Rime varie (Alfieri, 1903)/CCXLIII. Io mi vo vergognando infra me stesso

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CCXLIII (1795). Io mi vo vergognando infra me stesso

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CCXLIII (1795). Io mi vo vergognando infra me stesso
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CCXLIII (1795).

Io mi vo vergognando infra me stesso
Di un’ampia macchia, onde imbrattommi il Fato:
Senz’essa, io forse un uom sariami stato,
Ponendo in fatti ciò che in voci ho espresso.

Mi fea Natura invan del miglior sesso,
Poichè in città non libera pur nato;
Quindi, io sempre al gigante il nano a lato
Figuro in me, quando alti sensi intesso.

Ma Lusinga ingegnosa, anco talvolta
A consolarmi di un tal danno sorge,
Dicendo: «Ogni opra d’uom gli anni han sepolta,

«Men lo scriver che il dolce utile porge:
«Nata in serve contrade anima sciolta,
«O il suo scriver non muore, o un dì risorge.»