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La bbriscola

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Giuseppe Gioachino Belli

1847 Indice:Sonetti romaneschi V.djvu sonetti letteratura La bbriscola Intestazione 30 aprile 2025 75% Da definire

Un fischio d'aria La passata ar momoriale
Questo testo fa parte della raccolta Sonetti romaneschi/Sonetti del 1847 e 1849

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LA BBRISCOLA.[1]

     Sette de coppe? Ammazza,[2] Margherita. —
Nun posso. — Passa un carico.[3] — D’uetta.[4]
Ma ddunque in mano cosa ciai? puzzetta? —
Cosa ciò! cciò una briscola vistita.[5]

     E nemmanco pòi mette una miggnétta?[6]
Ôh, inzomma io vado lisscio,[7] ecco finita. —
E accusì avemo perzo la partita. —
Cosa te sciò da fà co’ sta disdetta? —

     Sù, mmostràmo le carte.[8] Eh, un bèr tesoro!
Un fante! Ebbè? che tté ne fai, sorella?[9]
Ciànno asso, tre e rre:[10] sso’ ttutte lòro.

     E sséguita a ddurà la svenarella![11]
A bbaiocc’a bbaiocco, pe’ ddio d’oro,
Ggià sso’ ar papetto.[12] È una gran porca jjella![13]

27 febbraio 1847.

Note

  1. [In quattro e, come la chiamano i Toscani, chiacchierina.]
  2. [Superalo. E, s’intende, che cosi questo ammazzare (il quale s’usa in tal senso anche in Toscana), come ogn’altro vocabolo e modo adoperati nel presente sonetto, appartengono tutti al linguaggio tecnico della briscola. Sonetto maraviglioso, vorrei aggiungere, se non fossi sicuro di far torto a troppi altri.]
  3. [Un pezzo grosso, cioè un asso o un tre.]
  4. [D’uvetta. E vuol dire, con dispetto, che non ce l’ha.]
  5. [Cioè: “figurata.„]
  6. [Una briscolina.]
  7. [Gioco una carta che non vale nulla, e non fa nè caldo nè freddo.]
  8. [Perchè all’ultima mano i due compagni si mostrano vicendevolmente le carte.]
  9. [Qui vale: “cara mia, amica mia, ecc.„]
  10. [Cioè, le briscole più grosse, sicchè il fante resta ammazzato.]
  11. [Il dover pagare poco per volta, ma continuamente.]
  12. [Il papetto, poco più della lira nostra, si divideva in venti baiocchi.]
  13. [Disgrazia ostinata.]