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Li moccoletti der 37

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Giuseppe Gioachino Belli

1837 Indice:Sonetti romaneschi V.djvu corone di sonetti letteratura Li moccoletti der 37 Intestazione 26 marzo 2024 100% Da definire

La mammana in faccenne L'appiggionante servizziose
Questo testo fa parte della raccolta Sonetti romaneschi/Sonetti del 1837

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LI MOCCOLETTI DER 37.[1]

1.

     Ebbè, appena passati li cavalli,[2]
Dovunque s’accenneva moccoletti
Una carca[3] de marri[4] e ppasticcetti[5]
De carièra curreveno a ffischialli.

     Da le bbotteghe in zù ffino a li tetti,
Guai chi nun vòrze[6] subbito smorzalli!
Sassate a le perziane e a li cristalli,
Che ffioccaveno ggiù ccom’e cconfetti.

     Cacciòrno[7] le carrozze a bbastonate,
Serròrno[7] porte, sfassciòrno[7] lampioni...
Me pareveno furie scatenate.

     E li cherubbiggnéri[8] e li dragoni?
Co’ le loro guainelle[9] sfoderate
Ce fescero la parte de c.......

8 febbraio 1837.


Note

  1. [“Il Governo pontificio aveva notizie di polizia, che nella primavera di quest’anno i Faziosi avrebbero tentato una sommossa in Italia. Quindi giudicò opportuno di proibire nel carnevale l’uso delle maschere. Vedendo poscia che ciò era dispiaciuto a molti, e d’altronde la tranquillità pubblica non era in alcun modo minacciata, permise che nell’ultima sera vi fosse la consueta festa de’ moccoletti. Consiste questa nell’accendere per la lunga e larga contrada denominata il Corso una quantità immensa di moccolini, che poi con chiasso, per lo spazio di un’ora, scherzevolmente e reciprocamente si smorzano e si riaccendono. Alcuni giovinastri, indispettiti della proibizione delle maschere (e forse mossi da’ Faziosi), si accordarono per impedire che alcuno accendesse i moccolini e così non avesse luogo il permesso divertimento. Difatti con fischiate, schiamazzi e qualche sassata riuscirono a fare smorzare i primi che si accesero, e ad impedire che se ne accendessero altri. Il trambusto, che da principio era lieve, crebbe quindi ad un grado minaccevole alla tranquillità pubblica. Ma scorsa l’ora prefissa, la Truppa che era disposta per il buon ordine dissipò i tumultuanti, e la calma fu ristabilita. Furono quindi arrestati e puniti alcuni autori o esecutori di quello sconcerto.„ Coppi, Annali d’Italia; tom. VIII (Roma, 1851); pag, 343-44.]
  2. [I cavalli della corsa (barberi), che si faceva sull’imbrunire, e dopo la quale, l’ultima sera di carnevale, si accendevano i moccoletti.]
  3. Calca.
  4. Popolani.
  5. Cittadini eleganti.
  6. Volle.
  7. 7,0 7,1 7,2 Cacciarono, serrarono, sfasciarono.
  8. Carabinieri, milizia di polizia succeduta ai gendarmi del Governo francese.
  9. Spade, sciabole ecc. [Ma guainelle, propriamente, son le "carubbe,„ che infatti sembrano piccole guaine.]
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2.

     Ma ssi[1] lo dìco io, ma ssi[1] lo dico
Che cquarche gghetto[2] aveva da succede.
E ssi[1] cqua sse[3] va avanti su sto piede,
Nun ce n’ha da restà manco un cinìco.[4]

     Eppuro,[5] sce[6] scommetto ch’a l’amico[7]
Nun j’hanno detto un c....[8] com’aggnéde;[9]
E llui se ne sta a ccasa in bona fede,
Credenno tutto com’ar tempo antico.

      Io vedde,[10] usscenno dar Gesù,[11] una strisscia
De paìni[12] c’annava tarroccanno,
E ffesce[13] tra de mé: cqua nun è llisscia.

     Nun avé da capì sti preti zzoccoli
Che, llevate le mmaschere, pe’ st’anno
S’aveva da levà ppuro[14] li moccoli!

8 febbraio 1837.


Note

  1. 1,0 1,1 1,2 Se.
  2. Tumulto.
  3. Si.
  4. Neppure un briciolo.
  5. Eppure.
  6. Ci.
  7. Al Papa.
  8. Affatto.
  9. Come andò.
  10. Vidi.
  11. Verso sera, ne’ giorni di carnevale, è in quella od altre chiese solenne esposizione della eucaristia.
  12. Cittadini in abito non plebeo. [V. la nota 5 del sonetto: La Tirnità ecc., 31 marzo 36.]
  13. Dissi.
  14. Pure.