Pensieri di varia filosofia e di bella letteratura/3622

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*   Sempre che l’uomo non prova piacere alcuno, ei prova noia, se non quando o prova dolore, o vogliamo dir dispiacere qualunque, o e’ non s’accorge di vivere. Or dunque non accadendo mai propriamente che l’uomo provi piacer vero, segue che mai per niuno intervallo di tempo ei non senta di vivere, che ciò non sia o con dispiacere o con noia. Ed essendo la noia pena e dispiacere, segue che l’uomo, quanto ei sente la vita, tanto ei senta dispiacere e pena. Massime quando l’uomo non ha distrazioni, o troppo deboli per divertirlo potentemente dal desiderio continuo del piacere, [p. 69 modifica]cioè insomma quando egli è in quello stato che noi chiamiamo particolarmente di noia. Vedi p. 3713 (7 ottobre 1823).


*    Vermiglio, vermeil, vermejo vien da vermiculus, come a pag. 3514, fine e 3515, fine. Or dunque questa voce vermiculus è comune a tutte e tre le lingue figlie per significare il rosso ec. Dunque dico io che questo significato di vermiculus dovette essere del volgare latino. E tanto piú, quanto è noto che il color della porpora ec. si faceva appunto con certi vermicelli. Vedi gli antiquarii e fra gli altri la Dissertazione del Cav. Rosa sulla porpora. Onde è naturalissima la metafora da’ vermicelli, vermiculi, al color rosso, e specialmente al rosso profondo, vermiglio, qual doveva essere