La fruttaroletta

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Giuseppe Gioachino Belli

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Er galoppino Er passaporto
Questo testo fa parte della raccolta Sonetti romaneschi/Sonetti del 1833

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LA FRUTTAROLETTA

     Pe’ mmé ssò stufa1 de stà2 ssur cantone
A ccosce3 callaroste e ccallalesse.
Eppoi, cqua sse pò ddì,4 ppe’ cche interresse?
Sfiatasse5 un anno pe’ abbuscà un testone!6

     Ôh, ssi7 Ddio me provede, in concrusione
Vojjo mette8 un telaro, e annà in calesse.
Ccusì, cquanno me cricca9 de stà a ttesse10
Ciò11 er capitale mio: nun ho rraggione?

     Eppoi, ’na donna ch’abbi12 er zu’ telaro
E ssappi13 tesse la su’ bbrava tela,
Nun è ppiù mmejjo d’un callarostaro?

     Eppoi, questo dich’io: s’io sò de vela14
In cammio15 d’un mestiere a ffanne16 un paro,
Chi mme lo po inibbì?17 vvenno18 le mela.

27 ottobre 1833

Note

  1. Per me sono annoiata, stanca.
  2. Di stare.
  3. Cuocere.
  4. Si può dire.
  5. Sfiatarsi.
  6. Testone: moneta d’argento di tre paoli.
  7. Se.
  8. Mettere.
  9. Mi aggarba: mi salta il baco.
  10. Di stare a tessere.
  11. Ci ho.
  12. Che abbia.
  13. Sappia.
  14. Sono di vela: ho desiderio.
  15. Cambio, vece.
  16. Farne.
  17. Proibire.
  18. Vendo.