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Rime varie (Alfieri, 1903)/CXCIV. Emmisi chiusa alfin l'inferi porta

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CXCIV. Èmmisi chiusa alfin l'inferi porta

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CXCIV. Èmmisi chiusa alfin l'inferi porta
CXCIII. Morte già già mi avea l'adunco artiglio CXCV. Chi 'l crederia pur mai che un uom non vile

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CXCIV.

Èmmisi chiusa alfin l’inferi porta,
Da cui proruppe strabocchevolmente
Flusso infinito di materia morta
In negro-gialla bile aspra-fetente.

Il dolce sonno, che l’alma conforta,
Già dal mio ciglio omai due lune assente,
E in van chiamato, riede, e in don mi apporta
E vita, e forza, e ardire, e carmi, e mente.

Or superbiam su via noi d’Eva prole;
Figli del ciel, chiara progenie bella,
Per cui soli si alluma e gira il Sole.

L’uom, che se stesso de’ suoi pregi abbella,
Se sgombrar vuol dal suo pensier tai fole,
Sieda un solo mesetto alla predella.