Opere (Lorenzo de' Medici)/Nota/II. Edizioni
Questo testo è stato riletto e controllato. |
◄ | Nota - I. Manoscritti | Nota - III. Il testo | ► |
II
EDIZIONI
a) Incunabuli ed antiche edizioni «sine notis typographicis».
1. Ballatette del | Magnifico Lorezo de medi | ci & di messere Agnolo Poli | tiani & di Bernardo giâbur | lari & di molti altri. [esempl. palatino D, 4, 7, 8]. 36 cc.; nel frontispizio una rozza silografia, da me descritta nello studio su La Simonetta (N. Ant. 16 giugno 1908). La ristampa giuntina del 1568 ha, in meno, cinque canzoni a ballo. Questa rarissima edizione è forse copia di un’altra perduta, che portava lo stesso titolo, «a petizione di Ser Piero Pacini da Pescia».
2. Canzone per andare in maschera per Carnesciale facte da piú persone1 [esempl. riccardiano n. 518]. Rarissima edizione, che sembra della fine del Quattrocento. La copia riccardiana appartenne giá al Bandini, che vi appose a tergo del primo foglio la nota: «Di questa prima rarissima edizione dei canti carnascialeschi, che pare fatta a Firenze colle stampe del Morgiani al tempo del Magnifico L. dei M., niuno ne fa menzione; ed è stata pure ignota al Boccia, autore dell’ultima ristampa dei medesimi. Fu acquistata da me A. M. Bandini nel mese di aprile 1779». Esiste in Riccardiana un altro esemplare, che sembra piú recente, con postille marginali tratte o dal Cod. Marciano o, piuttosto, dalla raccolta del Lasca.
3. Selve d’Amore composte dal Magnifico Lorenzo di Piero di Cosimo de’ Medici [es. pal.]. Di cc. 22 in 8°. In fine: «Finiscono le Selve d’Amore impresse in Firenze per Bernardo Zucchetta a petizione di Francesco di Jacopo (vocato) il Conte Cartolaio». È soltanto la 2a Selva.
4. Altercazione ovvero Dialogo composto dal Magnifico Lorenzo di Piero di Cosimo dei Medici, nel quale si disputa tra il Cittadino e ’l Pastore quale sia piú felice vita o la civile o la rusticana, colla determinazione fatta dal Filosofo dove solamente si trovi la vera felicitá. [es. mglb.].
5. Libro di Laude. [Es.ri Pal.]. Di questa piú antica stampa di laudi la Palatina possiede tre esemplari, giá appartenuti alla libreria del marchese Giuseppe Pucci: uno completo «a petizione di ser Piero Pacini da Pescia» [1510], ha 121 cc.; gli altri due sono mutili in principio e in fine. Il piú recente ha in fine, supplito da mano moderna: «Libro stampato in Venezia 1512 per Niccolò Zoppino».
6. Laude fatte e composte da piú persone spirituali a onore dello Onnipotente Iddio e della gloriosa Vergine Madonna Santa Maria. Codesta edizione, piú compiuta della precedente, fu veduta dagli editori della Granducale nella biblioteca del cav. Leopoldo Ricasoli.
7. Confessione di Luigi Pulci [Es. Pal.]. Dopo di essa, la lauda del Magnifico: «Vieni a me peccatore».
8. Laude composte da diversi2 [E. Pal.]. Stampata in «Firenze, per Antonio Miscomini nel 1489, per cura et a spese del Magnifico L. de’ Medici, che le proprie per la prima volta die’ in luce in esso volume».
9. Rime del arguto et faceto Poeta Bernardo Belinzone Fiorentino. [Es. riccardiano segnato E. III. 266 con le postille del Salvini]. Ediz. curata dal famoso prete Tanzi, e stampata a Milano nel 1493. A cc. 94 v e 95 r i due sonetti del Magnifico al Bellincioni.
b) L’edizione aldina.
Poesie volgari | nuovamente | stampate | di Lorenzo | de’ Medici, | che fu padre di Papa Leone: | col commento del medesimo sopra alcuni de’ suoi sonetti || AL [áncora aldina] DVS. || Con privilegio del Pontefice, et della Signoria di Vinegia, per anni XX3. In Vinegia, M. D. LIIII.
Questa edizione comprende 205 carte: da c. 2 a c. 111 le Rime, da c. 112 a 205 il «Commento di Lorenzo de’ Medici sopra alcuni de’ suoi sonetti». Seguono tre carte in fine n. n.: le prime due hanno la Correttione de gli errori, il registro e i segni tipografici; l’ultima bianca ha nel recto l’áncora aldina. Questa edizione è oggi divenuta assai rara; rarissima col foglio O quaderno, poiché la maggior parte degli esemplari che si conoscono mancano degli otto fogli del quad. O (cc. 105-112) sostituiti da quattro nuovi fogli (cc. 105-108). Cosicché gli esemplari, che hanno il f. O duerno, mancano di cinque canzoni a ballo, e per deliberato proposito, poiché le ballate ommesse da c. 108 a c. 112 sono fra le piú libere4. Un prezioso esemplare dell’aldina, che si trova nella Bibl. Marciana di Venezia, segnato col n. 46457, appartenne ad Apostolo Zeno e fu di sua mano in piú luoghi postillato5. L’insigne erudito veneziano si era occupato altra volta delle rime di Lorenzo de’ Medici a proposito di un codice appartenente alla biblioteca Foscarini, che è poi la famosa copia palatina della Raccolta aragonese (Pal. 204), inviatogli da Iacopo Facciolati, perché ne traesse lume intorno al raccoglitore. E lo Zeno riferendosi alla lettera proemiale, per lungo tempo attribuita, secondo la fede di un cod. riccardiano (2723), al Poliziano, e alle rime, per quanto adespote, accodate all’insigne raccolta, poté, con l’aiuto dell’aldina, stabilire che quella copiosa silloge di poesie antiche era stata messa insieme, per don Federico d’Aragona, da Lorenzo de’ Medici6. Solo piú tardi, e certo dopo d’aver postillato l’esemplare marciano, lo Zeno dovette acquistare il prezioso manoscritto delle rime di Lorenzo, scritto a Firenze da Giovanni Ugolini nel 1496, che è oggi il Marc. 243 cl. IX Ital. Infatti le «postille autografe», o meglio, le varianti segnate in margine dallo Zeno in fine della 1a Selva e in principio della 2a (da c. 81 r a c. 88 v) non sono tratte dal cod. Marciano, e quelle del Commento, in minor numero, non sono che le correzioni agli errori, registrate in fine del libro e dallo Zeno rimesse al proprio luogo.
Quale la fonte di questa piú antica stampa del Commento e delle Rime del Magnifico? Deriva essa direttamente dai mss. che ci sono pervenuti, o ci richiama per altri rami ad un esemplare perduto?
Dopo un esame minuto ed analitico dei codici e dell’aldina, che conto di dare nella prefazione dell’edizione maggiore, credo di poter sicuramente affermare che la stampa curata nel 1554 da Paolo Manuzio non è altro che la trascrizione piú o meno fedele del cod. Vaticano 3219, giá appartenuto ai Bembo; trascrizione dovuta ad un amanuense di mediocre coltura il quale, se tentò di correggere i molti errori della sua fonte, talvolta dove il senso era limpido, anche cogliendo nel segno, vi aggiunse altri errori, altre inesattezze, altre ommissioni. Non solo: ma per un breve tratto del Commento, che va nel cod. Vaticano da c. 159 v a c. 168 v, conviene ammettere, piú che una negligenza del copista, un proposito deliberato di correggere e di compendiare la sua fonte, tante e cosí profonde sono le divergenze fra i due testi. Questa l’ipotesi che apparisce piú fondata; poiché è per lo meno strano che solo per queste poche pagine l’editore dell’aldina si sia servito di un’altra fonte, che non può essere nessuno degli altri mss. pervenutici, quando per tutto il resto la coincidenza dell’aldina col codice Vaticano, e con esso soltanto, può dirsi perfetta. L’esame interno del ms. Vaticano e dell’aldina conferma quindi l’ipotesi, che si affaccia subito a chi pensi che il ms., passato pel testamento di Fulvio Orsini alla Vaticana, appartenne a mons. Torquato Bembo, legato d’amicizia con Paolo Manuzio, e rimase per lunghi anni nella biblioteca di Padova, prima che seguisse le sorti del famoso canzoniere autografo del Petrarca (Vat. 3195).
c) Altre edizioni del Cinquecento.
1. Selve d’Amore. Stampate due volte a Venezia nel 1515 e nel 1522 pei tipi di Giovan Francesco e Giovan Antonio Rusconi.
2. Opere | dello elegantissimo | poeta Seraphino Aquilano | nuovamente con diligentia | impresse con molte cose aggiunte || Impresso in Firenze per Philippo di Giun | ta nel M. D. XVI. di Dicembre. A c. 33 v il son. cxxxi: «Vedo iustitia lachrymosa e smorta», da alcuni editori attribuito al Magnifico; a c. 36 v il son. cxliiii pure attribuito a lui: «Amico, guarda ben questa figura».
3. La | Rappresentatione | di San Giovanni e Paulo | Composta | pel Magnifico | Laurenzio de’ Medici — a petizione di ser Francesco Buonaccorsi — s. l. t. [ma dei primi decenni del Cinquecento].
4. La Rappresentatione di sancto Giovanni e Paulo e di Sancta Costanza. — Segue: « Duo factori si scontrano insieme et uno di loro dice: Sozio buon dí». Indi: «Sonecto di Iustitia». [Es. Pal. E. 6. 7. 57 n. 4] «Stampato in Fiorenza ad instan | tia di m. Francesco di Giovanni | Benvenuto. Nel | 1538». —
5. La Rappresentatione | di Santo Giovanni e Paulo: | e di Santa Gostanza. | Composta per Lorenzo de’ Medici | Nuovamente Ristampata | In Siena, s. a. [ma della prima metá del sec. xvi].
6. Canzone a ballo | composte dal Magnifico | Lorenzo de’ Medici | a da M. Angelo | Politiano, | 1553, s. l. Si conoscono altre due ristampe fiorentine «appresso Bartolommeo Sermantelli» degli anni 1562 e 1568.
7. La | Rappresentatione | di santo Giovanni et Paulo | et di santa Costanza. | Composta da Lorenzo de’ Medici. | Nuovameute Ristampata. || [Es. Pal. id. n. 5] In Firenze l’anno | del nostro Signore | M. D. LV.
8. Tutti i Trionfi | Carri, Mascherate | o canti Carnascialeschi | andati per Firenze, | dal tempo del Magnifico Lorenzo vecchio | de Medici; quando egli hebbero pri | ma cominciamento, per infino | questo anno presente 1559. || In Fiorenza | MDLVIIII. A cura del Lasca. Es. Pal. 12-5-366 con note autografe di A. M. Biscioni7.
9. Delle Rime | scelte da diversi autori | di nuovo corrette | et ristampate. || In Vinegia appresso Gabriel Giolito de’ Ferrari | MDLXIII8. «Il primo volume» curato da Ludovico Dolce fu dedicato «al Magn. et eccellente dottore, M. Vincenzo Ritio, segretario della Illustriss. Signoria di Vinegia». Il secondo ha questo titolo: Rime | scelte | da diversi eccellenti | autori, nuovamente mandato in luce. | Al Nobiliss. S. Davi | Imperiale || in Vinegia appresso Gabriel | Giolito de’ Ferrari | MDLXIII. — Il 2° volume nell’esempl. marucelliano (1, 00, ix, 125) è mutilo dei ff. 489-496, cosicché mancano le rime di L. Alamanni e 15 dei 38 sonetti del Magnifico. Compiuta è invece la seconda edizione di quest’opera (ed. rara marucell. 4 A vii 71), uscita negli anni 1565-1588.
10. I Sonetti | del Burchiello, | di M. Antonio Alamanni | e del Risoluto, | di nuovo rivisti ed ampliati. || In Fiorenza, appresso i Giunti, | 1568. In fine i Beoni del Magnifico.
11. Canzone a ballo composte dal | Magnifico Lorenzo de Medici | et da M. Agnolo Poliziano, et altri autori, | insieme con la | Nencia da Barberino, et la Beca da Dicomano | Composte dal medesimo Lorenzo. | Nuovamente corrette. || In Firenze l’anno M. D. L. XVIII. I bibliografi citano di quest’opera una precedente edizione, uscita a Firenze nel 1533, che non mi fu dato di vedere [cfr. Piú recenti edizioni, n. 4].
12. La Rappresentatione | di San Giovanni, e Paulo, e di Santa Costanza. | Composta per Lorenzo de’ Medici || In Fiorenza a stanza di Jacopo Chiti. 1571.
13. Scelta di Laudi Spirituali di diversi Eccellentissimi e Devoti Autori Antichi e Moderni, nuovamente ricorrette e messe insieme. In Firenze, nella stamperia dei Giunti, 1578.
14. Laudi spirituali di Giesú Cristo, della Madonna, di diversi Santi et Sante... di nuovo ristampate. Bologna, Pellegrino Bonardo, 1579.
15. Ruscelli Girolamo, Imprese illustri, Venezia, Franceschi, 1584. A pag. 89 il son. sulla Fortuna attribuito al Magnifico.
16. La Rapresentatione | di Santo Giovanni et | Paulo et di Santa | Gostanza | Composta per Lorenzo de’ Medici | Nuovamente Ristampata. || In Firenze appresso Giovanni Baleni. 1588.
d) Edizioni dei secoli XVII e XVIII.
1. La Rappresentatione | Di Santo Giovanni, et Paulo | et di Santa Gostanza. | Composta da Lorenzo de’ Medici: | di nuovo ricorretta. | Aggiuntovi nel fine due Intermedij, i quali possano servire | per questa, e per altre Rappresentationi. || In Siena, alla Loggia del Papa. 1606 [Es. Pal. id. n. 9].
2. La piacevole e bella istoria della Nencia da Barberino e della Beca. Firenze, rincontro a S. Apollinare, l’anno 1622 [Es. Pal.]. Gli editori della Granducale ricordano una ristampa s. n. t., ma di poco posteriore, in «Firenze, appresso alle Scalere della Badia».
3. Rime sacre | Del Magnifico | Lorenzo de’ Medici | il Vecchio, | di Madonna | Lucrezia sua madre | e d’altri della stessa famiglia | raccolte e d’osservazioni corredate | Per Francesco Cionacci || Firenze. 1680. Una ristampa di quest’edizione divulgatissima fu fatta a «Bergamo, appresso Pietro Lancellotti, 1760».
4. Tutti i Trionfi | Carri, Mascherate | o canti Carnascialeschi | andati per Firenze, | dal tempo del Magnifico Lorenzo vecchio | de Medici; quando egli hebbero pri | ma cominciamento; | in questa edizione corretti, | con diversi Mss. collazionati, | delle loro varie lezioni arricchiti, | notabilmente accresciuti, | e co’ ritratti di ciascun Poeta adornati. || in Cosmopoli [Lucca], 1750. È la ristampa, ampliata e corretta, dell’edizione del Lasca (1559), dovuta alle cure dell’ab. Rinaldo Bracci, in due volumi.
5. Sonetti | del Burchiello, del Bellincione | ed altri Poeti Fiorentini, || Londra [Pisa o Lucca], 1757. Contiene, come la giuntina del 1568, di cui in parte è ristampa, il Simposio del Magnifico.
6. Poesie | del Magnifico | Lorenzo de’ Medici | in questa edizione nei luoghi mancanti e scorretti | compiute, e alla vera lezione ridotte. | S’aggiungono le Stanze in lode della Nen | cia, i Beoni, le Rime Spirituali e | altre Poesie inedite con alcune Me | morie attenenti alla sua Vita, Testimonianze ec. || Bergamo, 1763 | Appresso Pietro Lancellotti | con permissione.
È questa, per ordine cronologico, la piú notevole edizione delle poesie di Lor. de’ Medici dopo l’aldina del 1554. La vita di Lorenzo, come avverte l’editore (p. III), doveva essere scritta dall’ab. Bracci, e, morto lui, dal Serassi, ma, avendo questi in quattro anni consegnato soltanto le testimonianze, il catalogo delle opere e un brano appena della biografia, l’editore stesso dovette alla meglio compierla. Quanto al testo, il Lancellotti non si contentò di riprodurre l’aldina: fece collazionare questa edizione «con un testo a penna esistente nella libreria del sign. Apostolo Zeno, scritto di mano di un segretario di Lorenzo 4 anni dopo la sua morte», cioè con l’attuale cod. Marciano, e in fine diede un catalogo delle lezioni nuove introdottotte nel testo e di quelle che si potevano ancora introdurre. Per le Selve si giovò di alcune varianti, tolte dall’ab. Serassi ad un «ms. romano»9; la Nencia riscontrò «diligentemente con un Testo a penna della libreria Riccardiana (?)»; pubblicò il Simposio «come esiste ms. nella Bibl. Laurenziana di Firenze»10, ommettendo il cap. viii perché licenzioso; le Rime spirituali esemplò dall’ed. dal Cionacci (1680), e pubblicò per la prima volta le 11 canzoni a ballo, togliendole dal cod. Marciano. Infine il Lancellotti pubblicò integralmente il Corinto, del quale mancavano nell’aldina 17 terzine, riordinò le stanze della canzone: «Parton leggieri e pronti», malamente distribuite dal Manuzio, e riprodusse da un codice di Daniele Farsetti, collazionandolo col testo dato dal Ruscelli (o. c.), il son. attribuito a Lorenzo: «Amico, mira ben questa figura».
7. Poesie del magnifico Lorenzo de’ Medici, tratte da testi a penna della libreria mediceo-laurenziana, [Liverpool] 1791. — Pubblicate da W. Roscoe in soli 12 esemplari per gli amici, com’egli stesso ci dice in una nota al V° cap. della sua Life of Lorenzo de’ Medici; poi riprodotte in appendice alla Vita stessa (1795) e nella traduzione francese di F. Thurot (Paris, 1798, 2 vol.). Sono cinque canzoni a ballo, tre sonetti e un capitolo in terza rima, non ripubblicati poi nell’edizione londinese del 1801. Il Gamba (o. c., p. 202) ricorda una ristampa fatta a Pisa s. a., dove manca la ballata: «Tiemmi Amor sempre mai stretto e serrato».
8. Poesie | del Magnifico | Lorenzo de’ Medici | tratte da testi a penna | della Libreria Mediceo-Laurenziana. In appendice al IV volume dell’opera: The Life of Lorenzo de’ Medici, called the Magnificent, by William Roscoe, London, Basil: Tourneisen, mdccxcix; poi ristampate in opuscolo di p. 56 s. n. t. dal Roscoe stesso e dedicate «a’ suoi compatriotti, amatori della bella favella italiana». Furono «accuratamente» copiate da Guglielmo Clarke, e comprendono l’Ambra, la Caccia col falcone, gli Amori di Venere e Marte, le Sette allegrezze d’Amore, l’elegia «Vinto dagli amorosi empi martíri», 3 sonetti e 5 canzoni a ballo.
9. Poesie | del Magnifico | Lorenzo de’ Medici | e di altri | suoi amici e contemporanei | divise in due parti. || Londra, presso L. Nardini, e A. Dulau e Co, No. 15 — Roland street, MDCCCI11. Edizione dedicata dagli editori L. Nardini e S. Buonaiuti a W. Roscoe «come monumento della stima loro e per grato omaggio della nazione italiana». Tutta la prima parte (pp. 1-312) contiene poesie del Magnifico: le Selve, la Nencia, il Corinto, i Beoni, l’Altercazione, l’Ambra, la Caccia col falcone, gli Amori di Venere e Marte, le Sette allegrezze d’Amore, capitoli, ballate, canti carnascialeschi, sonetti e canzoni.
e) L’edizione granducale.
Opere | di | Lorenzo de’ Medici | detto | il Magnifico || Firenze | per Giuseppe Molini | co’ tipi bodoniani | MDCCCXXV.
Questa edizione in 4 volumi in f°, tipograficamente insigne, fu promossa dal granduca Leopoldo II di Toscana12, e curata da lui stesso e dagli accademici della Crusca, di cui era allora «arciconsolo» Vincenzo Follini. Intorno ai criteri che guidarono gli editori a fissare il testo del Commento e delle Rime, scrive in una lettera premessa al 1° volume della stampa (pp. v-vi) il granduca:
Ci siamo data la piú diligente premura di procacciare, non che le edizioni antiche e moderne di qualunque ancorché minima cosa che appartenesse al Magnifico, ma sí pure la massima e miglior parte dei testi a penna, che avemmo notizia esistere nelle biblioteche d’Italia: ed alcuno di essi altresí ci fu graziosamente d’oltramonti inviato.
Con tali soccorsi è stato intrapreso la collazione e l’emenda degli scritti del nostro autore. L’edizione di Bergamo, siccome la piú copiosa, ne ha servito di principale modello; e i testi a penna o qualche altra edizione hanno somministrato le aggiunte. Rispetto alle correzioni, allorché la lezione della stampa ci è sembrata evidentemente scorretta e i codici ne hanno presentata una buona, abbiamo sostituito questa a quella nel testo, non senza accennare in nota la rigettata lezione. Ma, quando la lezione della stampa non pareva condannabile affatto e d’altronde i testi a penna somministravano buone varianti e fors’anche migliori che la stampata non era, abbiamo piuttosto collocato queste nelle note, e lasciato quello in suo luogo.
Per la correzione del Commento, fatto da Lorenzo sopra una parte de’ suoi sonetti, tre soli erano gli aiuti di che eraci permesso valerci: l’edizione aldina, un codice Laurenziano e un codice Palatino dell’Archivio13. Niuno di essi era da essere seguitato senza riserva. In tutti si son trovate e mancanze e lezioni errate visibilmente. È stato perciò necessario giovarci or dell’uno, or dell’altro, per rendere quello scritto di piú facile intelligenza, che nell’edizione aldina non era14.
Tuttavia, a malgrado di ogni piú assidua cura degli editori, la Granducale è ben lontana dall’essere, anche pei tempi, un’edizione critica. Molti fra i codici piú autorevoli del Magnifico o rimasero ignoti alla Crusca o non furono messi a profitto come si doveva. Manca sopratutto il metodo: come si può anche argomentare dalle parole che ho piú sopra riportate, gli editori procedettero ad orecchio nel rifiutare o nell’accogliere le lezioni dei codici, né fu tentata alcuna classificazione dei mss. che permettesse di fissare con sicurezza il testo definitivo.
Fu, piú che tutto, un tentativo, per quei tempi notevole, di ritornare ai manoscritti, pur non avendo tenuto di essi il debito conto, neppur per quello che si riferisce alla paternitá dei vari componimenti.
f) Piú recenti edizioni.
1. Poesie | di | Lorenzo de’ Medici || Firenze, G. Barbèra editore | 1859. È la celebre raccoltina in 32° curata da G. Carducci, a cui è premesso il discorso Delle poesie di Lorenzo de’ Medici in questa raccolta (pp. v-lxxvi), ristampato in Opere (Primi saggi, Bologna, Zanichelli, 1889), ii, 17 sgg. col titolo Lorenzo de’ Medici. Pel testo il Carducci esemplò la Granducale «non senza il confronto dell’Aldina del mdliv per le Rime e le Selve d’Amore, e delle stampe del Quattro e Cinque e Seicento per la Nencia, per la Rappresentazione, per le Laudi e Canzoni a ballo, e del Settecento ancora per i Beoni e i Canti carnescialeschi, come pure delle pubblicazioni inglesi di tra ’l finire del secolo passato e il cominciare del nostro per i poemetti venuti in luce piú di recente».
2. Il Poliziano, il Magnifico, Lirici del Quattrocento. Firenze, Sansoni, 1910. Scelta scolastica a cura di M. Bontempelli.
3. Lorenzo de’ Medici, | detto il Magnifico, | Poemi, | con prefazione di Giov. Papini, Lanciano, Carrabba, 1911.
4. Poesie volgari | di Lorenzo de’ Medici | a cura di Janet Ross | e di Edward Hutton || in due volumi. Edinburgh, 1912. Cfr. R. Renier, in Giorn. st. d. lett. ital., vol. lxii, 214 sgg. Edizione tipograficamente elegantissima, ma non ugualmente corretta. Il testo è in generale esemplato sulla fiorentina del ’25; per alcune canzoni a ballo gli editori attinsero anche alla poco nota e rarissima stampa del 1533, ma la maggior parte di esse, qui date per la prima volta in recente edizione, non gli appartengono.
5. Canti carnascialeschi | di Lorenzo de’ Medici | e di altri poeti dei secoli XV e XVI | con prefazione di Massimo Bontempelli. || Milano, Istituto editoriale italiano, | [1913]. Riproduce l’edizione di Cosmopoli [Lucca] 1750, curata dall’ab. Rinaldo Bracci.
Note
- ↑ La silografia, che è nel frontispizio di questa edizione, fu riprodotta a p. 201 del vol. di Eugenia Levi, Lirica ital. antica, ecc., Firenze, Olschki, 1905; la rara stampa integralmente da S. Ferrari, Bibl. di letteratura popolare, i, 13 sgg.
- ↑ Il frontispizio è riprodotto in E. Levi, op. cit., p. 67.
- ↑ La richiesta di Paolo Manuzio alla Signoria per la stampa e il privilegio delle Poesie volgari di Lorenzo de’ Medici, e la licenza del Consiglio dei dieci, in data 17 ottobre 1553, sono in Arch. di St. di Venezia, Senato, Terra, filza 18, e Capi del Consiglio de’ dieci, Notatorio n. 15, c. 59.
- ↑ Cfr. Gamba, Serie dei testi di lingua, Venezia, 1839, p. 201; Razzolini e Bacchi della Lega, Bibliogr. dei testi di lingua, Bologna, Romagnoli, 1878, p. 228 sgg.; Renouard, Annales de l’imprimerie des Aldes, Paris, MDCCCXXV, 2a ediz., i, 390, n. 23.
- ↑ Il Gamba (op. e l. cit.) ricorda due esemplari marciani postillati dallo Zeno; ma la Bibl. di S. Marco non ne possiede ora che uno; un altro, postillato dal fratello Caterino, è nella libreria Melzi di Milano.
- ↑ L’autografo della lettera dello Zeno a Iacopo Facciolati, da Venezia 30 maggio 1742, è incollato in fine del cod. Palatino. Cfr. Zeno, Lettere, Venezia 1785, v, 335.
- ↑ Una ristampa fu curata da O. Guerrini, Milano, 1883.
- ↑ Cfr. Annali di Gabriel Giolito de’ Ferrari, a cura di S. Bongi, Roma, 1895, 18118. Furono ristampate nel 1586 dai figli di Gabriele.
- ↑ Probabilmente il Vat. 3219.
- ↑ Laur. 25° del xli° pluteo.
- ↑ Per quanto pubblicata nel second’anno del sec. xix, poniamo qui codesta eruzione, perché si collega con le due precedenti.
- ↑ Sull’opera data alla coltura da Leopoldo II, cfr. il vol. La Toscana alla fine del granducato, Firenze, 1909. p. 244.
- ↑ Il Laur. 25 del xli° pluteo e il Pal. 816. Gli editori della Granducale non conobbero dunque né il cod. Riccardiano né i due Vaticani.
- ↑ L’autografo di questa lettera, datata da Palazzo Pitti, 21 dicembre 1822, ed altri documenti intorno alla Granducale sono nell’archivio della R. Accademia della Crusca, ed io ne ebbi copia per cortesia del sen. Guido Mazzoni.