Opere (Lorenzo de' Medici)/Nota/I. Manoscritti

Da Wikisource.
I. Manoscritti

Opere (Lorenzo de' Medici)/Nota ../II. Edizioni IncludiIntestazione 7 dicembre 2023 100% Da definire

Nota Nota - II. Edizioni
[p. 328 modifica]

I

MANOSCRITTI

1. Palatino 52 [P]. Cfr. Gentile, I codd. palatini, Roma, 1889, i, 59. Contiene l’Altercazione (anepigrafa), cc. 1-41.

2. Palatino 173 [P1]. Cfr. Gentile, i, 171. È il celebre codice di laudi, autografo di frate Serafino Rizzi (1596). Del Magnifico, nel IV libro: Laudi antiche, le seguenti: 1. O maligno e duro cuore (c. 154 t) — 2. Quant’è grande la bellezza (c. 162 r).

3. Palatino 204 [P2]. Cfr. Gentile, i, 219 sgg. È la celebre copia palatina della Raccolta aragonese. Contiene: 1° la lettera «allo illustrissimo signore Federigo de Aragona figliolo del re de Napoli» (c. 1 r-4 r) — 2° 16 componimenti poetici del Magnifico (c. 302 r-311 r), cioè 9 sonetti, 2 canzoni e 5 canzoni a ballo.

4. Palatino 206 [P3]. Cfr. Gentile, i, 246 sgg. Lorenzo de’ Medici, Poesie: 1° L’uccellagione (c. 1 r-11 t); — 2° Rime varie (c. 12 r-61 t); — 3° Capitoli ternari (c. 62 r-74 t e 98 r-101 t); — 4° Trionfi e Canti carnascialeschi (c. 75 r-85 t); — 5° Ballate (c. 81 r-82 t e 86 r-87 t); — 6° Stanze della «prima Selva d’Amore» (c. 87 t-94 r); — 7° Sestine (c. 94 t-97 t); — 8° Canzoni (c. 102 r-108 t); — 9° Stanze della «Seconda Selva d’Amore» (c. 109 r-138 r); — 10° Ambra (c. 138 t-149 r); — 11° Furtum Veneris et Martis (c. 149 r-152 r).

5. Palatino 207 [P4]. Cfr. Gentile, i, 250 sgg. Lorenzo de’ Medici, Poesie: — 1° Capitoli ternari (c. 1 r-7 r); — 2° Rime spirituali (c. 7 r-11 t); — 3° Rime varie (c. 11 t-38 t); — 4° Capitoli ternari (c. 39 r-44 r); — 5° Rime varie (c. 44 r-67 t); — 6° Trionfi e Canti carnascialeschi (c. 67 t-74 t); — 7° Ballate (c. 75 r-85 t); — 8° Le sette allegrezze d’Amore (c. 85 t-87 t); — 9° Stanze della seconda Selva d’Amore (c. 87 t-89 t).

6. Palatino 208 [P5]. Cfr. Gentile, i, 256 sgg. Lorenzo de’ Medici, Poesie: 1° Rime varie (c. 1 r-41 r); — 2° Capitoli ternari (c. 42 t-46 r e 47 r-51 r); — 3° Sestine (c. 51 r-53 t); — 4° Canzoni (c. 54 r-62 r); — 5° Selve d’Amore (c. 62 r-83 t); — 6° Ambra (c. 84 t-90 r); — 7° «Ucciellagione di starne» (c. 90 t-96 r); — 8° Rime spirituali (c. 96 t-107 r); — 9° Le sette allegrezze d’Amore [p. 329 modifica](c. 107 t-108 t); — 10° Trionfi e Canti carnascialeschi (c. 109 r-115 r); — 11° Ballate (c. 115 t-119 t) — 12° Due sonetti amorosi (c. 120 r); — 13° Il simposio (c. 121 r-135 r).

7. Palatino 209 [P6]. Cfr. Gentile, i, 262: Il Simposio (c. 1-20).

8. Palatino 445 [P7]. Cfr. Gentile, i, 593 sgg. Codice miscellaneo di rappresentazioni sacre. La rappresentazione di san Giovanni e Paolo (c. 103 r-128 r).

9. Palatino 816 [P8]. Cfr. Gentile, ii (Roma, 1890-99), 340 sgg. — 1. Sonetti, col Commento in prosa (c. 1 r-48 r); — 2. Capitolo pastorale [il Corinto] (c. 48 t-51 r).

10. Riccardiano 1166 [R]. Cfr. S. Morpurgo, I mss. della Bibl. Riccardiana di Firenze, Roma, 1893-1900, i, 202 sgg. Antologia di prose e poesie del Quattrocento e del Cinquecento. C. 88 r: L[aurentius] M[edices] Hermellino equo sue puelle utendum misso: «Se, come Giove, transformarsi (sic) in toro».

11. Riccardiano 1413 [R1]. Cfr. Morpurgo, i, 451 sgg. Micellanea di prose ascetiche, rappresentazioni sacre e laudi. — C. 258 r: «O maligno e duro core» (laude); — c. 258 t: «Quanto è grande la belleza» (laude).

12. Riccardiano 1880 [R2]. Cartaceo del secolo xv exeunte; mm. 285×215. di cc. 70 modernamente numerate. Contiene il volgarizzamento della Guerra punica di Lionardo Aretino (c. 1-60), e da c. 61 alla fine diverse rime dell’Aretino stesso, di Filippo di Massa, ecc. A c. 70 r il sonetto: De Fortuna, con la data «1491», attribuito al Magnifico.

13. Riccardiano 2723 [R3]. Cartaceo della fine del secolo xv; misura mm. 296×220, di cc. 105 modernamente numerate, con indizi di piú antica numerazione. Nel recto del 2. foglio: Rime | del Poliziano, di Lorenzo | de’ Medici | di Dante, | e d’altri; nel verso, di mano moderna, l’indice-sommario. I componimenti sono quasi tutti adespoti ed anepigrafi; una seconda mano piú recente aggiunse, spesso erroneamente, le attribuzioni al Poliziano o al Magnifico: «L. d. M.», e «Pol.». Le date numerose, qua e lá ripetute, ci riportano alla fine del sec. xv. A c. 95 v: «1487. Questo libro è di franc.° di L.° di Bernardo de medici e degli amici sua». Contiene le Stanze (c. 1 r-28 v) e l’Orfeo del Poliziano (28 v-34 v), quattro canzoni di Dante (57 v-59 r), parte della II selva di Lorenzo (37 r-39 r) e molti componimenti popolareggianti, ballate, strambotti, rispetti spicciolati e continuati, canti carnascialeschi, oltre alla lettera a don Federigo d’Aragona, attribuita al Poliziano. [p. 330 modifica]

14. Riccardiano 2726 [R4]. Cart. legato in cartone, foderato di pelle; mis. 294×220. Sul dorso in alto: Sonetto | di | Lorenzo | de Medici | commen. | dal Med. — Il cod. formato da due parti ben distinte; la prima, che comprende dieci carte, è di scrittura del 500 inoltrato e contiene la lettera di Pico della Mirandola a Lorenzo intorno alle sue poesie (Cfr. I. Pici, Opera, Venetiis, 1557, p. 60 v) e il volgarizzamento della lettera stessa (c. 1 r-8 r); le Deprecationes ad Deum del Pico medesimo (c. 9 r-v); e due lettere latine, l’una del Pico a Taddeo Ugolini, e l’altra di Baccio Ugolini a Roberto Salviati (Neapoli, VII kal. aprilis MCCCCLXXXX (c. 10 r-v). — La seconda parte, che è costituita da 86 cc. modernamente numerate, e che apparisce di qualche decennio piú antica della prima, contiene il Commento ai sonetti d’amore del Magnifico.

15. Riccardiano 2863 [R5]. Cart., rilegato in cartone moderno rivestito di cartapecora; mis. 212×137, di cc. 87 modernamente numerate. Bella ed unica scrittura dell’ultimo Quattrocento o del primo Cinquecento. A piè della prima carta: «Di m. Donato di m. pier fran[cesco] Rophia dasanminiato». A c. 2: Sonecti composti p. il magnifico huomo Lorenzo di Piero de’ Medici. Il codicetto contiene gran parte delle rime amorose di Lorenzo, cinque capitoli, parte delle Selve e le Sette allegrezze d’Amore.

16. Riccardiano 2599 [R6]. Cart. del sec. xvi, di cc. 104, in parecchi luoghi autografo dello Stradino. Nel frontespizio uno stemma e il motto: «Stradino servo». Contiene, tra l’altro, la vita del Magnifico tradotta dal latino da Filippo Valori, una «copia della lettera che scrisse il M. L. de’ Medici a’ nostri signori quando andò a Napoli», e la Caccia col falcone. dal titolo: «L. d. M. al compare».

17. Riccardiano 2731 [R7]. Cart. della metá del sec. xvi, di cc. 69. In fronte alla prima: Canti carnascialeschi; nel f.° seguente: «Questo libro di Canzone è di Giov. di Francesco del Fede copiato ne’ 1548 accintoia [sic]; e se persona lo avessi in presto si degni rendergnene, se sia suo amico, di gralzia». È una copiosa raccolta di canti carnascialeschi del 4-500. Il can. A. M. Biscioni vi aggiunse in fine di sua mano l’indice degli autori.

18. Laurenziano 25° del XLI Pluteo [L]. — Cfr. Bandini, Cat. codd. mss. Bibl. Laur., v, 127 sgg. Cart. di mm. 300×220, di cc. 274 mod. num., con tracce di antiche numerazioni, rilegato in legno e in pelle rossa con borchie di metallo e fregi. A c. 1 r: [p. 331 modifica]«Canzoni, Sonetti et al | tre compositione del | Magnifico Loren | zo De’ Medici co | mentate dal | medesimo». Il Commento occupa le carte da 1 r a 101 v: la scrittura ci riporta ai primi del Cinquecento. Seguono a c. 102 r le rime non commentate che vanno fino a c. 253 v. Nella carta seguente: «Del Magnifico Iv | liano svo | figlivo | lo1.» Dopo le rime di Giuliano, segue la Lalda del M.co lorenzo de me | dici sopra la canzona de’ fornai (com.: «Peccatore io sono dio ecterno»).

19. Laurenziano 26° del XLI Pluteo [L1]. Cfr. Bandini, v, 131. Cod. perg., legato in tela rossa con fregi e borchie in metallo e il titolo: Rime di diversi (sec. xv). Misura 205×140, ed è di cc. 64 mod. num., ma l’ultima è bianca. Bella scrittura della fine del secolo xv. Nel recto della guardia: «Rime di Lorenzo il Mag.co de Medici» e d’altra mano sincrona: «Rime d’incerto Authore, forse di Gir.mo Benivieni, di Franco Sacchetti, di M.ro Niccolò cieco; cap. dell’amicizia di m. Benedetto d’Arezo». La prima pagina e l’iniziale del primo sonetto sono finamente miniate. Questo bel codicetto contiene di Lorenzo 16 componimenti, cioè 9 sonetti, 2 canzoni e 5 ballate (c. 1 r-10 r).

20. Laurenziano 33° del XLI Pluteo [L2]. Cfr. Bandini, v, 140 sgg. Cart., misura 290×220, di c. 86 mod. num., con resti di antiche numerazioni, legato in assi con la solita copertina in pelle rossa dei mss. laurenziani. In alto del frontispizio: Rime di diversi. Il cod. non è, come vuole il Bandini, del secolo xv, ma della prima meta del xvi2. A c. 1 v l’indice delle rime: componimenti di Lorenzo di Pier Francesco de’ Medici, del Machiavelli, del Poliziano, di Francesco Cei, di Serafino Aquilano, di Luigi Pulci, del Benivieni; stanze del Bembo, dell’Ariosto, di B. Accolti. Segue il frontispizio, disegnato a penna, in tutto il r. della c. 2 e il motto: «Celum accendis et omnes». Il codice ha qua e lá fini disegni a penna, che ricordano il contenuto delle rime: quello, ad esempio, che illustra il capitolo di Lorenzo [canto di Pan]: «Diva nell’inquieto mar creata» (c. 36 r), rappresenta da un lato Nettuno che naviga sul carro tirato dai delfini, e dall’altro [p. 332 modifica]Venere nuda che esce dal mare sopra una conchiglia3. Il ms. contiene di Lorenzo 5 capitoli (c. 5 v-13 e 28-31), 4 canzoni (18 r-27 r), 1 sestina (c. 33 r), 34 sonetti (c. 34 r-50 v), 1 ballata (54 v), 1 madrigale attribuito al Magnifico (79 r), e un tratto della 2a selva (17 ottave. c. 79 r).

21. Laurenziano 34° del XLI Pluteo [L3]. Cfr. Bandini, v, 146 sgg. Cart. della fine del sec. xv, di cc. 122. Contiene le seguenti 6 ballate del Magnifico, adespote ed anepigrafe: 1. «Bench’io rida balli e canti»; — 2. «E’ si vede in ogni lato»; — 3. «Donne io allevo un uccello»; — 4. «E non c’è niun piú bel gioco»; — 5. «Ecci nessuna in questa compagnia»; — 6. «Io prego Iddio che tutti i mal parlanti».

22. Laurenziano 38° del XLI Pluteo [L4]. Cfr. Bandini, v, 155 sgg. Cart. del sec. xvi, di mm. 230×160, composto di 97 cc. modernamente numerate; una piú antica numerazione comincia alla c. 4 e prosegue fino alla fine. Nel cartellino apposto al dorso era scritto: «R.e di diversi», piú recentemente corretto: «Lor.o de Medici e di Piero». Nel r. del 1° foglio è un sonetto adespoto in lode dell’autore: «In Div. Laur. Med. F. A.» Com.: «Se per fama et virtú si vive in terra». Contiene: 1° 150 sonetti di Lorenzo (c. 3 r-45 v); 2° sette canzoni (c. 49 r-61 r). Da c. 68 r in poi sono 22 sonetti attribuiti a Piero di Lorenzo, ma sono certamente del padre i seguenti: — 1. «Lasso che giá cinque anni» (c. 69 r); 2. «Quei begli occhi leggiadri» (c. 69 v.)4. — Da c. 84 r a c. 96 r è l’elenco cronologico dei priori fiorentini dal 1282 al 1493.

23. Laurenziano 37° del XC pluteo inferiore [L5]. Cfr. Bandini, v, 435 sgg. È la celebre copia laurenziana della Raccolta aragonese, per cui vedi nn. 3 e 35. Dopo la c. 240, invece di seguire, come negli altri due codici, le rime di Lorenzo, segue di mano piú recente, forse della stessa che scrisse l’indice-sommario nel verso della guardia in pergamena, l’Ambra del Magnifico, col titolo: «Descriptio Hyemis» (c. 241 r-248 r).

24. Mediceo-Palatino 87 [M P]. Cfr. Bandini, Bibl. Leop. Laur., p. 248 sgg. È lo splendido e notissimo codice musicale in [p. 333 modifica]pergamena finamente miniato, appartenuto al celebre organista Antonio Squarcialupi5. A. c. 1: «Questo libro è di M.° Antonio di bartolomeo schuarcialupi horganisto in sancta maria del fiore». Nel f.° di pergamena, che precede la prima carta, verosimilmente dopo la sua morte, furono aggiunte alcune poesie a lui dedicate fra le quali il son. attribuito a Lorenzo: «Farete insieme, o musici, lamento».

25. Laurenziano-Rediano 129 (185) [L R]. Cart. legato in cuoio con assicelle. Nel dorso in oro: «O. del Magnifico | Lor. de Medici». Mis. 290×210; di cc. 132 mod. num. La scrittura ci riporta ai primi del Cinquecento. Tre fogli bianchi in principio e tre in fine; nel 1° f. diverse prove di penna e le parole: «Questo libro è di domenico torsi. Ricordo come o dato almasi due libri scritti a mano e in stampa con certi libretti di legge e in quarti di foglio». — Sul verso: «Opere del Magnifico Lorenzo | De Medici. | Della libreria di Francesco Redi». — Le rime di Lorenzo vanno da c. 2 a c. 87 v; a c. 89 v comincia il Simposio, a cui segue il sonetto di Giuliano: «Perché hai Seraphin morte offeso tanto» (c. 104 v), ed altre rime di Luigi Pulci, ecc. — A c. 110 r comincia: «+ yhs 1519 ═ | Comedia facta p. niccholo machiavegli» [la Mandragola]. Seguono da c. 131 r alla fine ricette in prosa e in verso. Il codice, che è tra i compiuti, contiene del Magnifico 149 sonetti (c. 2 r-39 r), 5 sestine (c. 39 v-42 r), 9 canzoni (43 v-55 v), 7 capitoli (56 v-66 v), la ballata: «Donna, vano è il pensiero» (c. 72 v), 6 laudi (72 v-75 r), 28 canzoni a ballo (76 r- 81 v), le Sette allegrezze d’amore (82 r), la 1a Selva (82 v), e 10 canti carnascialeschi (84 r-87 v).

26. Laurenziano-Ashburnhamiano 419 [Asb.]. È il noto codice, da cui G. Volpi trasse il «nuovo testo della Nencia da Barberino», ch’egli pubblicò negli Atti dell’Accademia della Crusca (a. 1906-7, Firenze, 1908, pp. 131-143).

27. Laurenziano-Ashburnhamiano 1827 [Asb.1]. «Canzoni a ballo | composte dal Magnifico | Lorenzo de’ Medici | e da altri autori | con la | Nencia da Barberino | la Beca da Nicomano [sic], la Frottola | di | Luigi Pulci | copiate dalle edizioni di Firenze | 1562. 1622 | dall’abate | Rinaldo Maria Bracci | Fiorentino | [p. 334 modifica]giuntevi altre poesie | attribuite allo stesso | Lorenzo de’ Medici | che non sono state stampate | copiate da un antico manoscritto | del signor | Apostolo Zeno6. - Il ms., copiato intorno alla metá del sec. xviii (le rime tratte dal codice zeniano furono finite di trascrivere il 23 maggio 1734), fu acquistato a Padova il 31 ottobre 1805 da Giulio Bernardino Tomitano, ed appartenne prima al conte Guglielmo Camposampiero, accademico della Crusca. Le poesie trascritte dal ms. dello Zeno furono copiate forse dall’abate Verdani. Queste notizie si ricavano da una postilla autografa del Tomitano nel recto del primo foglio di guardia; il Tomitano stesso vi aggiunse in fine 5 altre canzoni a ballo di Lorenzo, tolte dalla rarissima ediz. paciniana s. a. delle Ballatette del Magnifico Lorenzo de’ Medici etc. della fine del 400. — Il sonetto: «Veggo Giustizia scolorita e smorta» è tolto dalla rara edizione senese della prima metá del Cinquecento della Rappresentazione di san Giovanni e Paolo.

28. Panciatichiano 25. [Panc.]. Cfr. A. Bartoli, I codd. panciatichiani della R. Bibl. naz. centr. di Firenze, Roma, 1887, i, 37 sgg. A c. 211 t, adespoto e anepigrafo, il canto carnascialesco: «Sia’ ghalantti [sic] di Valenza».

29. Magliabechiano II, II, 75 (cl. vii n. 342) [Mglb.1]. Cfr. Mazzantini, Inventari dei mss. delle biblioteche d’Italia, viii (Bibl. naz. centr. di Firenze) 183 sgg., e A. Bartoli, I mss. ital. della Bibl. Naz. di Firenze, I (Firenze, 1881), p. 127 sgg. — È il famoso codice di poesia cortigiana dell’ultimo Quattrocento, giá noto agli studiosi. A c. 38 v è il sonetto: «Farete insieme, o Musici, lamento», ma attribuito al Bellincioni; a c. 231 r-232 v sei sonetti del Magnifico.

30. Magliabechiano VII, 9, 720 [Mglb.2]. Cart. in 4°, di cc. 327; mis. 220×145. Copiosa raccolta di poesie, messa insieme da parecchie mani verso la meta del sec. xvi. Le rime, quasi tutte adespote, appartengono al Benivieni, al Bramante, al Sannazzaro, all’Accolti, al Bembo, al Caro, al Varchi, ecc. — Il cod. ha di Lorenzo, 8 sonetti (c. 139 r-140 v), 3 canzoni (c. 288 v-294 r) e 1 sestina (c. 248 r).

31. Magliabechiano II, II, 109 [Mglb.3]. Notizie di varia letteratura, autografe del Magliabechi, con addizioni del cav. Anton Francesco Marmi; ms. composto di sette fascicoli uniti insieme [p. 335 modifica]dei secc. xvii e xviii inc. Questo zibaldone fu mandato dal Magliabechi al p. Agostino Oldoini, che compilava i suoi Scrittori fiorentini, rimasti poi inediti7. A c. 170 r è il «Sonetto di Lor. de’ Medici in lode di Antonio Squarcialupi Organista celeberrimo»; com.: «Farete insieme,» ecc.

32. Magliabechiano XXI, 75 [Mglb.4]. Cart. del sec. xvi, di mm. 210×150 di cc. 93 mod. numerate, piú 4 carte non num. e bianche in fine. Nell’interno della rilegatura in cartone, a stampa: «Francisci Caesaris Augusti munificentia». Nel 1° foglio n. num.: «Primo libro delle Tuscholane di Cicerone». Dopo il testo latino (1-45 v), tre fogli bianchi, e quindi, fino a c. 92 v, un’antologia di rime del Rucellai, del Bembo, del Trissino, del Sannazzaro, di Bonaccorso da Montemagno, del Guidiccioni. A cc. 80 r-v due sonetti del Magnifico: 1. «Superbo colle benché in vista umile». 2. «Non di verdi giardini ornati e colti».

33. Magliabechiano VII, 10, 359 [Mglb.5]. Cart., mis. 200×140, di cc. 1113 numerate per 1118. Sul dorso: «VII. Malat. Poesie varie»; nella prima carta: «Poesie diverse | che ancora non sono alla | stampa di diversi eccel | lentissimi Autori, messe | insieme da Astianatte | Molino*[* Antonio Malatesta] | l’anno 1645». Antologia quattrocentistica e cinquecentistica. Di Lorenzo, a cc. 24-25 il sonetto: «Va’, Bellincione, e fa’ bene il Soria», con la risposta «per le desinenze», e l’altro, pur con la risposta del Bellincioni: «Un pezzo di migliaccio malavia» (cc. 26-27).

34. Magliabechiano VII, 1634 [Mglb.6]. Cart. di varie etá (secoli xvi-xvii), mis. 290×110: Poesie di Diversi autori antichi, di cc. 64 mod. numerate. Contiene la Gigantea dell’Amelonghi, ballate del Poliziano, di Lorenzo di Pierfrancesco de’ Medici, del Bellincioni, una frottola del Cambini (1466), sonetti di «m. Antonio Cieco da Ferrara», ecc. A c. 42 r: «S. di L. di piero: Un pezzo di migliaccio mala via»; a c. 43 v: «S. del bellincione, risposta p. le rime: S’invoco berlinghaccio et befania».

35. Estense It. 930 (S. 2. 35) [E]. Membr. della fine del secolo xv, legato in cuoio con belle incrostazioni in avorio e fregi aurei. Sul dosso: «Medici | Poesie | L. M. M.». Il codicetto elegante è di 56 cc. mod. numerate. La prima è miniata: in basso due putti alla maniera del Ghirlandaio sostengono una corona d’alloro; nello spazio riservato allo stemma è dipinta una figura [p. 336 modifica]barbuta. In alto in oro e azzurro: Sonetti e stanze composte [dal] Magnifico Lorenzo De Medici. Il codice porta lo stemma degli Obizzi, i cui libri vennero all’Estense alla fine del sec. xviii. Contiene di Lorenzo 40 sonetti (c. 1 r-20 v) e le Selve. Alcune aggiunte delle Selve e varie altre scritture alla fine del codice mostrano diverse mani del 5 e 600. Nell’ultima carta, in alto, una figurina a penna di buona fattura.

36. Parigino 554 [Par.]. Cfr. Mazzantini, I mss. italiani delle biblioteche di Francia, Roma, 1886-7, ii, 130 sgg. È la celebre copia della Raccolta aragonese, affine al Pal. 204 e al Laur. 37° del 90° Pluteo inf., su cui vedi Casini, Rime dei poeti bolognesi, Bologna, 1881, p. xi sgg. A c. 240 v, dopo le rime di notar Giacomo, cominciano le poesie di Lorenzo, adespote, con le parole: «Qui cominciano sonetti di... [lacuna]». Esse sono 9 sonetti, 2 canzoni e 5 ballate.

37. Parigino 1543 [Par.1]. Cfr. Mazzantini, i, 246; ii, 509 sgg. Questo codice del secolo xv ha molta affinitá col Mglb. II, ii, 75: cfr. Bartoli, I mss. della Bibl. naz. di Firenze, ii, 127 sgg.; Renier, in Giorn. stor. d. lett. it., iii, 234 sgg., e Saggio di rime inedite di Galeotto del Carretto, nella stessa rivista, iii, 231 sgg. Contiene di Lorenzo: le Stanze [Selve] (cc. 1-18 v), 50 sonetti, de’ quali i due primi non sono certamente suoi (cc. 18 v-27 r), le Sette allegrezze d’amore (cc. 27 v-28 v), il Corinto incompleto (cc. 28 v-29 v), il son. «Farete insieme, o musici, lamento», attribuito al Bellincioni (cc. 80 r-81 r), altri 6 sonetti (cc. 234 r-235 v), ed una stanza (c. 244 r) di dubbia autenticitá.

38. Marciano 243, Cl. IX Itat. [Mrc.]. Membranaceo, rilegato recentemente in cuoio; mis. 227×133; di cc. 124 mod. numerate. Il cod. ha poi una numerazione sincrona in rosso, che comincia col n. 11 alla c. 3 e comprende 131 fogli: mancano quindi in principio 9 carte. Sul dorso: «Poesie | di | Lorenzo | de Medici | Ms. — Classe IX | Cd. CCXLIII | — 423». Nel verso del cartone anteriore il cartellino: «Apostoli Zeni». La prima carta è finamente miniata con disegni ornamentali ed uccelli: a destra il ritratto di Lorenzo, sorretto da due amorini, e in basso uno stemma che porta in campo rosso una sbarra nera. Bellissima scrittura della fine del sec. xv; qualche correzione o aggiunta marginale della stessa mano, qualche altra dovuta ad Apostolo Zeno. Dopo il finis a c. 124 v: «Scripsit Joannes Ugolini Florentie die viii Januarij mcccclxxxxvj», e sotto, d’altra mano, quasi [p. 337 modifica]cancellato: «L’anno 1671: die 14 Aug.». A piè della pagina, della stessa scrittura: «I numeri segnati nel margine ad ogni componimento corrispondono ai fogli delle Poesie di Lorenzo de’ Medici stampate in Vinegia in casa de’ figliuoli di Aldo, 1554 in-8. Le composizioni non segnate non si ritruovono in quella edizione». Questo codice, tra i piú pregevoli per antichitá e bontá di lezione, contiene del Magnifico: 128 sonetti (cc. 1-30 v), 2 ballate (cc. 30 r-v), 5 sestine e 9 canzoni (cc. 31 r-47 v), 9 capitoli ed orazioni in terza rima (49 v-64 v), le Selve (65 v-94 r), 29 canzoni a ballo (94 v-109 v), 9 canti carnascialeschi (110 r-117 r), le Sette allegrezze d’Amore (117 v) e 5 laudi (120 v-123 v).

39. Napoletano della Nazionale XIII, D, 2 [Nap.].— Cart. della prima meta del sec. xvi; mis. 320×230, di cc. 138 non numerate, di cui sono bianche le prime 6 e le ultime 52. Nel recto della 6a carta una nota quasi indecifrabile, da cui sembra apparire che il cod. appartenne o fu trascritto da un tudertino. Nella stessa pagina diverse prove di penna forse piú recenti. Nel verso: «Rime del M. Lorenzo de’ Medici», e sopra «Joannis Baptiste Thedaldi». Anche questo ms. per la compiutezza e la bontá della lezione è tra i piú importanti. Sono qui raccolti: 149 sonetti (cc. 1-26 r), 5 sestine (26 r-28 r), 9 canzoni (28 v-39 v), 28 canzoni a ballo (39 r-46 r), 11 canti carnascialeschi (46 r-49 v), 6 laudi (49 v-51 v), 7 capitoli ed orazioni (51 v-57 v), due altre canzoni a ballo (57 v), le due Selve (57 v-66 v e 72 v-74 r) l’Ambra (66 v-69 v), il Furtum Veneris et Martis (70 v-71 r), il Simposio (74 v-80 r), e qualche altro componimento, qui attribuito al Magnifico.

40. Vaticano 3213 [V.]. È il celebre codice del fondo orsiniano, famoso non tanto pel suo valore (ché in fondo non è che una serie di estratti dal Laurenziano aragonese, 37 del 90° Pl. inf.), quanto perché si disputò se fosse autografo di Pietro Bembo. Certo appartenne alla sua biblioteca privata8. A c. 270 r e v un brano della lettera a don Federico d’Aragona col titolo: «Parole de la Epla di Lorenzo de Me | dici mandata a Don Federico de A | ragona figlio de Ferdinando Re di | Napoli, nel libro de Poeti antichi». [p. 338 modifica]

41. Vaticano 3218 [V1]. Cod. cart. rilegato in pergamena flessibile, sulla cui faccia anteriore è scritto «Lorenzo de Medici». Una guardia cart. staccata ha di mano piú recente: Lorenzo de’ Medici, le poesie col suo commento | Ful[vius] Vrs[inus]. Il Commento occupa 48 carte, in cui è traccia di una numerazione sincrona, che sembra arrivare fino a c. 43, se i numeri successivi non sono stati ritagliati da una posteriore squadratura del margine, com’è avvenuto talvolta da c. 37 in poi. La c. 43 è bianca ed il testo ripiglia a tergo della c. 44 fino alla fine. Segue una c. bianca non numerata, nel recto della quale è la solita sigla Yhs, e due sonetti caudati che cominciano: 1° «Destati o fer lione che statu affare». 2° «Questa mattina vorto ho pdicare». Nella guardia posteriore: Commento di Loren. Medici. Le correzioni interlineari e marginali dovute alla mano medesima del testo sono numerose; i sonetti sono trascritti per disteso: solo dal son. 33° [«Il cor mio lasso il mezzo all’angoscioso»] non è dato che il primo verso degli ultimi otto sonetti. La scrittura è dei primi anni del Cinquecento. — Nell’inventario dei libri orsiniani, pubblicato dal De Nolhac (op. cit., p. 392) il ms. è cosí ricordato: 13. «Poesie del medesimo [Lorenzo de’ Medici] col commento, con alcune correttioni, in papiro in foglio et coperto di carta pecora».

42. Vaticano 3219 [V2]. Cod. membr., legato in cuoio con fregi d’oro, che misura mm. 239×167. Nel dorso della carta incollata internamente al cuoio si legge: «Ave Regina Celorum. Ave domna angelorum quia Radiis yesse horta». Nella seconda carta in alto: «Le Rime di Lorenzo de Medici col comento del Medesimo». Sotto, la solita sigla dei mss. orsiniani (Ful. Vrs.). Il ms. è composto di 226 cc. numerate, piú 7 bianche in principio e 7 in fine. La prima parte del codice comprende le rime di Lorenzo fino a c. 145 v; a c. 150 comincia il Comento ai sonetti, che va fino alla fine (c. 226); le cc. 145-149 intermedie sono bianche. La prima carta delle Rime e la prima del Commento sono miniate, come pure molte iniziali dei capoversi. Ai piedi della prima pagina è pure miniato uno stemma sormontato dal cappello cardinalizio: le palle rosse ed azzurre e i gigli d’oro ci dicono che questo bel codice dovette appartenere a un cardinale della famiglia Medici. Nel tergo dell’ultima carta: «Del Rev.mo Bembo Mons. Torquato». Il ms. dunque, che nel cit. catalogo edito dal De Nolhac è cosí ricordato: «L. de M. le poesie col suo commento, scritto in carta pergamena et coperto di corame lionato», appartenne al figlio di [p. 339 modifica]Pietro Bembo9, dalla biblioteca del quale passò a quella dell’Orsini, e quindi pel testamento del 21 gennaio 1600 alla Vaticana. Il cod., che è uno tra i piú compiuti, contiene del Magnifico: 149 sonetti, 9 canzoni e 5 sestine (cc. 1-6 v; 7-30; 37-60 v; 65-68 v), 9 capitoli e orazioni in terza rima (30 v-35 v; 61-64 v; 69-74), 6 laudi (35 v-36 v; 100 v-104), le Selve (76-100), 32 canzoni a ballo (6 v-7; 104-119 v), le Sette allegrezze d’amore (120-121 v), 11 canti carnascialeschi (121 v-131) e il Simposio (131 v-145 v). Segue da c. 150 a c. 225 v il Commento ai sonetti d’amore.

43. Vaticano Barberiniano Lat. XLV, 39. [Barb.]. Cart. del sec. xvi inoltrato; mis. 293×214. Sul dorso: Poesie del sec. XV e XVI. Comprende in tutto 260 cc., ed è una silloge di rime del Magnifico, del Poliziano, del Benivieni, di Antonio Alamanni, di Biagio Bonaccorsi ecc. Le rime di Lorenzo sono: 28 sonetti, 4 canzoni e 1 sestina (c. 171. sgg., 209 sgg.), ma della canzone: «Amor, veggo che ancor non sei contento» mancano le strofe Ia e IIa e i primi 12 versi della terza, poiché il codice è mutilo delle cc. 206-208.

44. Ms. 2077 della Bibl. naz. «Vittorio Emanuele» di Roma (Sessoriano, 413) [S]. È la nota raccolta di rime cortigiane dell’ultimo Quattrocento: vedine descrizione e tavola in Spinelli, Arch. st. lomb., vol. xiv. Cfr. anche Renier, Poeti sforzeschi, in Rass. emiliana, i, e Pèrcopo, in Rassegna crit. d. lett. it., i, 10 sgg. A cc. 435 r-440 v, 26 «Sonetti del magnifico Lorenzo de medici».

45. Cod. 73 della Societá Colombaria di Firenze. [Col.]. Cart. della prima metá del sec. xvi, di cc. 65 mod. numerate a matita; mis. 290×213. I componimenti sono numerati e rubricati, e cosí pure, in rosso, sono le didascalie di alcuni di essi. Nella prima carta in alto: «Questo libro... djachopo diminiato qâm Bernardo miniati». Piú sotto, di mano del can. A. M. Biscioni: Poesie volgari di Lorenzo de’ Medici che fu Padre di Papa Leone Decimo. Una nota autografa del Biscioni nel tergo del foglio avverte che le poesie aggiunte sono tratte dall’edizione aldina. Il codice adunque si compone di due parti, l’una antica da c. 2 a c. 57 v (1a metá del foglio), l’altra dovuta al celebre erudito toscano da c. 57 v a c. 65 v, il quale trascrisse anche in margine della c. 39 v la lauda «Bench’io rida» ecc., pose accanto a ciascun componimento della prima parte la pagina dell’aldina, in cui il componimento [p. 340 modifica]stesso è stampato, e, per le laudi, la pagina delle Rime sacre ecc. edite dal Cionacci nel 1680, ed infine trascrisse nel f. 2 bianco il capitolo: «Magno Iddio, per la cui costante legge». La parte antica (cc. 2-57 v) comprende 115 sonetti, 5 sestine, 7 canzoni, 2 ballate, 2 capitoli e 9 laudi.

46. Cod. n. 408 Cl. Ia della Bibl. comunale di Ferrara [Ferr.]. Cod. cart. in 4° del sec. xvi ineunte, di cc. 374. Cfr. Indice dei mss. della civica bibl. di Ferrara, del can. G. Antonelli, Ferrara, 1884, i, 196 sgg. Fu studiato e descritto minutamente da A. Cappelli e S. Ferrari, in Rime edite ed inedite di Antonio Cammelli detto il Pistoia, Livorno, Vigo, 1884, pp. vii-ix. Contiene del Magnifico («Viri Ill. Laur. Medicis») il son. «Se fra gli altri sospir che escon di fuore» (c. 4 v), e la seconda «Silva del Magnifico Lorenzo di Medici fiorentino» (cc. 38 r-73 r).

47. Cod. E. 359 della Bibl. del R.° Liceo Forteguerri di Pistoia. [Pist.]. Voluminosa miscellanea del sec. xvii. Nel tergo del 2° foglio è il «Sonetto di Lorenzo Medici sopra la Ruota della fortuna, nella quale sono huomini attorno, che vengono a stare chi in cima, chi in fondo, chi in mezzo, chi nel salir’in alto, chi nel discendere a basso etc.», cioè il son.: «Amico, mira ben questa figura», attribuito al Magnifico. Nella 3a pag. si legge: «Ad usum Matthei Moretti Pistoriensis. A. D. M. D. C. VIJ» e nella linea sottostante la data 1600.

48. Cod. Mouckiano 1527 della Bibl. governativa di Lucca [Mouck.] Cart. dei secc. xvi-xviii, composto di 4 quaderni: nel 1°, di pp. 9 n. n. + 3 bianche, è un elenco di capoversi di poesie di Lorenzo, del Poliziano, del Berni e di altri, tratte dai successivi quaderni da note edizioni; nel 2° in f. di cc. 10 n. n. sono 16 canzoni a ballo, tratte in parte dall’edizione di Bergamo del 1763 e dal cod. Laur. 25° del xli pluteo; nel 3° in f. di cc. 7 n. n. si legge: «Di L. de’ M., tratte da un codice della Libreria Riccardi, intitolato Rime del Poliziano, Lorenzo Medici, Dante e altri10», e contiene cinque altre canzoni a ballo; nel 4° infine di cc. 32 n. n. (le ultime 5 bianche) è l’«Altercazione, overo Dialogo composto dal Magnifico Lorenzo di Piero di Cosimo de’ Medici nel quale si disputa», ecc.

49. Cod. Σ, IV, 33 della Biblioteca civica di Bergamo [Berg.]. Cart. del sec. xviii, di mm. 213×162, composto di 26 cc. [p. 341 modifica]recentemente numerate oltre a due di guardia in principio e in fine. A c. 1 r: Poesie di Lorenzo de’ Medici e di Angiolo Poliziano, di mano dell’erudito bergamasco Sebastiano Muletti. A c. 2 v: «Poesie inedite del Magnifico Lorenzo de’ Medici tratte da un ottimo M.scritto del sig. Apostolo Zeno. 1758», a cui il Muletti aggiunse di sua mano: «Copiate dall’ab. Bartolomeo Maria Piantoni (per me) Sebastiano Muletti». Le rime di Lorenzo vanno da c. 3 r a c. 14 r e comprendono 17 canzoni a ballo, le Sette allegrezze d’Amore e 3 canti carnascialeschi. A c. 16 r cominciano le «Poesie inedite di Messer Angelo Poliziano tratte da un ottimo M.critto dal S. Ab. Pierantonio Serassi. 1758».

50. Trivulziano 1038 [Tr.]. Cart. in f. del sec. xix. Medici Lorenzo, Giuliano e Piero. Poesie tratte da Codici Laurenziani, scritte da Gaspare Boncini, bibliotecario della Laurenziana.

51. Estense X* 34. [E.1]. Cfr. G. Rossi, in Giorn. stor. d. lett. it., xxxii (1899), 271 sgg. (descriz. e tavola). In questo codice, dopo le rime di Gualtiero Sanvitale, sono 7 componimenti falsamente attribuiti a Gualtiero stesso, di cui il primo è la nota egloga di Serafino Aquilano: «Silvan, mai mosse il ciel tanta ruina», e gli altri sei sono fra i piú noti sonetti di Lorenzo il Magnifico.


Nota. Di qualche altro codice, che non ci fu dato di rintracciare, abbiamo notizia. Nell’Inventario de li libri lasciati per la q. felice memoria dell’Ill.ma Signora Isabella d’Este marchesana di Mantova, pubblicato in Appendice (I.) all’art. del Luzio e Renier, La coltura e le relazioni letterarie di Isabella d’Este Gonzaga, in Giornt. st. d. lett. it., xlii (1903), p. 75, è ricordato: «n. 92. — Item Soneti di Lorencio di Medici in foglio scritti a mano coperti di capretto». È questo il cod. Estense 930 o un altro ms. perduto?

Parimenti non sappiamo che sia avvenuto d’un altro codice estense, che secondo il Lodi (Catalogo dei codici e degli autografi posseduti dal march. Giuseppe Campori, Modena, 1875, i, 133), conteneva rime del Magnifico, insieme con altre del Bembo, del Benivieni, dell’Alamanni. Le mie ricerche, aiutate qualche anno fa dal cav. Carta, bibliotecario dell’insigne libreria modenese, riuscirono infruttuose.

Gli editori della Granducale elencano poi due altri codici, che non mi fu dato di trovare: uno, membr. dei primi del 500, silloge di rime dei secoli xv e xvi, appartenente alla Biblioteca Chigi Zondadari di Siena; e l’altro cart., di proprietá dell’ab. Sebastiano Lotti, contenente, tra l’altro, molte canzoni a ballo del Magnifico e la Nencia da Barberino. Ma è copia moderna, dovuta probabilmente al Biscioni, tratta dall’edizione delle Canzoni a ballo, Firenze, 1568.


Note

  1. Cfr. Cian, Musa Medicea. Di Giuliano di Lor. de’ Medici e delle sue rime inedite, per nozze Flamini-Fanelli, Torino, 1895; Pèrcopo, in Rass. crit. d. lett. it., 1 (1896), 71 sgg.
  2. Cfr. a c. 61 r la data del 4 febbraio 1509, apposta a un canto carnascialesco di Biagio Bonaccorsi.
  3. Il Milanesi (Vite del Vasari, iii, 330-1) crede che questi bellissimi disegni siano di Sandro Botticelli per ragioni stilistiche e per particolaritá caratteristiche della sua arte, ed interpreta le lettere racchiuse entro un ornamento del primo foglio: «A.F.A.D.F.P.» cosí: «Alexander Filipepius artifex de Florentia pinxit».
  4. Cfr. Pèrcopo, in Rass. crit. d. lett. ital., i, 73-75.
  5. Per questo insigne musico fiorentino cfr. Ambros, Geschichte der Musik, Breslau, 1864. ii, 487. sgg.: Fetis, Biographie univ. des musiciens, Paris, 1870, viii, 101. — Quasi tutti i begl’ingegni toscani del tempo cantarono di lui; vedine un catalogo del Cinelli nel cod. corsiniano 1992, cc. 141-2, e una raccolta di componimenti poetici nel cod. mglb. II, ii, 109, c. 296 v.
  6. È il Marciano 243 Cl. ix Ital.
  7. Cfr. Giornale ligustico, 1875, p. 191.
  8. Per i suoi ascendenti giá noti cfr. Casini, Le rime dei poeti bolognesi del sec. XIII, Bologna, 1881. p. xiii; e Giorn. st. d. lett. it., iii (1884), p. 162. Per la questione dell’autografia cfr. specialmente Cian, Un decennio della vita di m. Pietro Bembo, Torino, Loescher, 1885, p. 84; De Nolhac, La bibliothèque de Fulvio Orsini etc., Paris, Vieweg, 1887, pp. 310-11.
  9. Per notizie su T. Bembo cfr. Mazzucchelli, II, ii, 769-70; per le relazioni fra lui e l’Orsini, De Nolhac, op. cit., p. 94.
  10. È il Ricc. 2723.