Il Tesoro (Latini)/Illustrazioni al Libro V/Capitolo LIII

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Capitolo LIII

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Brunetto Latini - Il Tesoro (XIII secolo)
Traduzione dalla lingua d'oïl di Bono Giamboni (XIII secolo)
Capitolo LIII
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È vfi’() il iiiiuaiijimtu prodigioso di colore di

questo l’ettile, da Linneo ascritto al genere lacerta. indigeno dei paesi caldi. Milne Edwars negli Annales (les sciences naturelles, gennaio, 1834, pubblicò una dotta memoria su questo argomento.

Capitolo LIII.

Il capitolo è tratto dal XLMI di Solino, e da Palladio, Martius, XIII.

La scorretta lezione fu migliorata col riscontro di questi brani di Solino, ristampati anche dal Carrer: «Alexandri magni equus, Bucephalns dictus, sive de aspectus torvitate, sive etc.... qunm ab equario suo alias etiam molliter sederetur, accepte regio strati!, neminem iimquam alium praeter dominum vehere dignatus est. Quum praelio Antiochus Galalas subegisset, Centaretri nomine ducis, qui in acie ceciderat equum ovaturus insiluit. Isque adeo sprevit lupatos, ut de industria curvatus, ruina et se et equitem pariter affligeret.. Regem Scytharum quum singulari certamine interemptum adversarium victor spoliare vellet ab equo ejus calcibus morsuque lari iatus est.»

Il capitolo è pure illustrato da questi brani di Palladio, (Copiati dal Sorio. «Colores hi praecipui, badins, aureus, albineus, russeus, murteus, cervinus, gilbus, scutiilatus. alims. guttatus, candidissimus. ni ilOA’.

pl’CSSUS.» [p. 317 modifica]

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«Meritum ut sit audax animo, pedibus alacris,

trementibus membris, quod est iudicium fortitudinis, quique ex summa quiete facile comitetur, vel excitata festinatione non difficile teneatur.»

La IVase i)-’iiienHbus Hicuthris, d;i liruiK’ti.o Tu tividotta: /s7 sa fwrc csf as nu’mìtrrs crnlìans fi liu’iiihlaìis. 11 iii. Ambritsiniio xoliii: K nwinbri i:ri)llanti. Bono (jlfroiassò!

Ancora sul ( ’aJitol») IlII.

Postilla del vSorio.

«11 Volgurizzameuto antico toscano di Palladio, così: I colori son questi. specialmente ne’ cavalli; bado, ovvero abiueo (così la stampa 1810: correggi, baio, aureo, albineo colla Crusca), roseo, mirteo, cervino, gilbo, scutolato, bianco, gocciolato, bianchissimo, nero i)resso, vario ( la Crusca mal ne cavò il pressorario, non colore, ma error di lezione), cioè il nero colore mischiato con colore albino, o vero col badio ( e qua la Crusca lesse calbadio, e ne trasse il colore ralba/iio, ed astrologa venire dal latino galblnPAis) canuto con qualunque colore etc. Il colore pressocario registrasi anche nel Porcellini del Furlanetto alla voce Pressìis: art. 19. È un onoro attinto dalla Crìisca, e si dee levamelo.»