Poichè nel corso della fuga amara

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Gabriello Chiabrera

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Febo sett'Albe ha rimenato appena Veggio spumante, ed assalir gli scogli
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XXX

AL SIG. JACOPO POPOLESCHI

Che i Poeti devono celebrare la Virtù.

Poichè nel corso della fuga amara
     I fier nemici il buon Baracco estinse,
     E che Jahel magnanima s’accinse,
     E di vita privò l’empio Sisara;
5In bei sembianti, d’allegrezza aspersi,
     Debora sorse a celebrar quel giorno;
     E perchè chiaro si girasse intorno,
     Lume gli crebbe con eterei versi.
Disse gli assalti, e di quelle armi il suono,
     10E degli Ebrei Campion descrisse il vanto;
     Indi al supremo Dio rivolse il canto,
     Della cui destra ogni vittoria è dono.
Sì fatte note, o Popoleschi, ammira
     Il Mondo intento ad ammirabil Musa;
     15Però sian legge di tuo studio e scusa,
     Se il colle di Parnaso a sè ti tira.
Che se l’alma virtù negletta e nuda
     Non empie il guardo de’ mortali appieno,
     Come di pregio non fia degno almeno
     20Chi per ornarla s’affatica e suda?
Deh movi ardito, e liberal di fama,
     Tempra la cetra, ed a lei sposa i carmi;
     Gli armati loda, e va gridando all’armi
     Or che alto rischio a guerreggiar ne chiama.
25Mira, che gonfio il cor d’orgoglio e d’ire,
     Pur sul Danubio l’Ottoman s’affretta;
     Mira, che inerme i crudi assalti aspetta
     Germania o senza senno o senza ardire.
Di’ tu, che onesta morte a viver mena;
     30Che vero onor al Ciel s’apre la strada;
     Che è meglio in petto aver colpo di spada,
     Che giogo al collo, e che sul piè catena.