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Lettera al cardinale Domenico Svampa (Roma 1905)

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Papa Pio X

1905 Indice:Lettera al cardinale Domenico Svampa (Roma 1905).djvu Documenti della Chiesa cattolica Cristianesimo Lettera di sua santità papa Pio X all'eminentissimo signor cardinale Domenico Svampa arcivescovo di Bologna Intestazione 3 ottobre 2022 100% Da definire

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LETTERA

DI SUA SANTITÀ PAPA PIO X

ALL’EMINENTISSIMO SIGNOR CARDINALE

ARCIVESCOVO DI BOLOGNA

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Signor Cardinale,


a lettera circolare del 28 Luglio 1904, diretta dall’Eminentissimo Signor Cardinale Nostro Segretario di Stato ai Reverendissimi Ordinarî d’Italia, stabiliva con tanta precisione le Nostre prescrizioni specialmente riguardo i Comitati Cattolici e l’azione popolare cristiana, che anche i meno eruditi negli elementi del Catechismo avrebbero dovuto intendere, che non si può avere azione cattolica di vero nome senza la immediata dipendenza dai Vescovi.

Ma, come nel campo della parabola evangelica, anche in quello dell’azione cattolica già da qualche tempo venne soprasseminata la zizzania, che cresce e soffoca l’eletto grano; e questo non per opera di aperti nemici, ma di quelli stessi, che si professano e si vantano di essere cattolici.

E tali sono i così detti Democratici cristiani autonomi, che per desiderio di una libertà male intesa mostrano col fatto di scuotere ogni disciplina; aspirano a novità pericolose, che la Chiesa non può approvare; si atteggiano a con[p. 4 modifica]tegno autorevole per imporsi, giudicare e criticare ogni cosa, e arrivano al punto di chiamarsi pronti a piegare dinanzi alla infallibilità, ma non all’obbedienza.

Che se si volessero argomenti a provare che cotali pel logico svolgimento dei loro principî si sono fatti esplicitamente ribelli all’autorità della Chiesa, lo dimostra quanto asseriscono nei loro convegni dichiarandosi indipendenti, quanto pubblicano sui loro giornali e periodici propugnando la loro opera e giustificando la loro condotta; quando finalmente alle solenni proibizioni di venerandi Prelati rispondono o coll’asserire che tali proibizioni non riguardano la loro società e le loro persone, o col proclamare, che il Papa ed i Vescovi hanno sì il diritto di giudicare delle cose spettanti alla fede ed alla morale, ma non quello di dirigere l’azione sociale; e quindi essi si tengono liberi di progredire nel loro lavoro.

Ci duole poi nell’animo di sapere ascritti a questa Democrazia autonoma tanti poveri giovani, che davano le migliori speranze, ai quali vorremmo dire col più compassionevole affetto: Guardatevi, perchè siete tratti in inganno da chi vi circuisce colle lusinghe, vi assorda coi discorsi e non si fa scrupolo di condurvi per una via, che vi porta a rovina.

E non possiamo fare a meno di manifestare il Nostro immenso rammarico leggendo Giornali e Periodici, che pur dicendosi cattolici, non solo censurano i forti richiami dei Vescovi, che giustamente condannano i democratici auto[p. 5 modifica]nomi, ma ardiscono di vilipendere colle più ingiuriose insinuazioni coloro, che lo Spirito Santo pose a reggere la sua Chiesa. Colpa questa nefanda, che dimostra da quale spirito gli scrittori sieno animati!

Ora, siccome si è già annunziato che in questo mese sarà tenuto in cotesta città un Congresso, in cui i democratici autonomi prenderanno le più importanti deliberazioni per proclamare altamente la loro indipendenza, crediamo necessario di dirigere a Lei, Signor Cardinale, questa lettera scritta tutta di Nostro pugno.

1.° Per protestare altamente contro le subdole affermazioni, che il Papa non ha parlato, che il Papa approva, e che, se pur qualche volta desso fa dei richiami, questi gli sono imposti da altri.

2.° Per dichiarare che tutti quelli, che non a parole, ma coi fatti vogliono dimostrarsi veri cattolici non dovranno prender parte a tale congresso;

3.° Che molto meno potranno parteciparvi i Sacerdoti, anche per non provocare quelle pene canoniche, che con dolore, ma siamo risoluti di infliggere ai disobbedienti;

4.° Finalmente per ricordare la grave responsabilità che si assumono tutti coloro, che in qualunque modo propugnano questa associazione, che porta nella vera azione cattolica il disordine, e reca tanto danno ai poveri giovani, i quali, esposti a mille altri pericoli, hanno tanto bisogno di essere fermi senza malintesi nei principî cattolici. [p. 6 modifica]

Speriamo, che questa Nostra lamentanza, che Ella potrà far pubblica, chiami a seria riflessione e a resipiscenza i colpevoli, e frattanto impartiamo a Lei Signor Cardinale, con effusione di cuore l’Apostolica Benedizione.

Dal Vaticano il 1° Marzo 1905.

PIVS PP. X