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Rime varie (Alfieri, 1903)/CXXVII. Tempo già fu ch'io sovra ognun beato

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CXXVII. Tempo già fu, ch'io sovra ognun beato

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CXXVII. Tempo già fu, ch'io sovra ognun beato
CXXVI. Le pene mie lunghissime son tante CXXVIII. Due Gori un Bianchi e mezzo un arciprete

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CXXVII.

Tempo già fu, ch’io sovra ognun beato
Mi tenni, ed era allor; che tal nomarsi
Può chi se stesso in altri ha ritrovato:
Ben, cui quaggiù non debbe altro agguagliarsi.

Or ch’io son da mia donna allontanato,
Intero il mondo a me un deserto farsi
Veggio; e non so, quanto in sì fero stato
Fortuna ria mi vuol, per appagarsi.

Oh, come varie appajono le stesse
Umane cose, in varïar destino,
A chi ’l suo cor troppo abbandona in esse!

Fin ch’ella, con quel suo dolce divino
Parlar, la debil mia ragion diresse,
Uom mi credetti; e son, men che bambino.