Le odi e i frammenti (Pindaro)/Frammenti/Prosodii

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Prosodii

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Pindaro - Le odi e i frammenti (518 a.C. / 438 a.C.)
Traduzione di Ettore Romagnoli (1927)
Prosodii
Frammenti - Ditirambi Frammenti - Partenii
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PROSODII

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I prosodii accompagnavarno i cortei che si avvicinavano ai templi ed agli altari. Erano composti in ritmo di marcia, e accompagnati, in origine dalle cetere, e poi dai flauti, che meglio servivano a segnare il passo. Eumèlo di Corinto, fu, secondo la tradizione, il primo autore di prosodii: Bacchilide e Pindaro i grandi maestri. Dal prosodio si sviluppò la pàrodos, il canto d’ingresso del coro tragico nell’orchestra.

I

I due brani che seguono, e che, secondo ogni probabilità, appartennero alla medesima composizione, e questa un partenio, sono riportati, il primo da Filone (De Corrupt. mundi), e il secondo da Strabone (X, 485). Del loro carattere ho già discorso (pag. 260, vol. I). Appartengono ai piú luminosi brani della poesia pindarica.


PER DELO


Strofe

Salute, o rampollo allignato
per opra dei Numi,
carissimo ai figli

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di Latona dai riccioli molli,
o immobil prodigio
dell’ampio universo,
cui gli uomini chiamano Delo,
e i Numi d’Olimpo
astro lontano raggiante
della cerulea terra.

· · · · · · · · · · ·
Errava da prima,

rapita dai flutti, dall’urto
dei venti molteplici;
ma quando la figlia di Còo,
nell’ultime doglie
furente vi giunse,
quattro colonne diritte
dalle radici terrestri
sursero, sopra adamàntini plinti,
e sui capitelli
la roccia sostennero.
E quivi, sgravata,
mirò la beata sua prole.


II

È riportato dallo scoliaste ai «Cavalieri» d’Aristofane (v. 1263). Per una induzione da un luogo di Pausania, si è creduto di poterlo identificare con un canto composto da Pindaro in onore di Afaia, divinità (forse Artemide) onorata dagli Egineti in un tempio famoso, sul monte di Giove panelleno. A prosodii appartenevano forse anche i frammenti che aggiungo (92-93 Christ), e che nella edizione del Puech sono compresi tra i frammenti varii (18). [p. 249 modifica]


PER AFAIA


Che v’ha di piú bello,
d’ogni rito al principio ed al termine,
che cantare Latona e la vergine
che sospinge i corsieri veloci?


TIFONE


Tutto attorno lo avvolge,
legame terribile, l'Etna.

· · · · · · · · · · ·
Tu sol fra i Celesti,

Tifone dai cento cerèbri,
o Giove, fra gli Àrimi
un giorno abbattesti.