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56 Matteo Bandello

in parte mandò ad effetto nei Canti XI in lode di Lucrezia Gonzaga, di cantare altre gentildonne ed altri gentiluomini emimenti di Francia.

V. 13. T’adeschi, ti lusinghi, t’attragga.

V. 15. Re dei Regi, Francesco I. Nei Canti XI vanta: «...il cor invitto | Di quel che Re dei Reggi può chiamarsi» (C. I.).

Vv. 22-23. Questo richiamo agli antichi vati, aggiuntovi talvolta, il Petrarca, è spesso poi ripetuto nel Canzoniere, cfr. son. VI, v. 14; son. XVI, vv. 4-8; e, particolarmente, tutto il son. XCVII, e il CXCVIII.

V. 24. È il dantesco, riferito proprio a Virgilio: «Di cui la fama ancor nel mondo dura» (Inf., II, v. 59).

V. 25. Per quanto Apollo instilli, inspiri loro ogni valentia nel canto.

V. 28. Perla preziosa e singolare, rara, unica nel suo genere, dal nome latino di lei Margarita. Il gioco di parola è già largamente usato in Francia a proposito dell’altra Margherita, la sorella di Francesco I, detta «la perle des Valois», della quale alcune poesie furono stampate a Lyon da Jean de Tournes, nel 1547, a cura di Simon o Silvius de la Haye precisamente col titolo encomiastico: Les Marguerites de la Marguerite des Princesses.

Vv. 30-31. Capace ... capir, allitterazione forzata.

V. 35. Icaro, figlio di Dedalo che volò sublime. Il paragone è sfruttato poi dal Bandello in un intero sonetto, il CLIX.

V. 37. Fetonte, figlio del Sole e di Climene, che male guida il carro del sole, e che da ultimo, fulminato da Giove, precipita.

V. 48. Il coro, l’insieme di tutte le grazie.

V. 55. Sape, sa, se il suo valore non cape, non capisce, non può esser contenuto in mente umana?

V. 59. Liberale e cortese; è, tra l’altro, l’augusta protettrice della Pléiade.

V. 61. Verso, sapido e aulente; di sapore e di profumo dugentesco. È forse reminiscenza dell’esordio del Tesoretto di Brunetto Latini: «Lo Tesoro comenza: | al tempo che Fiorenza | fiorìo e fece frutto».

V. 65. Idea petrarchesca, di cui fa uso, anzi abuso il Bandello; cfr. son. XXII, v. 14, nota.

V. 77. Parnaso, il monte della poesia, ha poeti dallo stile sì poderoso ecc.

V. 80. Mill'occhi, per indicarne la vigilante acutezza.

V. 95. Sermoni, discorsi in genere, in bello stile, purgati e al tempo stesso moraleggianti, come dice il v. 96.

V. 101. È il verso petrarchesco: «Che farìan gire i monti e stare i fiumi» (Canz., CLVI, v. 8), che ripete o rifà a suo modo più volte; cfr. XCVIII, v. 40.