Pensieri di varia filosofia e di bella letteratura/2580

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[p. 316 modifica] latina e la greca. Ma quel secolo ignorante non conosceva la greca, pochissimo la latina, massime la latina buona e regolata (fors’anche molti, conoscendo passabilmente il latino, e fors’anche scrivendolo con passabile regolatezza, erano sregolatissimi in italiano, per incapacità di applicar quelle regole a questa lingua, che tutto dí favellavano sregolatamente, di conoscere o scoprire i rapporti delle cose ec). Quei pochi che conobbero un poco di latino scrissero con ordine piú ragionato, come fecero principalmente i frati, Passavanti, F. Bartolommeo, Cavalca ec. Dante, e piú ancora il Petrarca e il Boccaccio che meglio di tutti conoscevano il buono e vero latino, meno di tutti aberrarono dall’ordine dialettico dell’orazione. Questi principalmente diedero autorità presso i posteri a’ loro scrittori contemporanei, la massima parte ignoranti, non solo di fatto, ma anche di professione laici e illetterati e che non pretendevano di scrivere se non per bisogno, come i nostri castaldi. I quali abbondarono di sragionamenti e disordini grammaticali d’ogni sorta.

Di tali aberrazioni n’hanno tutte le lingue quando [p. 317 modifica]si cominciano a scrivere, e tutte nel séguito ne conservano piú o meno, sotto il nome di proprietà loro, benché non sieno