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La cavalleria italiana e le sue riforme/Reclutamento

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Reclutamento.


La scelta delle reclute per la cavalleria è cosa della massima importanza, e perciò da farsi col maggior criterio e colla più seria attenzione da parte delle commissioni assegnatrici1.

La taglia e la forza fisica degli uomini, ottime certamente, non bastano ancora per costituire una buona cavalleria. Bisogna che la recluta sia abituata sin dall’infanzia all’uso del cavallo; e quest’abitudine non si trova dapertutto; ma soltanto nelle provincie che hanno razze, tra coloro che hanno allevato, custodito o avvicinato cavalli.

Se da questa classe di persone si coscrivesse il contingente della cavalleria, avremmo allora uomini che già saprebbero i primi elementi che costituiscono un buon cavaliere, e quanto non impareranno mai coloro, che, eletti a caso in un reggimento di cavalleria, non si trovarono mai prima a contatto con un cavallo.

I nostri antichi, da quei grandi maestri di guerra ch’erano, eleggevano gli uomini alle varie armi secondo la loro attitudine; ed è così che i loro eserciti non eran prima raccolti, [p. 28 modifica]che già avevan soldati formati a guerra. Essi però non avevano commissioni; ma affidavano il deletto della legione al suo principal tribuno, — tanta era l’importanza che v’annettevano2!

Noi, — mi sento gridare — non siamo com’essi (pur troppo!) e facciamo le cose in altro modo3. — Entrate per un istante ove risiede ragunata in consiglio una commissione assegnatrice ed osservate.....

Un uffizial generale, per lo più di fanteria, n’è il presidente. — Gli altri membri, son capitani d’ogni arma; comandati, già s’intende, per anzianità: — capaci o no, poco monta; gli tocca per obbligo di servizio, e tanto basta4.

Ciascuno vi va colle proprie idee e pregiudizi. Alcuni vorrebbero pur eleggere i giovani secondo la loro attitudine, ma son pochi, non sempre vi capitano, e molte volte neppur lo potrebbero. Altri invece, e sono i più, d’altro non si curano che d’averli alti e belli, per dirvi poi rientrando al corpo, non già: — quest’anno avremo gente adatta all’arma nostra; — no; ma — che bei giovani che v’ho mandato, neh?...

Ecco ora il sistema che regola l’elezione, ed il criterio che dirige la scelta.

Sul contingente d’ogni provincia se ne destina un certo numero per ogni arma, e l’ordine della scelta va per [p. 29 modifica]precedenza di corpo. — Prima vengono i carabinieri, poi il genio, indi l’artiglieria, appresso la cavalleria, i bersaglieri, ed in ultimo — ch’è quanto dire ciò che non servì agli altri, — al nerbo dell’esercito; alla fanteria!

Dopo la scelta dei corpi che precedono, se tra i coscritti che restano non ve n’è pel numero dato, adatto a cavalleria, non importa; fissata la cifra, deve raggiungersi comunque sia. — Il letto di Procuste agguaglia tutti!.... Se invece ve ne fossero ad esuberanza, allora la scelta cade tra i più prestanti e belli; e il resto che avrebbe compensato la deficienza d’altre provincie, e avrebbe pur formato cavalieri gagliardi e strenui, è forza che s’adatti a piegar gli omeri al villoso zaino.

Nè questo è tutto; chè molte volte anche la taglia legale s’aggiunge a togliervi i migliori, ed ecco alcuni tra gli episodi a cui s’assiste.

Si presenta un buttero della maremma toscana, agile, robusto; che fin dall’infanzia corse galoppando le maremmane pianure; gli mancano due millimetri al minimum della taglia fissata..... S’assegni alla fanteria....

Capita poco dopo un fra’ torzone da convento, cui la tonaca di San Francesco non potè celare alla coscrizione; — ha taglia legale, tarchiate spalle, largo petto, robuste membra, come tutti gli esseri di quella specie..... Nulla osta, s’elegga in cavalleria.....

È vero che potrà essere buon soldato; ma è anche vero che non sarà mai così buon cavaliere come il maremmano, che si è ricusato per due millimetri.

Ecco, com’è poi tanto frequente il caso di veder presso di noi il cavallaro, il postiglione, il guardiano; gente tutta che ha condotto e avvicinato cavalli, descritta nelle matricole della fanteria; mentre in quelle di cavalleria, vi leggiamo registrati i mestieri più sedentarii e persino il frate5!

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Una diuturna esperienza ci dimostra, come questi uomini non s’affezionano mai al cavallo, che sempre avvicinano con timore, e lo tengono in conto del maggior nimico: — nimico che temono; non montano e non custodiscono, che per obbedire alla disciplina ed evitare un castigo.

Questi uomini sono troppo formati a 20 anni per cominciare allora gli esercizi equestri, e, salvo rare eccezioni, generalmente cavalcano malissimo, e sono la principale rovina dei nostri cavalli: — sono essi che li rendono duri alla mano, restii, caparbi, ombrosi, e vi scompigliano talvolta un intiero squadrone.

E difatti come sperare di render flessibili a quella età uomini che passaron tutta la vita a scardassar la lana, a legar libri, ad aggiustare orologi, a sbiascicar preghiere?.... Come ispirar loro la passione del cavallo e dell’equitazione, e renderli familiari a tutti i raffinamenti dell’istruzione individuale?

Oggi che gli affronti parziali di pattuglie e distaccamenti sono più frequenti, l’istruzione che richieggono, rende indispensabile consultare le attitudini locali nel ripartire gli uomini alle varie armi6.

L’utilità della cavalleria non dovendo essere sagrificata dalla cattiva scelta de’ suoi coscritti, bisogna primieramente proscrivervi l’ammissione di tutti coloro che non appartengono a provincie che hanno razze, o che non possono provare che per due anni almeno abbiano condotto e avvicinato cavalli; — quindi, che in quelle provincie, la preferenza della scelta in numero illimitato, l’abbia la cavalleria; e talvolta, in via [p. 31 modifica]eccezionale, si possa anche passar sopra a qualche millimetro che potesse mancare alla taglia legale, quando vi concorressero tutti gli altri elementi.

Note

  1. Mai veruno esercito ha fatto profitto alcuno nel tempo della guerra, il cui elettore non ha avuto diritto giudicio nella elezione de’ novelli soldati... Laonde è mestieri che i novelli sieno eletti con grandissima diligenza da uomini grandi ed espertissimi. — Vegezio. Regole militari, Lib. 1, cap. VII.
         Ricordiamoli che tolga uomini atti,... e piuttosto ne scriva manco qualcuno. — Macchiavelli, Provvisioni militari. Lettera ottava 5 maggio 1506.
  2. Ma se saranno deputati a eleggere i novelli soldati uomini pratici e prudentissimi, si potrà senza dubbio ragunar prestamente un buon esercito sufficiente alla guerra. — Vegezio, Regole militari. Lib. 2, cap. XVIII.
  3. La differenza delle armi, quelle di combattere, quella dei costumi e degli usi, non impedisce all’uomo di genio di ricavare dalla disciplina degli antichi, delle regole che si potrebbero applicare alla disciplina nostra, e che certo le converrebbero assai più di molti usi stranieri successivamente adottati ed abrogali. — Studii sulle istituzioni militari di Vegezio.
  4. Il nervo ed il fondamento del regno e del nome Romano consistono nella prima elezione dei soldati. Nè in alcuno che giudichi quest’ufficio leggieri, e doversi commettere per tutto e ad ognuno... — Vegezio, lib. 4, cap. VII.
  5. Non è raro il caso di trovare in molti reggimenti di cavalleria individui descritti di professione, frate cappuccino o in carriera ecclesiastica, provenienti per lo più dalle provincie meridionali e dalla Sicilia.
  6. Presso gli antichi, gli abitanti delle città e delle pianure componevano la fanteria pesante; i ricchi o quelli a cui la fortuna permetteva mantener cavalli si riunivano in corpi di cavalleria, i pastori o cacciatori di montagna formavano la fanteria leggiera.
         Questo modo di reclutamento così saviamente combinato dovrebbe presiedere alla formazione del nostro esercito.