Il più lungo giorno/III (In una grotta di porcellana)
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Come le cateratte del Niagara
Canta ride svaria ferrea la sinfonia
Feconda urgente verso l'aperto mare
Canta il tuo canto o Genova
III
In una grotta di porcellana
Sorbendo caffè levantino
Guardavo dall'invetriata la folla salire veloce
Di tra le femmine sfingee, eguali statue porgenti
I frutti del mare e del suolo con rauche grida cadenti
Su la bilancia immota.
Io ti ricordo ancora io ti rivedo imperiale
Sopra l'erta tumultuante
Verso la porta disserrata
Contro l'azzurro serale:
Fantastica di trofei
Mitici tra torri nude al sereno
A te per l'erta aggrappata d'intorno
La febbre de la vita
Pristina: e per i vichi lubrici de i fanali, il canto
Instornellato de le prostitute
E dal fondo il vento del mar senza posa
⁂
Tra i palazzi marini infra dei bianchi
Miti inscenati dal palpito rosso
Dei fanali sull'ombra illanguidita,
Nel vento di preludio alto dal mare
Ricchissimo accampato in mezzo a l'ombra
Io me n'andavo ne la sera ambigua
Vagando ad incerte venture
Cullato dagli occhi benevoli
De le Chimere nei cieli
Quando
Melodiosamente in alto sale
Ventoso sorse dal mare dal mare la Visione di Grazia
Ne la vicenda infaticabile
De le nuvole e de le stelle dentro del cielo serale
Su dal vico marino tra i fanali
Apparso il dolce suo viso languente
E A me l'ignota melodiosamente
E bianca lieve e dolce e querula salì
⁂
(pianissimo)
(Quando melodiosamente in alto sale
A me un'ignota melodiosamente
E bianca e dolce e querula salì.)
⁂
Quando: attonita faticosamente
L'eco lontana rise: un irreale
Riso. Mi volsi: intorno
Lucea la sera ambigua
Del palpito battuto
Dei fanali nell'ombra:
Lontani rumori franavano
Dentro silenzi solenni.
Stetti, se ancor dal mare l'irreale