Le odi di Orazio/Libro primo/XII

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Libro primo
XII

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Quinto Orazio Flacco - Odi (I secolo a.C.)
Traduzione dal latino di Mario Rapisardi (1883)
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XII.


Qual savio, qual eroe su cetra o acuta
    Tibia tu prendi a celebrare, o Clio,
    Ovver qual nume, onde scherzosa il nome
            4Eco ricanti

Là d’Elicona in tra le piagge ombrose
    O al Pindo in cima o sopra il gelid’Emo,
    Onde seguiron facili il vocale
            8Orfeo le selve?

[Il qual per arte della madre i fiumi
    Rapidi e i venti celeri indugiava,
    E traea dolce co’ canori accordi
            12Le querci intente.]

Che dirò prima delle usate al Padre
    Laudi? Ei le cose umane e degli Dei,
    Egli le terre, il mare e a varie ’l mondo
            16Ore governa.

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Sì che di lui maggior nulla mai nasce,
    Nulla conforme a lui vive o secondo:
    Sola gli onori occupò a lui vicini
            20Pallade audace

Ne le battaglie. Nè te fia ch’io taccia,
    O Libero, nè te, vergin nemica
    Di crude belve, e te, Febo, di strali
            24Certi tremendo.

E dirò Alcide e i figli anco di Leda,
    L’un su’ cavalli a vincer chiaro, l’altro
    Ne le pugne; onde appena a’ nocchier l’astro
            28Candido brilla,

Giù da li scogli il torbido umor corre,
    Cadono i venti, fuggono le nubi,
    E l’onda irata sovra il mar, volenti
            32Gli Dei, si corca.

Romolo dopo lor primo, o il quíeto
    Memore regno di Pompilio o i biechi
    Tarquinj fasci o forse di Catone
            36La nobil morte?

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[Ridirò grato con camena insigne
  Regolo e i Scauri e al superante Peno
  Prodigatore dell’anima grande
      40Paolo e Fabricio:

Al quale e a Curio dagl’incolti crini
  Utile in guerra ed a Cammil fu scuola
  Povertà fiera e con ristretto lare
      44Podere avito.]

Come occulta col tempo arbore, il nome
  Di Marcel cresce; fra le stelle tutte
  Giulio risplende, quale in fra’ minori
      48Fuochi la luna.

Padre e custode dell’umana gente,
  Saturnio figlio, a te diedero i fati
  Del gran Cesar la cura, a te secondo
      52Cesare regni!

Egli, o che i Parti al Lazio imminenti
  Domati tragga nel giusto trionfo,
  O dalle plaghe d’Oriente i Seri
      56Soggetti e gl’Indi,

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A te minore, equo il vasto orbe ei regga;
  Col grave carro tu squassa l’Olimpo,
  Tu ne’ polluti boschi le nemiche
      60Folgori manda.