Rime (Vittoria Colonna)/Sonetti spirituali/Sonetto LXXXI

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SONETTO LXXXI


Se ’l fedel servo, a cui per vero affetto
   Si scopre il mar de la bontà di Dio,
   Non avesse, per grazia, in lungo oblio
   Del viver suo tuffato l’intelletto,
Avria, con tal ragion, odio e dispetto
   Al vaneggiar passato obliquo e rio
   Ch’impedir li potria quel Lume pio
   Che purga ed empie ogni mortai diffetto,
Il qual in queste onde tranquille vuole
   Che s’immerga e si sazi, e non si volga
   A mirar le già corse e turbide acque,
Acciò mentre è ancor debil non ritolga
   Il pensier da Colui, ch’accender sòie
   La speme, in cui ’l gran Padre si compiacque.