Poesie (Parini)/Indice dei capoversi
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Indice dei capoversi
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INDICE DEI CAPOVERSI
CONTENUTI NEI DUE VOLUMI
Il numero scritto in cifre arabiche indica la pagina. La indicazione delle pagine del secondo volume è preceduta da II.
Aborro in su la scena |||
301
Accendi il foco, Elpin, mentr’io ti bendo |||
16
Agitata il foco accresco |||
II, 348
Ah colui non amò; colui avversi |||
II, 291
Ah, Davidde, che fai? Cotanti armati |||
II, 93
Ah furbetta, in questo istante |||
II, 349
Ahi, non finisci ancora |||
II, 332
Ahi qual fiero spettacolo |||
II, 213
Ahi quante, ahi quante di pietate ignudi |||
14
Ah, se fosse in poter mio |||
II, 381
Ah, Tofan, quella Gora, quella Gora |||
39
A lei vegnente |||
261
All’abbate Recalcati |||
II, 356
Allor che il cavo albergo è in sé ristretto |||
II, 250
Allor che in terra ebbe soggiorno Astrea |||
II, 269
Al maestro Nicola Zingarelli |||
II, 279
Alma grande, che ti pasci |||
II, 351
Alto germe d’eroi, cui diè natura |||
II, 270
Ambiziosa voglia |||
II, 208
Amorosa ventoletta |||
II, 349
Andate a la malora, andate, andate |||
50
Andavo a sorte, come spesso io soglio |||
II, 386
Apollo passeggiò |||
II, 114
Appunto in quel momento |||
II, 323
Ardirò ancor tra i desinari illustri |||
120; 192
Ardono, il credi, al tuo divino aspetto |||
II, 275
Ascolta i tuoi pastori |||
II, 63
Bambin, cresci e t’assomiglia |||
II, 253
Bella gloria d’Italia, alma sirena |||
II, 270
Belle, son qui per voi |||
II, 345
Ben poss’io da bella mano |||
II, 350
Ben ti conosco al venerando aspetto |||
II, 274
Beverai meco, o Mecenate amato |||
II, 355
Bravo Carpan! Ho vist qui ses sonett |||
II, 265
Candido in cielo e di be’ raggi adorno |||
6
Canonico, voi siete il padre mio |||
II, 150
Carca di merci preziose e rare |||
27
Cari figli, non temete |||
II, 355
Certo non tu, signor, perder lasciasti |||
II, 246
Cessa; perché trafiggermi |||
II, 386
Che lieto giorno è questo?... Il cor nel seno |||
II, 83
Che pietoso spettacolo a vedersi |||
II, 264
Che si scortica l’asino alla prova |||
36
Che spettacol gentil, che vago oggetto |||
II, 290
Che vai, ch’entro a’ gemmati aurei palagi |||
30
Che vale ormai sull’erudite carte |||
II, 303
Chi è costui che neH’umil suo letto |||
30
Chiese l’empia donzella; e giá scorrea |||
II, 263
Chi noi giá per l’undecimo |||
II, 219
Chi non sa come dietro a un bel concento |||
II, 249
Ch’io possa diventare una ghiandaia |||
42
Chiunque dice che impossibil sia |||
II, 309
Colei, Damon, colei, che piú d’un angue |||
19
Col guardo i’ vo su per l’aereo calle |||
27
Colombetta gentil, che fra i clamori |||
II, 290
Colui che fece di «grembiul» «grembiale» |||
34
Colui che giace qui |||
II, 355
Comincio dal tuo nome a far parole |||
II, 283
Com’ombra il Sol ch’oltre al meriggio varca |||
II, 243
Crispin non avea pan, tre giorni è oggi |||
II, 313
D’Adria l’estinta sposa in bianche vesti |||
II, 304
Da questo cerchio che sul lito io segno |||
17
Da un tal che pare una mummia d’Egitto |||
44
De le belle il capo a nuoto |||
II, 352
Deposta un giorno Torrida facella |||
20
Diece lustri ornai compiuto |||
II, 217
Di neve e grandin dura |||
II, 382
Di te piú amabile |||
II, 11
Dolce dopo un alpestro, erto cammino |||
II, 244
Donna, se tu scorgessi il grande ardore |||
7
Dove, o pura colomba, affretti il volo |||
II, 271
Dove presso il Tarpeo |||
II, 355
Dunque, Manzon, scorgesti i vaghi rai |||
9
Dunque, ninfa crudel, dunque a* miei versi |||
70
Ecco Bromio, pastori, ecco Lieo |||
12
Ecco del mondo e meraviglia e gioco |||
II, 268
Ecco la reggia, ecco de* prischi Incassi |||
II, 285
Ecco ’l grand’arco in alto e la saetta |||
10
E dove, o Temi, per l’aereo vano |||
II, 300
Egimo, andiam giú per l’inferma valle |||
II, 317
Egli è pur ver, Elpin, ch’altra donzella |||
31
Endecasillabi, cui porgerete |||
26
Endecasillabi, voi non diletti |||
II, 305
E puote or la mia vista incerta ed^egra |||
II, 243
È pur dolce in su i begli anni |||
310
E pur ten riedi giá, dolce pensiero |||
9
È questo il freddo avel, questa è la lira |||
II, 242
E stanco ancor non sei |||
II, 332
Eternatrice dea, di Giove figlia |||
II, 199
E volpi furibonde e gatti ardenti |||
II, 262
Face orribil, se è ver che in ciel ti accendi |||
II, 252
Fama della virtú, del duro e acerbo |||
II, 256
Filli, appunto in quel momento |||
II, 426
Filli, qualor con un bel nastro appeso |||
11
Filli, questo splendor che con tant’arte |||
29
Finché il Sole arde in Lione |||
II, 348
Fingi un’ara, o pittor. Viva e festosa |||
II, 276
Finor di Babilonia in riva ai fiumi |||
II, 255
Fior de le vergini, non pur che sono |||
II, 251
Fiume superbo, quante volte al morso |||
II, 210
Fogliazzi, amor di Temi e de le Muse |||
II, 169
Fra gl’impeti d’Amore e di Fortuna |||
12
Fuoco, gelo, velen, salute e morte |||
II, 294
Garzon bellissimo, a cui con gli anni |||
II, 306
Gentil donzella, che a marito andate |||
II, 296
Giá i venti che accompagnano |||
II, 386
Giá s’odon per lo cielo alti rimbombi |||
19
Giá tante moli regie |||
II, 385
Giovin signore, o a te scenda per lungo |||
89; 157
Gira l’alta donzella, e in mille modi |||
29
Giunto a Cesare innanzi, umil deponi |||
II, 266
Godo trattar la cetera |||
II, 427
Grato scarpel, su questa pietra incidi |||
II, 271
Grida per ogni via, squallido e abbietto |||
II, 264
Ho gusto ancor di vivere |||
II, 333
Ho nel ventre il mio sapere |||
II, 342
Ho visto i geroglifici d’Egitto |||
41
I gravi carri e i bronzi che per cento |||
II, 247
II di che nacque la mia donna al mondo |||
6
Il gatto andò a la casa del villano |||
II, 310
Illustri spettatori, ecco piú ardite |||
II, 86
Il mercante che mi vende |||
II, 349
Il padre eterno |||
263
Il pomo che a le nozze di Peleo |||
II, 289
Il tuo bene, il tuo bel foco |||
II, 352
Impavidi il novello anno attendete |||
II, 252
Importan come la mosca |||
II, 350
r muoio alfine, alfine, o cruda Eumolpi |||
16
In man d’essecutori e di notai |||
43
In non so qual cittá dell’Indie, un tempo |||
II, 105
In una solitaria capannetta |||
II, 189
In vano in van la chioma |||
326
In van pregato |||
263
Invido veglio, che di verde e forte |||
II, 231
Io di Lidia il gran re non mi rammento |||
21
Io giá fui un seccatore |||
II, 243
Io giá ventola non sono |||
II, 430
Io men giá tutto sol, pensoso e stanco |||
II, 129
Io, Nencia, sono stat’ieri a Fiorenza |||
39
Io son nato in Parnaso, e Palme suore |||
32
Ira è un breve furor, subito ardente |||
II, 316
La bella primavera |||
II, 426
Lá dove Pindo al ciel tanto s’innalza |||
24
La fetida del cor negra palude |||
II, 283
La forte madre che mirò il suo figlio |||
II, 248
La penitenza del mio fallo grave |||
II, 241
L’arbor fatale che di rami annosi |||
II, 263
L’arbor son io, Signor, che tu ponesti |||
II, 257
Lascia gracchiare e questi baciapile |||
II, 135
Lá su l’alto del colle, e da quel lato |||
II, 123
La vaga primavera |||
II, 321
La verginella che dal ciel condotta. |||
II, 284
Le fresche ombre tranquille, i colli ameni |||
II, 292
L’estro divin, che l’agitata fibra |||
II, 184
Lidia, qualor di Telefo |||
II, 383
Lucido esempio e guida |||
II, 229
Lungo ’l Sagrin, mentre i pastor le gote |||
17
Ma d’ambrosia e di nettare gelato |||
266
Madam, g’hala quai noeuva de Lion |||
II, 278
Ma de gli augelli e de le fere il giorno |||
225
Mancavan forse a te, vergin prudente |||
II, 247
Manzon, s*i’ te l’ho detto, tu lo sai |||
63
Manzon, s’io vedrò mai l’aspro flagello |||
24
Masin, codesto tuo calonacaccio |||
53
Mentre fra le pompose urne e i trofei |||
II, 301
Mentre soccorsi attende e la battaglia |||
II, 361
Mentre sul freddo letto ancor giacea |||
II, 304
Mentre su navi idee, pel mar fluttivago |||
II, 384
M’ha invitato a ballar ieri ser Nanni |||
46
Milan rammenta ancor quel lieto giorno |||
II, 257
Mirate come scioglie e come affrena |||
II, 258
Molti somari ho scritto in una lista |||
45
Morbo crudele avea rapito a Filli |||
II, 182
Muse pitocche andatene al bordello . .. |||
52
Nacque a la Parma, e del natio paese |||
II, 356
Nanni mi sbircia prima, e quindi arrappa |||
48
Nanni s’ha messo un mantellaccio indosso |||
47
Natura, un giorno a contemplar discese |||
II, 293
Nave che sciogli cosí ardita e franca |||
II, 259
Né d’erba né di rio vaghezza prende |||
20
Nel di che la fatai tela fornita |||
II, 420
Nel di che tratto all’ultima partita |||
II, 420
Nel maschio umor piú puro un verme sta |||
II, 308
Nel piú caldo della estate |||
II, 429
Nencia, te l’ho pur detto cento volte |||
38
Nencia, ti mando questo mio sonetto |||
38
Ne’ piú remoti secoli |||
II, 215
Né tu contenderai, benigna notte |||
241
Nice la brutta al vago Elpin porgea |||
II, 312
Nice propio da senno e non per gioco |||
II, 341
No che non eran mani eran crivelli |||
II, 306
Noi ventagli e voi amanti |||
II, 352
Non a voi, sorde mura, esposte al danno |||
II, 272
Non è dato ai mortali |||
II, 230
No, non si pianga un uom d’ingegno eletto |||
II, 261
Non ricercare, o Quinzio |||
II, 385
O Agrippa, il tuo valor, le tue vittorie |||
II, 383
O anima bizzarra del Burchiello |||
40
O bella Venere, per cui s’accende |||
II, 298
Occhio indiscreto, che a cercar ti stanchi |||
II, 286
Occhio indiscreto, or taci e piú non angi |||
II, 286
O del numero ancor de’ fidi amici |||
II, 220
O del vetro piú chiaro, ameno fonte |||
23
Odi, Alcone, il muggito |||
319
O d’Insubria superba, alta regina |||
II, 202
Offeso un giorno Amore |||
II, 327
O Fortuna, Fortuna crudelaccia |||
45
O genovese, ove ne vai? Qual raggio |||
292
O germi illustri, io mi credea molt’anni |||
II, 312
Oh beato colui che può innocente |||
II, 296
Oh beato terreno |||
280
Oh corteccia possente |||
II, 226
Oh crudi affetti che dintorno al core |||
II, 254
Oh Dio! padre, che festi? Ahi sventurato |||
II, 91
Oh gl’ínsubri e l’Italia |||
II, 223
Ohimè in quel giorno, ohimè in quell’ora amara . . . |||
II, 283
Oh la tua stirpe egregia |||
II, 221
Oh Morte, oh bella Morte, oh cara Morte |||
II, 287
Oh oh vedete s’i’ son pronto a scrivere |||
67
Oh poffare! ser Cecco, i’ son rimasto |||
55
Oh tiranno signore |||
298
Oimè che turbine rivoltuoso |||
26
O Mecenate, o nobile |||
II, 382
O meco infin da gli anni miei piú verdi |||
II, 187
O mente, serbatrice delle cose |||
263
O monachine mie, questa fanciulla. |||
51
O nell’uopo maggior di nostra etate |||
II, 249
O Pan capripede, che tutto puoi |||
II, 288
O pellegrin, che non vedesti mai |||
7
O Povertá, che dal natio soggiorno |||
II, 256
Or che giá la stagion fiorita e bella |||
75
Or ecco il carnesciale; e in qual dell’anno |||
II, 144
O reverendo padre Cavenago |||
II, 314
Or tu, Giulio, vedrai tra i marin flutti |||
II, 157
O saggio amico, che corregger tenti |||
II, 180
O santa fede, al mondo oggi si rara |||
II, 245
O sciocco pescatore, e che stoltezza |||
79
O Sfregia, o Sfregia mio |||
II, 99
O Sonno placido, che con liev’orme |||
25
O tardi alzata dal tuo novo letto |||
II, 298
O tiranno signore |||
298
Ove mori, ove visse ed ove nacque |||
II, 145
Parco di versi tessitor ben fia |||
338
Pari a fumo d’incenso i nostri voti |||
II, 277
Pendi, mia cetra umil, da questo salce |||
15
Péra colui che dall’estraneo lito |||
II, 287
Perchè al bel petto e all’omero |||
352
Perché infocata il volto |||
II, 225
Perchè, mio cor, resistere |||
II, 324
Perché nel mar di procellosa vita |||
II, 295
Perché sei tu, vii can, coi lupi timido |||
II, 386
Perché sono un fanciullo, un garzoncello |||
35
Perchè turbarmi l’anima |||
277
Per l’ameno Lucretile |||
II, 384
Per l’aspro calle ond’a Parnaso uom giunge |||
25
Per molte genti e molti mar condotto |||
23
Pien di contrasto e di pena e di stento |||
II, 260
Pingimi, o Musa, or che prescritto è il fuoco |||
II, 166
Piú non invidio chi vedralla ignuda |||
II, 291
Plauso e contento in ogni via congiunto |||
II, 242
Poiché ciascun vendemmiator si sente |||
13
Poiché compiuto il diciottesim’anno |||
II, 303
Poiché dal braccio del Signor guidate |||
28
Poiché il maggiore or sei servo de’ servi |||
II, 248
Poi che la gran Teresa i serti frali |||
II, 266
Poi che tant’opre e gloriose hai solo |||
267
Poi che tu riedi a vagheggiar dell’etra |||
II, 278
Ponendo con amor leggi alle genti |||
000
Portate in una madia la civaia |||
35
Precede Imene, e rende luminosa |||
II, 422
Precorre Imene, e rende luminosa |||
II, 297
Predaro i Filistei l’arca di Dio |||
II, 279
Qual cagion, qual virtú, qual foco innato |||
II, 302
Qual dolce spiritello entro alle dita |||
11
Quale, o Clio, degli eroi, qual degli dèi. |||
II, 383
Qual fra le mense loco |||
313
Qual fra quest’erme, inculte, orride rupi |||
II, 302
Qual fu, qual fu la scellerata mano |||
31
Qual molle giovinetto |||
II, 382
Qual prodigio fía mai? Quale inusato |||
II, 96
Quand’io sto innanzi a que’ due lumi bei |||
II, 292
Quando costei su la volubil scena |||
II, 251
Quando de l’ode alcaica |||
II, 357
Quando fía mai quel di che tu ti sciolga |||
10
Quando il nume improvviso al suol latino |||
II, 262
Quando novelle a chiedere |||
348
Quando Orion dal cielo |||
315
Quando tra vili case in mezzo a poche |||
II, 174
Quanti celibi e quanti al mar consegna |||
II, 273
Quanto ai miei voti fervidi |||
II, 236
Quanto t’invidio, bello uccellino |||
II, 289
Quel che la lebbra de’ peccati nostri |||
II, 282
Quella pianta gentil, ch’avea battuta |||
15
Quell’io che giá con lungo amaro carme |||
II, 254
Quell’ospite è gentil che tiene ascoso |||
304
Questa che le mie forme eterne rende |||
II, 274
Questa che or vedi, Elpin, crinita stella |||
II, 252
Queste che il fero allobrogo |||
336
Queste che il vate egregio |||
396
Queste incallite man, queste carni arse |||
II, 255
Questo biondo covon di bica or tolto |||
13
Quindi le antiche madri, ed Opi e Vestii |||
263
Rapi de’ versi miei picciol libretto |||
II, 277
Rondinella garruletta |||
22
Riedi, riedi all’onor de’ prischi vanti |||
II, 317
Sai tu, gentil Grismondi |||
II, 356
Scelerato, chi sei |||
II, 230
Scenda il poter del tuo divino aspetto |||
II, 417
Scendi propizia dall’ardente sfera |||
II, 299
Sciogli, Fillide, il crin, e meco t’ungi |||
18
Scior curat de Pusian, ne ridii no |||
II, 314
Scorre Cesare il mondo, e tutto ei splende |||
II, 268
Se a me il destin di celebrar contende |||
II, 275
Se costui fosse nato allor che i vati |||
40
Se di Bacco il liquor nel mio cervello |||
22
Se di nozze a cantar prendo |||
II, 330
Se i lacci poi del mio bel genio indegni |||
II, 258
Se in vece di guardar co’ miei stromenti |||
II, 347
Ser Cecco mio, voi siete spiritato |||
49
Se robustezza ed oro |||
330
Se scorto pria t’avessi, o d’una gogna |||
48
Se te savisset |||
II, 357
Se una bella ha gelosia |||
II, 350
Se volete saper altro |||
II, 358
Si, figlio, ai sommi dèi |||
II, 45
Si, fuggi pur le glebe e il vomer duro |||
II, 285
Signora Rosa mia, saggia e dabbene |||
II, 119
Signor che fai? cosí dell’opre altrui |||
264
Signor Curato, mi son pure accorto |||
58
Signori cari, fate di star sani |||
49
Signor, poco dappoi |||
II, 358
Signor, poi che degnasti a i versi miei |||
II, 176
Signor, tra i fasti onde piú sorge altera |||
II, 301
Silvia immortai, ben che da i lidi miei |||
II, 273
S’io di nozze a cantar prendo |||
II, 331
S’io mi credessi che con òr la morte |||
21
Si vaga pianta e si gentile avea: |||
14
Si, vivi pur cosí,. vecchia |||
53
Sonami in sulle labbra, o dolce nome |||
II, 284
Son le porte d’Averno, a quel ch’io sento |||
52
Son sorelle Olivazzi, e non han padre |||
II, 316
Sopra il molle canapè |||
II, 349
Sorgi, novella aurora, e ’l crin componi |||
II, 125
Spesso de’ malinconici sapienti |||
II, 206
Spesso mi torna il dolce tempo a mente |||
8
Spettatori gentili |||
II, 85
Spontanei versi, che dal cor sorgete |||
II, 186
Sta flutta milanesa on gran pezz fa |||
II, 265
Stava a l’ombra gentil di un gran cotale |||
33
Stava un giorno Citerea |||
II, 339
Stesa sul letto un di languida e mesta |||
II, 316
Stolta è costei che in solitarie mura |||
II, 272
Sul lieto stuol cui della danza il vago |||
II, 313
Superbo fiume, quante volte al morso |||
II, 210
Su queste pallid’ossa, e giá da cento |||
28
Su, signor correttore, in sul nasaccio |||
34
Tanta giá di coturni, altero ingegno |||
II, 267
Te con le rose ancora |||
323
Te dal numero ancor de’ fidi amici |||
II, 220
Te di stirpe gentile |||
II, 228
Te il mercadante, che con ciglio asciutto |||
356
Terrestre angiolo mio, che dal bel labro |||
II, 250
Teseo, Osiri, Gíason, Bacco ed Alcide |||
II, 269
Tirsi, non tei diss’io, ch’all’aere fosco |||
18
Ti sono schiavo, ti son servitore |||
42
Torna a fiorir la rosa |||
287
Tra il popol folto, Amor v’udi, dolenti |||
II, 297
Tu da novelle, o nave, onde frementi |||
II, 384
Tu pingesti il mio volto, e nello sguardo |||
II, 305
Tu tratterai con man colui ch’esangue |||
II, 244
Udrammi dunque Amor tristi e dogliosi |||
8
Una povera donna che si trova |||
II, 307
Una ventola son io |||
II, 350
Un di costor che per non esser sciocchi |||
II, 139
Un prete brutto, vecchio e puzzolente |||
II, 259
Un somarello è montato in bigoncia |||
II, 315
Vada in bando ogni tormento |||
II, 211
V’ha chi ben sa come ogni scudo ammetta |||
261
Vanne, o Morte crudel, vanne pur lieta |||
II, 357
Vanne, o vergin felice, entro al romito |||
II, 246
Varca il pastore delle umane genti |||
II, 267
Varo mio, se giammai piantar alberi |||
II, 384
Vate non trovasi che piú bei versi |||
II, 311
Vedete, oh Dio! vedete. Ecco la Morte |||
II, 261
Vedi come il Soratte or splende candido |||
II, 383
Venditor sono di ventole |||
II, 348
Venerabile impostura |||
284
Vergin, cui gli alti monti |||
II, 386
Vergin, ti chiudi or forte entro al romito |||
II, 411
Virtú donasti al sol che i sei pianeti |||
II, 281
Virtú, grazie, beltá, modestia e ingegno |||
II, 356
Viva cui piace in fra i tumulti assorto |||
II, 178
Viva, o signor, viva in eterno, viva |||
II, 276
Viva, viva la Giuditta |||
II, 325
Voce crudel giá si spargea dintorno |||
II, 209
Voi avete a saper, buone persone. |||
43
Voi che sparsi ascoltate in rozzi accenti |||
5
Voi me ne avete fatti tanti e tanti |||
50
Volano i giorni rapidi |||
II, 334
Volgi un momento sol, volgi un momento |||
II, 293
Zitti, zitti. Io sono Amore.. . |||
II, 351