Memorie storiche della città e marchesato di Ceva/Capo XXXIII - Seconda soppressione della Collegiata.

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Capo XXXIII - Seconda soppressione della Collegiata.

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Capo XXXII - Ripristinazione della Collegiata. Capo XXXIV - Di S. Maria del Castello, ossia antico Duomo di Ceva.
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CAPO XXXIII.


Seconda soppressione della Collegiata.


Riavutasi quest’antica Collegiata dal colpo mortale che le fece per tanti anni menar una vita così precaria, qual si fu quella della soppressione francese, dovette dopo trentatre anni di nuova esistenza, riceverne un altro più terribile ancora, da cui forse non potrà riaversi più mai.

La Legge delli 29 maggio 1855, proposta dal Ministro Urbano Rattazzi, discussa tempestosamente nella Camera ed [p. 187 modifica]in Senato, modificata dall’emendamento Desambrois, e sanzionata dal Re Vittorio Emmanuele II, fu quella che per la seconda volta venne a colpir questo decoroso stabilimento con l’articolo che segue:

« Art. 2° Cessano parimenti di esistere come enti morali a fronte della legge civile i capitoli delle chiese collegiate, ad eccezione di quelle aventi cura d’anime, od esistenti nelle città la cui popolazione oltrepassa ventimila abitanti. »

Questa legge venne a colpirla nel massimo vigore di sua esistenza. Non fu forse mai sì compiuta di numero e sì rispettabile pei membri di cui era composta, i nomi dei quali meritano di essere tramandati alla posterità come quelli che terminarono la carriera di quest’antica ed illustre corporazione.

Alla testa del capitolo come prima ed unica dignità trovavasi l’arciprete D. Gioanni Olivero da Mondovì, Vicario foraneo di diciassette parrocchie per oltre cinque lustri, presidente dell’ospedale degli infermi, dell’orfanotrofio, della Congregazione della carità, e per più anni prefetto delle scuole, e quindi delegato della Riforma; venivano dopo il canonico D. Vincenzo Bovetti da Viola confessore, e per più di venti anni direttore spirituale del collegio; il canonico D. Giuseppe Boveris da Mondovì, sacerdote di distinti meriti, e fondatore del canonicato di S. Giuseppe; il canonico D. Virginio Voarino da Ceva confessore e patentato professore di rettorica da lui insegnata per molti anni in questo collegio, dove per sei anni sostenne la carica di prefetto degli studii; il canonico D. Vincenzo Garrone da Ceva confessore e già prevosto Vicario foraneo de’ Ss. Quirico e Paolo di Dogliani; il canonico D. Luigi Ferrino confessore, e che fu per molti anni maestro di latinità in questo collegio; il canonico D. Giovanni Schellino da Marsaglia confessore ed indefesso al tribunale di penitenza; il canonico D. Gioachino Cigliutti da Priero, confessore e già per quasi anni trenta arciprete di Murazzano; il canonico D. Luigi Bonino da Clavesana, confessore, [p. 188 modifica]cappellano ed economo dell’ospedale; il canonico D. Leopoldo Viglierchio da Ceva dottore in teologia, confessore e sostituito delle scuole di questo collegio; il canonico D. Francesco Bezzone da Ceva; il canonico D. Andrea Garelli da Mondovì canonico penitenziere e già arciprete di S. Lorenzo di Murialdo; e finalmente D. Carlo Testanera da Ceva canonico onorario, e da sedici anni vice curato infaticabile di questa arcipretura.

In seguito alla suddetta legge di soppressione, la cassa ecclesiastica divenuta amministratrice dei beni della Collegiata, se ne mise al possesso per mezzo dell’insinuatore di questa citta, si affittarono per mezzo di subasta, e si fissò una pensione a ciaschedun canonico, che per una parte di essi si ridusse a ben poca cosa, avendo la cassa fatta su ciascuna prebenda una deduzione dei legati su di esse gravitanti, della taglia, della tassa di mani morte, e del dieci per cento per le spese d’amministrazione 1.

Note

  1. Questa legge di soppressione colpì N. 7850 individui cioè:
    Frati possidenti in terra-ferma N.  772
    Monache possidenti in terra-ferma » 1085
    Frati e Monache possidenti in Sardegna »   488
    Frati mendicanti in terra-ferma e Sardegna » 2960
    Monache mendicanti »   175
    Canonici »   670
    Beneficiati » 1700

    Totale N. 7850
    (L’Armonia del 1857, N. 43, sabbato 21 febbraio).