Il Santuario della Madonna del Sasso/Capitolo II

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Capitolo II

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Capitolo II.


Descrizione della Chiesa.


L’Oratorio della Madonna del Sasso ha la figura di croce greca: la sua lunghezza dalla porta principale all’altar maggiore è di metri 27,40; la larghezza è nella crociata metri 13,80; nella corsia metri 6,70. Il presbiterio, cui si accede per tre gradini, è terminato nel prospetto da una tribuna che comprende l’altar maggiore, e che nella sua cupoletta contiene un affresco di Paolo Sarti, fiorentino, rappresentante l’Assunzione di Maria SS. L’arco che separa la corsia dalla crociata posa su due gran pilastri con capitelli alla greca, architrave, fregio e cornice, la quale ricorre per impostatura della volta della parte inferiore dell’Oratorio. Nel centro di questa volta è un affresco, lavoro pur esso del già nominato Paolo Sarti, rappresentante l’apparizione di Maria SS. alle due pastorelle. Nelle formelle che circondano il quadro di detto affresco sono effigiate a chiaroscuro la Fede, la Speranza, la Carità e l’Umiltà.

Danno l’adito all’Oratorio tre porte, una nella facciata, munita di paravento con sportelli a cristalli, e rispondente sotto il loggiato esterno, l’altre nei due lati della crociata, rispondenti nei due corridoi, che son [p. 12 modifica]paralleli alla corsia dell’Oratorio, e che pure vanno a far capo sotto il loggiato.

Sono in questa chiesa sette altari, compresovi l’altar maggiore, o altare della Madonna. Questo è d’ordine dorico, con colonne staccate e con varii ornamenti: la mensa è di marmo, e nel mezzo del prospetto ha un ovato, chiuso da grata di ferro, donde scorgesi il sasso sopra del quale si assise la SS. Vergine quando comparve alle due guardianelle. In mezzo alle colonne dello stesso altare è posto il tabernacolo d’argento (sostituito in questi ultimi tempi all’antico, come poi diremo) dentro cui conservasi la tanto miracolosa immagine di Maria SS. In questa pittura, delle figure che sono presso la Madonna, una rappresenta S. Giovan Battista, l’altra il martire S. Lorenzo. La piccola figura poi che sta in atto di adorazione davanti alla Madonna, credesi che sia il pittore, o meglio la persona che ordinò la pittura, come si rileverebbe dall’essere in abito signorile, e dall’avere appeso al petto un ordine. Sopra il capo della Vergine e del Bambino Gesù, che ella tiene in braccio, sono due corone d’oro; una d’argento sul tabernacolo, e più in alto un baldacchino dorato. Alcune vetrine, contenenti buona quantità di voti d’oro e di argento, stanno attorno al tabernacolo; ai lati due statuette d’angeli nella loro nicchia, messi in adorazione; e al di sotto, dei bassorilievi che figurano alcuni misteri della vita di Maria SS.

Di contro ai lati dell’altare, e precisamente presso agli angoli della tribuna, due porte ornate di modinature danno accesso alla sagrestia: e sopra ciascuna una formella centinata contiene un bassorilievo in pietra tinta a stucco, l’un de’ quali rappresenta un Ecce Homo, l’altro la Vergine Addolorata. Per una di queste porte che mettono in sagrestia, per quella cioè in cornu Evangelii, si ha l’accesso alla scala del sotterraneo, ove trovasi il luogo preciso di dove fu staccato il sasso che abbiamo detto vedersi al disotto dell’altare. Quel sotterraneo, che [p. 13 modifica]12

fu già ridotto a cappella, contiene un’altare con nicchia avente una SS. Concezione in terra cotta della fabbrica Ginori, e per concessione di Monsignor Vicario di Fiesole del dì 20 maggio 1840, porta appesi alle pareti i quadri della Via Crucis.

Degli altri sei altari, tutti di pietra tinta a stucco, e d’ordine composito, il primo a destra, venendo per la porta maggiore, ha un quadro rappresentante S. Isidoro. 11 secondo, parimente a destra, ha nella sua tela effigiato un crocifisso con S. Matteo e S. Stefano. Il terzo, che rimane nella crociata, di contro alla porta dei crocifissi (detta così perchè nel vestibolo, cui dà l'accesso, si depositano i crocifissi dalle compagnie che vengono a far la visita), ha un quadro grande in cui son figurati S. Donato e la Madonna, ed un altro piccolo con S. Filomena. Il quarto, pure nella crociata dalla parte opposta del precedente, e precisamente in faccia all’altra porta detta del campanile (perchè per essa si ha l'accesso all’ andito che al campanile conduce), ha una statua di stucco rappresentante S. Sebastiano. Il quinto, che resta nella corsia di faccia al secondo che abbiamo superiormente descritto, ha nella sua tela effigiata la Madonna del Carmine. Il sesto ed ultimo, che resta verso la porta maggiore, di contro al primo già descritto, ha nel suo quadro rappresentato il Transito di S. Giuseppe. I quadri di questi altari sono stati eseguiti da abili dipintori.

In quest’Oratorio sono pure sei confessionari, quattro dei quali internati nel muro, adorni di buona architettura; il pulpito, che resta a destra framezzo i due altari; i quadretti della Via Crucis appesi in giro alle pareti, e la cantoria con organo a 20 registri, la quale resta sopra la porta maggiore, ed alla quale si accede dal quartiere del custode. Presso la detta porta, ed innanzi di giungere a’primi altari, s’incontrano due sepolcri, l’uno in faccia dell’altro, già fatti erigere dalla

nobil famiglia Guadagni. Sono questi architettati di fi[p. 14 modifica]

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nissima pietra, con urna, iscrizione lapidaria, formelle e stemma di quella illustre famiglia, con i suoi festoni emblematici, tutti di varii pregiabili marmi. Quello a destra di chi entra in chiesa porta la seguente iscrizione:

PETRI ANTONII GUADAGNII FRANCISCI F. INGENTIS ANIMAE MORTALES EXUVIAS AETERNITATI SERVAT HAEC URNA TOGAE FASCES CLAMYDES GENTILITIAE FUERUNT ILLI CALCAR AD GLORIAM NON STIMULUS AD TUMOREM QUIPPE IN IPSO MODERATIO VISA PROPEMODUM NATURA EST ERUDITUS IN PAUCIS BIBLIQTHECAM INSTRUXIT LIBRORUM NON UNA REFERTAM MYRIADE AD URBANUM VIII. PON. MAX. PRO FERDINANDO II. MAGNO AETRURIAE DUCE EXTRAORDINARIA FUNCTUS LEGATIONE ET PRINCIPUM AMORES ET CIVIUM RETULIT PLAUSUS QUINQUAGENARIUS EXPLETA MORTALITATE III. KAL. APRILIS MDCXXXII. IN TUTELARIS DEIPARAE TEMPLO QUOD FAUSTIS OLIVERII PROAVI AUSPICIIS INCOEPTUM OLIM FUERAT A. D. MXD. IMMORTALITATEM OPPERITURUS HUMARI VOLUIT



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Quello a sinistra va fregiato della iscrizione che segue:

QUI AMBULAT IN JUSTITIA IN EXCELSIS HABITABIT ET IN MUNIMENTIS SAXORUM THOMAS GUADAGNIUS FRANCISCI F. SENATOR AMPLISSIMUS FLORENTINUS PIETATIS ET THEMIDIS CALCATA SEMITA SECURITATIS QUIESCIT IN SAXO RELIGIOSO ILLE IN DEIPARAM STUDIO HUMATA HIC ANNA MARIA DILECTISSIMA FILIA QUAM TRIMULAM SUPERI REPETIERE SUIS HANC PONI CINERIBUS SEDEM AEDESQUE RESTITUI TESTAMENTO MANDAVIT SEPTUAGENARIAM ANIMAM JAM SATIS MATURAM COELO COELUM SIBI VINDICAVIT VI. NON. MART. MDCLII. FRANCISCUS VIERIUS PET. ANTONIUS ET DONATUS MARIA TEMPLO DOMOQUE EXORNATIS INTER LACRIMAS ET LILIA PATRI OPTIMO MONUMENTUM POSUERUNT

Ai lati dell’Oratorio si distendono que’ due corridoi o vestiboli che abbiamo nominato più sopra, l’uno detto de’crocifissi, l’altro del campanile, le cui porte corrispondono sotto il loggiato esteriore, ch’è volto a mezzogiorno. Sì questo che l’altro loggiato volto ad occidente sono sostenuti da colonne di pietra d’ordine dorico, e costrutti a volta. Sopra quello che guarda ad occidente, e resta sul lato sinistro, è il quartiere del custode e degli Operai: sull’altro parecchie stanze per comodo del [p. 16 modifica]

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le compagnie e bifolcate che ogni anno di t empo in tempo intervengono con numeroso popolo al Santuario. Sotto questo loggiato sgorga pure una fontana d’acqua potabile, con gran pila. Davanti alla chiesa è un prato, che, atteso lo scoscendimento del luogo, vien sostenuto da un grosso muraglione, e più sotto da altri muri, che a grado a grado sostengono il terreno, coltivato a orto per il custode e nel quale va a posare il rifiuto dell’acqua della fontana. In fondo al loggiato della fonte si eleva un vasto fabbricato il quale comprende: l.° Un decente quartiere edificato nel 1703, e composto di sei stanze che servivano di abitazione al cappellano, il quale quotidianamente, e più specialmente le feste, doveva celebrare nell’Oratorio la S. Messa, oltre quella del custode; e che ora manca. 2.° Varie stanze, stanzoni, cucine, ec., per comodo delle numerose compagnie e bifolcate che si portano alla visita del Santuario. Una porzione di quest’ultimo fabbricato fu edificata nell’anno 1815; l’altra negli anni 1841 e 1842.