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Manuale teorico-pratico per la coltivazione della vigna latina/II/III

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Quarto anno della vite e primo a frutto

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CAPITOLO III.

Quarto anno della vite, e primo anno fruttifero.


100. — Questo è l'anno nel quale si comincia a prendere il frutto delle fatiche fatte e dei denari spesi per la piantagione della vigna. Conviene [p. 40 modifica]però fare una nuova spesa, che in gran parte dovrete rinnovare in ogni anno successivo, e cioè la provvista della canna e del vinco, delle quali canne ve ne occorreranno tante, quante sono le viti nel primo anno, e successivamente meno, potendosi adoperare per le corte quelle che teneste lunghe nel passato. Dovete poi eseguire le necessarie riparazioni al filo e all’armato.

101. — Per prima cosa, con singolare avvertenzaFig. 8. e nei modi suggeriti (94), si rimettono le viti mancanti per avvenuto deperimento, servendosi di quelle poste a serbo nel primo anno, le quali, avanzandone ancora, si toglieranno via dalla vigna per collocarle in un luogo qualunque, all’uopo preparato.

102. — Si procederà in appresso all’operazione della potatura, e, come nell’anno scorso, verrà essa divisa in due epoche (90, 91).

103. — Nella prima, che avviene quando ancora il succhio non si è posto in moto, e cioè nel mese di marzo, netterete le viti dai viticchi e da tutto il seccume affinchè i due tralci allevati nell’anno passato restino belli e lisci (fig. 8).

104. — Scalzerete quindi nel pedale il terreno per togliere le importune radici nate sotto il colletto (14).

105. — Ora, prima che vi dica cosa abbiate a fare dei due tralci nati l’anno scorso, e che oggi [p. 41 modifica]vi presentano due bei capi di vite, conviene che sappiate, che l'uno di essi è destinato a dare i pampini che produrranno il frutto in questo quarto anno di età, e prende perciò il nome di capo a frutto.

106. — L’altro, invece, è destinato a produrre due pampini, non per dar frutto, ma perchè costituisca per l'anno venturo altri due tralci simili a quelli che abbiamo oggi, per cui prende il nome di capo a legno.

107. — Per ragione fisiologica, la pianta in posizione diritta e verticale facilita il movimento del succhio, e quindi favorisce l’accrescimento e l’allungamento del legno. All’incontro, col piegare all'ingiù i rami della pianta, il succhio rallenta il movimento, si elabora meglio, e si dispone a dare maggiore sostanza nel frutto (16, 17).

108. — Conviene pertanto tener dritto il capo a legno, perchè una tale posizione faciliti l’accrescimento del legno, e curvo e piegato il capo a frutto per favorire la formazione del frutto. In ciò sta veramente riposto il magistero della potatura della vite e la parte essenziale della sua coltura.

109. — Preferite sempre pel capo a frutto quello fra i due tralci che è situato più alto sul ceppo, e dolcemente piegatelo all’ingiù, in un senso eguale e simmetrico con le piante vicine, fermandolo ad una canna fuori di terra 60 centimetri, dieci centimetri più alta del filo di ferro, fissa in terra e raccomandata allo stesso filo.

110. — Altra canna alta come i fittoli che [p. 42 modifica]sostengono il filo, e cioè metri 1,20 dal suolo, posta presso il ceppo della vite, dovrà reggere verticalmente i pampini che a suo tempo sorgeranno dal capo a legno, e frattanto il detto capo a legno ad essa resterà fermo ed obbligato.

111. — Alla seconda epoca della potatura, che dovrà succedere, come si disse, quando la vite avrà finito di piangere, e cioè circa il fine di aprile o ai primi di maggio, al capo a legno, che è destinato a produrre per l’anno venturo due tralci simili a quelli che abbiamo oggi, conviene lasciare due gemme.

All’incontro, al capo a frutto, che trovasi già abbassato e piegato, per questo primo anno io non lascerei che due sole gemme, riserbandomi più tardi, o meglio nella potatura verde, come si vedrà in seguito, toglierne una quando si scorgesse che due fossero di soverchio aggravio a questa tenera pianticella.

Con due colpi pertanto dati maestrevolmente (19) ai due tralci sarà compita la potatura.

112. — Ogni vite deve formare un sol tutto col suo sistema d’ornamento, e quindi bisognerà stringerla bene e solidamente alle canne. A tal uopo è buono il vinco, o la corteccia del gelso che si prepara l’anno innanzi, sia pure essiccata, potendosi rammollire nell’acqua. Per le legature leggiere sono eccellenti anche le ginestre.

113. — Avendo legato strettamente il ceppo presso terra alla canna più lunga, terrete allacciati alla stessa i pampini che spunteranno dalle [p. 43 modifica]due gemme del capo a legno. E così appoggerete al filo di ferro gli altri pampini che emetteranno le gemme del capo a frutto.

114. — Il taglio e la posizione data ai due tralci, il pensiero di provvedere con eguale sollecitudine al frutto dell’anno che corre, come a quello dell'anno venturo, prende il nome di sistema razionale, perchè asseconda mirabilmente lo svolgimento della pianta su cui viene applicato, dirigendo le funzioni organiche della medesima al conseguimento del maggiore frutto (fig. 9).

Fig. 9.

115. — Che se io non do, come molti altri, a questo processo il nome di sistema Guyot, egli è perchè lo stesso Guyot, con quella sincerità e modestia propria degli uomini superiori, confessa non esserne l’inventore. E ben ha ragione, inquantochè accorciando, specialmente il capo a frutto, il sistema si accosta, all'antica vigna latina, che viene tutt'ora praticata in Aquila, come ce lo dice il De-Blasis, ed anche in quella nobile provincia di strenui viticultori, cioè nel Monferrato. [p. 44 modifica]

116. — Non si può dubitare che il sistema razionale, oltre ad essere di facilissima applicazione, non sia basato sui dettami della scienza.

Vi avverto solo, che qualora aveste a ridurre una vecchia vigna al sistema razionale, non vi lasciate scoraggiare se nel primo anno la vite sarà povera di uva, essendo che, solo in seguito, essa prenderà lena per fruttificare.

117. — Per non interrompere la descrizione della potatura della vite, sospesi indicarvi i lavori da farsi sul terreno in marzo.

Ora però torno indietro, e vi avverto che, dopo il primo taglio, devesi al solito vangar bene e pulire meglio la vigna dalle erbe che nell’inverno vi fossero cresciute. In seguito poi eseguirete tutti quei lavori, che particolarmente vi verranno indicati nella Parte terza risguardanti anche il taglio verde (123, 124, 125, 126, 127, 128, 129, 136 al 156).