Pensieri di varia filosofia e di bella letteratura/4238

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*    Πάτανον-πατάνιον o βατάνιον, come appunto in latino patina-patella.


*    Senz’altro fiato (cioè nessuno). Galilei, Saggiatore; Opere, ediz. di Padova, t. II, p. 284, luogo molto insigne e notabile al proposito.


*    Alla p. 4204. Bellissimo, e da vedersi e leggersi attentamente, è il capo 7 del libro VI di Casaubono, ad Athenaeum, dove parla degli antichi libri intitolati Διδασκαλίαι o περὶ διδασκαλιῶν (che potremmo tradurre delle Esposizioni dei drammi), libri che contenevano le istorie o croniche delle opere drammatiche, in quanto alle circostanze dei tempi, occasioni, modi, in cui furono esposte sulla scena. Intorno a tale argomento si affaticarono i primi letterati, incominciando da Aristotele, e massime i critici. Erano libri, come bene osserva il Casaubono, utilissimi alla cronologia da una parte, e dall’altra alla storia sí delle vicende [p. 174 modifica]politiche e sí dei costumi, tanto generali della Grecia o di Atene (dove si esponevano i drammi), quanto individuali delle persone piú cospicue e famose di ciascun tempo. Giacché mille volte le vicende politiche davano occasione, e argomento intero, a questo o quel dramma, e vi erano figurati i caratteri dei principali personaggi dell’attuale repubblica. Tali erano le istorie teatrali dei greci; libri, dove quasi senz’avvedersene s’imparava la storia politica, la storia piú intima delle opinioni e dei costumi nazionali, civili, individuali della Grecia, anno per anno. Che cosa di comune potrebbero avere con queste le nostre istorie teatrali, le istorie, se ne avessimo, delle nostre esposizioni di arti; e simili libri? Quando presso di noi né drammi, né opere d’arte, né cosa alcuna d’ingegno suol rappresentare le circostanze dei tempi, né essere occasionata e figlia legittima del tempo? Infatti quale interesse hanno le nostre istorie teatrali, se non forse per le compagnie degl’istrioni? (Recanati, 29 dicembre 1826). Vedi p. 4294.


*   Differenza tra le antiche e le piú recenti, le prime e le ultime, mitologie. Gl’inventori delle prime mitologie (individui o popoli) non cercavano l’oscuro per