Prospetto biografico delle donne italiane/Biografia delle donne italiane/Secolo XIV
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Secolo XIV
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SECOLO XIV.
Erano entrambe figlie del celebre Giovanni d’Andrea Canonista. È fama che in mancanza del padre una di loro dettasse in cattedra; anzi, se prestasi fede a Cristina da Pizzano, la quale attribuisce a Novella quest’onore, essa dettava coprendosi il volto d’un velo. Il Facciolati però, all’autorità appoggiato di Giulio Cesare Croce, asserisce, essere stata Bettina, moglie di Giovanni da Sangiorgio, quella che ognora supplì per il padre. Morì essa in Padova nel 1355, e fu seppellita in s. Antonio.
OPERE LASCIATE ED AUTORITÀ
- Cristina da Pizzano, Cité des dames, cap. 36.
- Wolfio, de Mulier. erud. p. 406.
- Facciolati, Fasti Gymn. Pat. P. I, p. 55.
Buonsignori, Maddalena, di Bologna. N. .... M. 1396.
Fu moglie di Giovanni Bianchetti, ed addottorata in legge, la spiegò in patria dal 1380 fino alla morte.
Un Trattato de Legibus connubialibus.
Buonsignori-Bianchetti, Giovanna, di Bologna. N. .... M. ....
Fu figlia di Matteo Bianchetti, e moglie di Buonsignore de' Buonsignori: sembra ch’ella fosse nel 1354, al servizio dell’Imperatrice moglie di Carlo IV. Conobbe la lingua Latina, la Greca, la Polacca, la Legge, e la Filosofia.
Alcune Poesie, e fra queste un Sonetto sulla Resurrezione di Gesù Cristo annunziata dagli Angeli a Maria Vergine.
- Tiraboschi, St. Lett. It. T. V, p. II, pag. 541. Ediz. di Venezia, 1795.
- Bergalli, Racc. delle più ill. rimatr. d’ogni secolo. Venezia, 1726, in 8vo.
Camino (da), Gaja, di Trevigi. N. .... M. 1311.
Di quest’eruditissima e leggiadra figlia di Gherardo da Camino non sono giunte fino a noi memorie di fatto che ne comprovino il letterario valore. Chi ella fosse lo indica Dante nel suo Purgatorio parlando del Padre:
- Per altro soprannome io nol conosco,
- S’io nol togliessi da sua figlia Gaja.
- Dante. Purgat. C. 16.
- Barbieri. Orig. della poesia rimata, Modena, 1790, in 4to, pag. 169.
Genga (dalla), Eleonora, di Fabriano. N. .... M. ....
Seguace dello stile del Petrarca, e cultissima donna. Fiorì nel 1360.
Alcuni Sonetti.
- Crescimbeni, Comment. Volg. Poesia. V. II, P. 2.
- Topica di M. Andrea Gilio.
Guglielmo (di), Ortensia, di Fabriano. N. .... M. ....
Era vivente nel 1350 a’ tempi del Petrarca, e le Poesie, che di essa ci restano, ci danno a conoscere quanto fosse dello stesso ammiratrice ed imitatrice. Uno de’ suoi Sonetti è in morte di Laura della Genga.
Alcuni Sonetti.
- Scelta di Canzoni e Sonetti di più eccell. rimatrici. Ediz. di Bologna, 1709.
Fiorì circa il 1350. Dicesi ch’ella fosse di Sassoferrato, e pretendesi che quel Sonetto indirizzato al Petrarca: Io vorrei pur drizzar queste mie piume, fosse veramente scritto da lei.
Un solo Sonetto.
- Tommasini, il Petrarca redivivo. Padova, in 4.to.
- Tiraboschi, St. Lett. It. T. V, P. 2. Ven. 1795.
- Bergalli, Racc. rimatr. P. 1.
Siciliana, Nina. N. .... M. ....
Contrastasi dai dotti l’anteriorità nella vulgare poesia fra Nina Siciliana e Gaja da Camino. Io non trovo che una sola memoria, e questa presso il Profess. Levati, la quale mi dia luogo a credere ch’ella vedesse il secolo XIV. So certamente, ch’ella fu detta Nina di Dante, per l’amore da lei portato a Dante da Majano, del quale si accese alla lettura de’ suoi versi: si vuole ancora ch’ella non lo abbia veduto mai, e che soltanto un metafisico sorprendente amore le abbia ispirate soavissime rime. Ciò proverebbe mirabilmente in questa donna un’anima oltre ogni dire bollente, ed un cuore fatto per l’amore il più puro; il quale avrebbe probabilmente operato prodigi, se fosse stato avvalorato dalla vicinanza di grato oggetto e perfezionato dalla santità di legittimi nodi.
La Bergalli ha dato il primo luogo, fra le illustri Rimatrici, a Nina Siciliana, ed ivi si può ricavare una giusta idea del suo leggiadrissimo stile.
- Bergalli, Racc. rimatr. P. 1.
Siena (da), s. Catterina. N. 1347 M. 1380
Non è ben certo s’ella fosse figliuola di Bonincossa da Siena, ovvero discendente dalla famiglia Borghesi. Fu monaca di s. Domenico, e per santità e dottrina illustre, altrettanto che per le fatiche da essa sofferte affine di riconciliare la città di Firenze colla santa Sede, ottenendole assoluzione dalla scomunica. Indusse altresì le città d’Arezzo, di Siena e di Lucca a conservarsi fedeli all’Ecclesiastico Governo; ed ebbe fortunato effetto l’ardore col quale si adoperò per utile della Chiesa, ottenendo che Gregorio XI rimettesse in Roma la sede papale, stata da lunghi anni in Avignone trasferita.
Lettere volgari dirette a Principi, ed a Pontefici, ed altre molte.
Un celebre Trattato della Divina Provvidenza, pubblicato dal Gigli in Siena nel 1707 con altre di lei Orazioni.
- Ediz. d’Aldo Manuzio, Ven. 1500, in fogl.
- Ediz. di Girolamo Gigli con note in 4.to Vol. 4. preceduti dalla Vita di questa Santa.
Trebiani, Elisabetta, di Ascoli. N. .... M. ....
Era vivente circa il 1097, fu moglie a Paolino Grisanti, e fu donna di allo coraggio. Dicesi che di notte tempo, essendo col marito, rimanesse ferita per difenderlo.
Un Sonetto.
- Crescimbeni, Comment. Volg. Poesia. T. III, p. 232.
- Bergalli, Racc. rimatr. P. 1.
Vergiolesi, Selvaggia, o Selvaggia, Ricciarda, di Toscana. N. .... M. 1321.
Cino da Pistoja amò teneramente una certa Selvaggia, da cui fu corrisposto, ed alla quale pressoché tutte dedicò le sue Rime. Il Petrarca nel Trionfo d’Amore ne fa menzione, dicendo: Ecco Dante e Beatrice; ecco Selvaggia, ecco Cin da Pistoja.... (Cap. 4, pag. 151, Ediz. di Venezia, 1778). Il Quadrio, e molti altri dietro all’autorità de’ quali la Bergalli ancora, la dicono Ricciarda Selvaggi, ma l’Ab. Tiraboschi, ed il Professore Levati ci avvisano, che negli Elogi degl’Illustri Toscani chiamata viene Selvaggia Vergiolesi. Sebastiano Ciampi nella Vita di M. Cino da Pistoja asserisce, che Selvaggia morì nel 1521.
Un Sonetto ed un Madrigale, che stanno nei Commentari del Crescimbeni.
- Tiraboschi, St. Lett. It. T. V, P. 2.
- Bergalli, Racc. rimatr. P. 1.
- Vita e poes. di Mess. Cino da Pistoja, di Sebastiano Ciampi. Pisa, 1813, in 8vo.
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