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Pagina:Cennini - Il libro dell'arte, 1859.djvu/221

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Punta (di). «Il contrario di Di Piatto.» E con questo colore, tu con pennelletto di vaio, di punta vai ritrovando a pezzo a pezzo le tue ombre. 171. — Vedi Penneggiare.

Puntaruolo. Ma prima gratta la perfezione delle pieghe con qualche puntaruolo di ferro, o agugella. 83. Vedi Rosetta.

Puntolina. Poi rivolgi la penna volta in giù e mettitela in sull’unghia del dito grosso della man zanca, e gentilmente a poco a poco scarna e taglia quella puntolina. 14.

Puzza. «Sudiciume.» Se nulla puzza, o nocciolo, o granellino vi fusse, mandalo via. 134.

Quadra. «Forma, Figura, Misura.» Ma prima che il lavi (il vetro), taglialo di quella quadra che ’l vuoi. 172.

Quadro. «Cosa di forma quadra.» a Abbi a modo d’una tasca fatta di fogli incollati, o pur di legname, leggiera, fatta per ogni quadro, tanto vi metta un foglio reale, cioè mezzo. 29.
«In forma quadra.» Abbi una carta tagliata di quadro maggiore che il pezzo dell’oro, scantonata da ogni cantone. 134.

Quarro. «La quarta parte dell’oncia.» Prima togli un quarro di biacca grossa: quanto una fava di ocria chiara, men che mezza fava di nero. 22.

Quattrino. Vedi Stagno battuto.

Radente. Vedi Raffietto.

Radere i gessi. Queste due parti (il disegno e il colorire) vogliono questo, cioè: saper tritare o ver macinare, incollare, impannare, ingessare e radere i gessi e pulirli ec. 4. — E questo, perchè il piano non si può radere troppo perfettamente, e perchè il ferro è piano con che radi il gesso, dove lievi, riman bianco come latte. 120.

Raditura. «Raschiatura.» Egli è una colla, quale si fa di raditura di carta di cavretto, o di pecora. 111. — Abbi raditura di carta pecorina: bollila bene con acqua chiara, tanto che venga a una comunal tempera, cioè colla. 178.

Raffermare. Poi va’ raffermando con un pennello piccolo con inchiostro puro, tratteggiando le pieghe, i dintorni, nasi, occhi e spelature di capelli e di barbe. 31. — Poi conviene che con penna raffermi ciò hai disegnato. 157. — Poi piglia la penna, e lo inchiostro puro, e rafferma, si come fai in tavola con pennello. 164.

Raffietto. Fa’ fare certi ferretti, che si chiamano raffietti, come vedrai a’ dipintori, di più ragioni fatti. 115. — Abbi prima un raffietto piano e largo un dito, e gentilmente va’ intorno intorno al piano radente la cornice. 121.

Ragia di pino. Togli dagli speziali sei oncie di ragia di pino, tre oncie di mastrice, tre oncie di cera nuova per ciascuna libra di lapis lazzari. 62.

Ragione. «Qualità. Sorta.» Togli quanto una punta di coltellino di cinabrese chiara: mescola con li predetti i colori tutti insieme per ragioni, e fa’ il detto colore corrente e liquido. 67.

Ragnato. «Sottile e bucherellato a modo di tela di ragno.» In cornici e in fogliami si passa meglio d’oro più sottile, ma per li fregi gentili degli adornamenti de’ mordenti, vuole essere oro sottilissimo e ragnato. 139.

Raschiare. Togli una carta di cavretto, e dàlla a un cartolaio, e falla tanto raschiare, che poco si tegna. 24.

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