Rime varie (Alfieri, 1903)/CLXVI. Già son dell'Alpi al più sublime giogo

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CLXVI (1785). Già son dell'Alpi al più sublime giogo

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CLXVI (1785). Già son dell'Alpi al più sublime giogo
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CLXVI (1785).

Già son dell’Alpi al più sublime giogo,
D’onde verso il German l’acqua si avvalla:
Precipitar vorrei sovr’essa a galla,
Per giunger prima al sospirato luogo.

Ciò non potendo, al cuor mi è pure sfogo
Mirar quest’onda, e dir: presto vedralla
Quella, con cui (se il mio sperar non falla)
Miei dì trarrò sino al funereo rogo.

Rapido scendi oltre l’usato, o fiume;
E, per far lei pria del mio giunger lieta,
Mie’ carmi arreca in su le ondose piume.

Perchè tu il sappi, al tuo fuggir pon meta
Là, dove splenda inusitato un lume;
Ch’ivi è colei, ch’ogni mia doglia acqueta.