Pagina:Boccaccio - Filocolo (Laterza, 1938).djvu/584

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580 il filocolo


Pag. 561: «E priegoti che l’anima di me vecchio tuo padre, il quale aiutato t’ho e sopra tutte le cose amato, non ti esca della mente, ma continuo raccomandata sia» , che i codici leggono: «E priegoti che l’anima mia, di me vecchio tuo padre, la quale in tanto t’ha sopra tutte le cose amato, che spesso per te sé a se medesima è uscita di mente, ti sia raccomandata».

Ma non c’è pagina in cui la lezione manoscritta non venga a migliorare notevolmente il testo; basterà citare qualche caso fra i molti, in cui abbiamo potuto correggere senza esitazione. mediante l’accordo dei codici collazionati o consultati:

‛t’ha mosso’ in ‛t’ha messo’ (p. 3); ‛Adamo’ in ‛Prometeo’ (p. 9); ‛fece leggere il saltero e il libro d’Ovidio’ in ‛fece leggere il santo libro d’Ovidio’ (p. 60); ‛cosa’ in ‛casa’ (p. 92); ‛volere’ in ‛inganno’ (p. 107); lucida in laida (p. 109); ‛fare’ in ‛sostenere’ (p. 110); lucenti in buone (p. 126); ‛bellissimo’ in ‛fortissimo’ (p. 126); ‛cagione’ in ‛ingegno’ (p. 127); ‛nell’ampio campo corre’ in ‛col disteso capo corre’ (p. 127); ‛valoroso’ in ‛volonteroso’ (p. 127); ‛parrà da fare’ in ‛parrà di ferire’ (p. 128); ‛vigorosità’ in ‛vittoria’ (p. 128); ‛la santa giurisdizione’ in ‛la santa Iunone’ (p. 130); ‛infiammato’ in ‛enfiato’ (p. 149); ‛pallido affatto’ in ‛palido e afflitto’ (p. 175); ‛il piú che si potesse’ in ‛il piú che trovare si potesse’ (p. 177); ‛tanta bellezza quanta e come n’abbiamo udito in voi due regnare’ in ‛tanta bellezza come voi due ci siate state lodate’ (p. 178); ‛ora sospirasti’ in ‛ora soprastai’ (p. 182); ‛da me’ in ‛dal mio viso’ (p. 184); ‛mala’ in ‛amara’ (p. 185); ‛solenne festa’ in ‛grandissima solennità’ (p. 191); ‛temenza’ in ‛fidanza’ (p. 198); ‛ne nutricasse’ in ‛la vita ne nutricasse’ (p. 204); ‛la finì’ in ‛la finì di leggere’ (p. 209); ‛al suo intendimento’ in ‛al suo intendimento per tale segnale’ (p. 213); ‛fatta’ in ‛cercata’ (p. 217); ‛può passare’ in ‛sottilmente può passare’ (p. 219); ‛io medesimo’ in ‛io misero’ (p. 228); ‛di dolermi di te e di Biancofiore’ in ‛di dolermi di te e di biasimarti’ (p. 229); ‛quanto fu ancora d’Elena’ in ‛quanto fu ancora la lascivia d’Elena’ (p. 231); ‛trasmutato amore’ in ‛tracotato amore’ (p. 232); ‛malvagia’ in ‛puttana’ (p. 239); ‛come a Medea’ in ‛come a Medea valessono’ (p. 239); ‛essi, ... gli donarono’ in ‛essi, contenti di ciò che fatto aveva il re, ... gli donarono’ (p. 242); ‛presenza’ in ‛partenza’ (p. 244); ‛le tese vele’ in ‛le triste vele’ (p. 246); ‛vestimenti di trististia’ in ‛vestimenti significanti tristizia’ (p. 258); ‛lui confortar pareva’ in ‛lui confortare non poteva’ (p. 26o); ‛se mai dello amador di Elena’ in ‛se mai di Elena o della dolente Dido’ (p. 267); ‛graziosa terra’ in ‛guazzosa terra’ (p. 277); gli alti rami in gli spogliati rami (p. 278); solverò il tuo dimando in sovverrò al tuo dimando (p. 282);