Pensieri di varia filosofia e di bella letteratura/1235

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[p. 22 modifica] che il progresso delle cognizioni umane consiste nel conoscere che un’idea ne contiene un’altra (cosí Locke, Tracy ec.), e questa un’altra ec.; nell’avvicinarsi sempre piú agli elementi delle cose e decomporre sempre piú le nostre idee per iscoprire e determinare le sostanze (dirò cosí) semplici e universali che le compongono, giacché in qualsivoglia genere di cognizioni, di operazioni meccaniche ancora ec., gli elementi conosciuti in tanto non sono universali in quanto non sono perfettamente semplici e primi, (vedi in questo proposito la p. 1287, fine); cosí la massima parte di dette voci non fa altro che esprimere idee già contenute nelle idee antiche, ma ora separate dalle altre parti delle idee madri, mediante l’analisi che il progresso dello spirito umano ha fatto naturalmente di queste idee madri, risolvendole nelle loro parti, elementari o no (ché il giungere agli elementi delle idee è l’ultimo confine delle cognizioni), [p. 23 modifica]e distinguendo l’una parte dall’altra, con dare a ciascuna parte distinta il suo nome e formarne un’idea separata, laddove gli antichi confondevano le dette parti o idee suddivise, che per noi sono oggi altrettante distinte idee, in un’idea sola. Quindi la secchezza che risulta dall’uso de’ termini, i quali ci destano un’idea quanto piú si possa scompagnata, solitaria e circoscritta, laddove la bellezza del discorso e della poesia consiste nel destarci gruppi d’idee e nel fare errare la nostra mente nella moltitudine delle concezioni e nel loro vago, confuso, indeterminato, incircoscritto. Il che si ottiene colle parole proprie, ch’esprimono un’idea composta di molte parti e legata