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Questioni urgenti (d'Azeglio)/2

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Paragonare lo Stato ad una nave non è immagine molto nuova; ma quel che è abbastanza nuovo è il trovarsi sulla coperta di questa nave e sentire comandare la manovra da chi non è il comandante: è abbastanza nuovo il trovarsi al 20 di gennaio, e sapere che a giorno fisso al 1mo Marzo, è dato appuntamento da chi non è nè il Re nè il suo Governo, per radunare un esercito e partir per la guerra. Radunarlo dove? come? coi denari di chi? con qual bandiera? — Ufficialmente nessuno lo sa!

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È tempo una volta di spiegarsi, chè l’impresa di render l’Italia indipendente, impresa alla quale abbiamo consumato la vita, non ha ora a diventare un tiro di bussolotti, nè ha ad andare avanti per equivoci e per reticenze a profitto de’ più svelti.

Liberar l’Italia, renderla forte, e perciò unificarla, è il pensiero di tutti; ma non intendiamo che sotto la coperta dell’Italia ci vogliano invece far passare la Repubblica.

Qui sta il nodo della questione: e su questo è bene dir quattro parole.

Prima di tutto, nessuno mi leva di capo che in questa questione della Repubblica è corso un equivoco. Chi la vagheggia come l’ultimo ed il più sapiente prodotto dell’arte dello Stato, esamini più attentamente la questione, e troverà che la Repubblica ne è invece il primo rudimento.

Il primo vincolo di tutte le società umane fu la forma Repubblicana pel tempo di pace, e la Monarchica assoluta pel tempo di guerra. Ciò spiega Tacito nella sua Germania; ce lo confermano le Storie; e si trova ora fra le tribù selvaggie. Questa prima repubblica barbarica aveva anzi un grado d’indipendenza individuale, che nessuno ora crederebbe possibile. Un solo individuo poteva opporsi e mandare a monte una deliberazione di tutti. Di un tal sistema rimase la traccia nel Veto della Costituzione della Polonia.

Dai tempi più antichi dunque l’assoluta indipendenza individuale in pace (Repubblica) finiva necessariamente nell’assoluta dipendenza (Assolutismo) in guerra. Come era da prevedersi, chi aveva preso il comando in guerra, lo seppe mantenere in pace; salvo ad essere abbattuto dal popolo colla violenza. L’umanità fu alternativamente [p. 14 modifica]giocata alla palla da queste due forze per secoli. E perchè? Perchè ambedue erano alla lor volta irresponsabili; quindi sfrenate; quindi cagione della propria rovina. E quale fu il più alto e benefico trovato dell’ingegno e dell’esperienza degli uomini, annaffiato da tanto sangue e tante lacrime, e comprato a prezzo di così severe lezioni?

Fu un sistema ove tutti, salvo uno, fossero responsabili; quindi non potessero divenire sfrenati e condurre loro stessi a ruina.

È evidente, che lo stato migliore è quello nel quale tutti debbano rispondere dei loro atti, e subirne le conseguenze, senza distinzioni nè privilegi. La responsabilità di ogni individuo (persuadiamocene) è la sola e vera garanzia della libertà di tutti. Questo stato chiamato sistema costituzionale è per ora il più alto grado al quale si sia inalzata la scienza politica; e per un implicito consenso le nazioni più intelligenti cercano di adottarlo.

Dunque chi cerca la Repubblica, invece d’andare avanti, vuole tornare indietro: e questo è quanto molti amanti della Repubblica non avevano forse mai avvertito. In nome del ben pubblico e del loro proprio bene, vogliano riflettervi.