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«sulla mitologia» sermone di v. monti i85

ha saputo ben egli trasformare la veritá in poesia, e farne la sua Donna, o Aspasia, o Silvia, o Saffo. Nondimeno queste poesie di grado inferiore hanno pure il loro pregio, quando nei particolari si veggano elette immagini, e robusti e peregrini pensieri, come in Dante, ed in qualche canzone del Petrarca e nella Ginestra del Leopardi, perché fanno fede che, se al poeta è mancata la forza o la volontá di idealizzare il fondo della sua poesia, aveva tanta virtú di fantasia e di mente, che ha potuto gettarvi entro un tesoro d’immagini e di pensieri. Ma qui non vi è niente che lasci un’orma nella mente del lettore. Vi si vede un ingegno invecchiato, svogliato, fatto meccanico dall’abitudine di concepire e di scrivere sempre a quel modo. Aveva innanzi tutta la mitologia, e non ha trovato non che una perifrasi, ma né un epiteto solo, che abbia novitá o freschezza. Parlando di Omero ripete che è la prima fantasia del mondo; il giovane Manzoni, scrivendo quasi nello stesso tempo, diceva d’Omero:

D’occhi cieco, e divin raggio di mente
Che per la Grecia mendicò cantando.
Solo d’Ascra venian le fide amiche
Esulando con esso, e la mal certa
Con le destre vocali orma reggendo;
Cui poi, tolto alla terra, Argo ad Atene,
E Rodi a Smirne cittadin contende,
E patria ei non conosce altra che il cielo.

Il vecchio Omero non ispirò niente al Monti e rinasce tutto vivo nei versi manzoniani. E che dirò poi del concetto? Il Monti ha una mente cosí arida, cosí leggiera, cosí incapace di ogni meditazione! È un pensiero comunissimo esposto dal Tasso, che il vero persuada quando sia «condito in molli versi». Era questa la badiale obbiezione che si faceva ai romantici in tutte le conversazioni, ed il Monti la raccoglie dai trivii, e ce la imbandisce tre o quattro volte, né il suo cervello sa uscirne, né sa allargare il suo orizzonte, né ci dá un pensiero, un solo pensiero, che ci renda meditativi. Ma io sono troppo crudele col povero Monti, a cui nessuno ha conceduto molta testa. Non l’ho con lui, l’ho