<dc:title> Pensieri di varia filosofia e di bella letteratura </dc:title><dc:creator opt:role="aut">Giacomo Leopardi</dc:creator><dc:date>XIX secolo</dc:date><dc:subject></dc:subject><dc:rights>CC BY-SA 3.0</dc:rights><dc:rights>GFDL</dc:rights><dc:relation>Indice:Zibaldone di pensieri I.djvu</dc:relation><dc:identifier>//it.wikisource.org/w/index.php?title=Pensieri_di_varia_filosofia_e_di_bella_letteratura/3033&oldid=-</dc:identifier><dc:revisiondatestamp>20161204084910</dc:revisiondatestamp>//it.wikisource.org/w/index.php?title=Pensieri_di_varia_filosofia_e_di_bella_letteratura/3033&oldid=-20161204084910
Pensieri di varia filosofia e di bella letteratura - Pagina 3033 Giacomo LeopardiXIX secoloZibaldone di pensieri I.djvu
[p. 145modifica] latino: vedi p. 2894 e seg.) dell’antico visitus; egli è un latinissimo vistus anteriore a visus e piú regolare. Or come mai questo participio, perduto affatto nel latino conosciuto, questo participio antichissimo, piú antico e piú regolare dell’usato dagli scrittori latini, comparisce per la prima volta nel latino-barbaro, e quindi si trova usitatissimo e comunissimo in due lingue moderne figlie della latina, e trovasi in luogo del visus del latino conosciuto, il qual visus nelle dette lingue non trovasi? Forse questo participio, indipendentemente dal latino, è stato fatto in dette lingue dal verbo vedere secondo le regole di coniugazione proprie, non del latino, ma di esse lingue? Anzi, secondo queste regole, egli è in esse lingue affatto anomalo e irregolare e fuori d’ogni ordine; ei non ha in esse lingue veruna origine; e in luogo di esso, la lingua italiana, secondo le regole delle sue coniugazioni, dee dire veduto[1] (lo spagnuolo dovrebbe dir veido o vido), e lo dice infatti ancor esso. Ma questo secondo participio
Note
↑Veduto sarebbe appunto il regolarissimo viditus, secondo il detto a pag. 3074, segg. 3362-8. Cosí da fundo regolarmente funditus dimostrato da funditare; da medeo, meditus dimostrato da meditare, come altrove dico, cioè p. 3352-60.