Lezioni di analisi matematica/Capitolo 10/Paragrafo 68

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Capitolo 10 - Formole di Mac-Laurin e di Taylor

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§ 68. — Formole di Mac-Laurin e di Taylor.


Se dunque poniamo entro il cerchio di convergenza

sarà

[p. 211 modifica]Ponendo , ne deduciamo

;   ;   ;   ;   .....

.....; ecc.


ossia: ;   ;   ;   .....;   ;   ecc.

Quindi:

(4)     


Cioè:

Se è una funzione definita da una serie di potenze della x, tale serie di potenze è la serie (4).

Questo celebre teorema si chiama teorema di Mac-Laurin. Esso costituisce, tra l'altro, il punto di partenza del calcolo infinitesimale per le funzioni di variabile complessa. (Cfr. il teorema citato in nota al § 66, pag. 209.).

Una prima conseguenza molto importante è che, se una funzione è sviluppabile in serie di potenze, questa serie è certo il secondo membro di (4); cioè due serie differenti di potenze della non possono avere la stessa somma .

Uno studio affatto analogo si può compiere per le funzioni definite da una serie di potenze della variabile (), cioè da una serie

(5)     

Si troverebbe anche qui un cerchio di convergenza, il quale però ha per centro il punto , anzichè il punto . Si troverenne pure che la (5) è derivabile termine a termine, cosicchè la (5) coincide con

(6)     

La (6) ha il nome di serie di Taylor. Del resto la (6) si deduce dalla (4), ponendo al posto della z.

Come caso estremamente particolare della serie di potenze noi abbiamo i polinomi di grado . Ad essi è dunque applicabile il nostro risultato: essi sono, cioè, sviluppabili in serie (6): anzi in tal serie saranno naturalmente nulli i [p. 212 modifica]coefficienti dei termini di grado superiore ad . Ciò che si può verificare, osservando che un polinomio di grado ha nulle tutte le derivate di ordine superiore ad . per ogni polinomio di grado vale dunque (posto ) la:

(7)     

.


il lettore verifichi direttamente che (7) è un'identità, viluppando i singoli termini del secondo membro con la formola del binomio.