) Nel paragrafo precedente abbiamo dato, partendo da alcune formole di calcolo differenziale, metodi che in qualche caso particolare servono a calcolare gli integrali di una funzione continua. Ma poichè ogni funzione continua possiede integrali, sorge spontanea la domanda: Come si calcolano, almeno approssimativamente, gli integrali di una funzione continua, al calcolo di quali non bastino i metodi esposti nei precedenti paragrafi? L'importanza di questa domanda si rileva tosto, apena si ricordi che anche l'integrazione di una funzione razionale richiede la risoluzione di un'equazione algebrica; che noi sappiamo costruire un calcolo spesso ben lungo; anche se si vuole soltanto una piccola approssimazione. Di più si noti che quando, p. es., diciamo che e asseriamo perchoò che sappiamo integrare , ciò è dovuto soltanto al fatto che nelle tavole logaritmiche hanno per l'integrale <math<\frac{1}{x} dx</math>.
Varii sono i metodi a tal fine, e di essi noi parleremo anche in altri capitoli. Per ora parleremo soltanto del metodo che ricorre agli sviluppi in serie . Il teorema su cui si basa tale procedimento è il seguente:
) Se nell'intervallo finito (a, b) la serie di funzioni continue
è totalmente convergente, allora (per ) lo esiste ed è uguale proprio alla sere degli integrali
(2)
[p. 265modifica]Didivederemo la dimostrazione in 3 parti:
1° La serie (2) converge. Infatti, se è il massimo di , la nostra ipotesi equivale a questa che la serie converge. Dalla segue (§ 74, pag. 243) che
;
dunque la serie (2) converge assolutamente, perchè così avviene della , ottenuta moltiplicando per la serie convergente .
2° La serie (2) è un integrale indefinito di . Infatti la serie (1), ottenuta derivando (2) termine a termine, è totalmente convergente, e pertanto (§ 65, pag. 206) è la derivata di (2); cioè (2) è un integrale indefinito di .
3° La (2) vale proprio . Essendo
, è .
Ora, ponendo in (2), i termini di (2) si annullano. Pertanto ; e quindi . c. d. d.1
Si deduce tosto la seguente osservazione notevolissima. Se una funzione non si sa integrare coi metodi da noi svolti, ma se si sa sviluppare in una serie totalmente convergente, i cui termini hanno integrali noti p facilmente calcolabili, allora si può avere un valore approssimato di , calcolando la somma degli integrali dei primi termini della serie considerare, se <math<n</math> è abbastanza grande. Nei casi più comuni basta lo sviluppo in serie di taylor. E si noti che a pag. 218 e seg. proprio con questo metodo abbiamo trovato le serie così comode per calcolare numericamente le funzioni
Voglio calcolare il tempo impiegato da un pendolo che oscilla attorno nel passare dalla posizione alla posizioneFig. 31. simmetrica di rispetto alla verticale .
Detto l'angolo di una retta con , questo angolo durante l'oscillazione varierà da un minimo di ad un massimo (fig. 31), Posto la forza viva del pendolo, quando esso si trova in , è data da , se la massa vale , e indica il tempo. Questa forza viva è uguale al lavoro
eseguito dal pendolo nel passare dal piano orizzontale a cui appartiene al piano orizzontale cui appartiene ( costante di gravità). Quindi:
Se è così piccolo da poter tener conto del solo primo termine, si trova la formola classica .
Nel caso generale invece è
Qual è p. es. l'errore commesso se non supera l'angolo di gradi, quando si tenga conto del solo primo termine?
Note
↑Non vale un teorema analogo per integrali indefiniti; e ciò, perché le costanti arbitrarie che figurano nell'integrale indefinito di ogni termine di (1) potrebbero esser scelte in modo che la serie sia divergente.