo arrise,

TORRISMONDO

Narrala.

MESSAGGIERO

Alla Regina io sono il messo.

TORRISMONDO

Quello, ch’a me si spone, a lei si narra,

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Perchè nulla è fra noi distinto, e scevro.

MESSAGGIERO

La Norvegia lo scettro a lei riserba.

TORRISMONDO

Perchè? non regna ancor il vecchio Araldo?

MESSAGGIERO

No certo; ma ’l sepolcro in sè l’asconde.

TORRISMONDO

È dunque Araldo morto?

MESSAGGIERO

Il vero udisti.

TORRISMONDO

L’uccise lungo, od improvviso assalto
Della morte crudel, che tutti ancide?

MESSAGGIERO

Tosto gli antichi corpi il male atterra.

TORRISMONDO

Ha ceduto a natura iniqua, e parca,
Che la vita mortal restringe e serra
Dentro brevi confini, e troppo angusti,
Quando è la vita assai minor del merto.

MESSAGGIERO

A lei suo corpo, a voi concede il regno.

FRONTONE

Signor, quest’è pur quello, ond’or si parla,
Che l’antica memoria ancor non perdo
De’ sembianti, e del nome.

TORRISMONDO

Ei giunge a tempo;
Ma riconosce ei te, se lui conosci?

FRONTONE

D’avermi visto ti rimembra unquanco?

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MESSAGGIERO

Non mi ricordo.

FRONTONE

Io ridurrollo a mente,
E di quel che non sa, farollo accorto;
E ben so ch’ora il sa. Sovvienti, amico,
D’aver con quattro legni un legno preso,
Che del mar trapassava il dubbio varco,
Ed a’ lidi di Gotia, in Occidente
Conversi, rivolgea l’eccelsa poppa,
Avendo i Dani, e i lor Paesi a fronte?
Io fui preso in quel legno: or mi conosci?

MESSAGGIERO

Si cangia spesso la fortuna, e ’l tempo;
E spesso alta cagion di nostre colpe
Stata è l’avara, e la maligna sorte.

FRONTONE

Ma che facesti della nobil preda,
Della vergine dico?… è muto, o morto…
Non sai ch’abbiama il tuo fratel non lunge?
Egli parli in tua vece, o tu ragiona.

MESSAGGIERO

Delle cose passate il Fato accusa.
Fu quella colpa sua, ma nostro il merto,
Ch’alla vergine diè sì nobil padre.

TORRISMONDO

Oimè, ch’io tardi intendo, e troppo intendo,
E di conoscer troppo ancor pavento.
Ma ’l conoscer innanzi empio destino
È sollazzo nel male. Or tu racconta
Il ver, qualunque sia, ch’alta mercede
Suol ritrovare il ver, non che perdono.

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MESSAGGIERO

Diedi la verginella al Re dolente
Per la sua morta figlia, e die’ conforto,
Che temprasse il suo lutto, e ’l suo dolore.
Sicchè figlia si fè la cara ancella,
Che di Rosmonda poi, chiamata Alvida
Fu col nome dell’altra, ed or s’appella.
L’istoria a pochi è nota, a molti ascosa.

TORRISMONDO

Oimè, che troppo alfin si scopre! ahi lasso!
Qual ritrovo, o ricerco altro consiglio?