CXXXIII. Quattrocent'anni, e più, rivolto ha il cielo
../CXXXII. L'Arno già l'Appennino e il Po mi lasso
../CXXXIV. Lontano ohimè già mesi e mesi e mesi
IncludiIntestazione
6 giugno 2022
100%
Da definire
<dc:title> Rime varie </dc:title>
<dc:creator opt:role="aut">Vittorio Alfieri</dc:creator>
<dc:date>1776-1799</dc:date>
<dc:subject></dc:subject>
<dc:rights>CC BY-SA 3.0</dc:rights>
<dc:rights>GFDL</dc:rights>
<dc:relation>Indice:Alfieri - Rime varie (1903).djvu</dc:relation>
<dc:identifier>//it.wikisource.org/w/index.php?title=Rime_varie_(Alfieri,_1903)/CXXXIII._Quattrocent%27anni_e_pi%C3%B9_rivolto_ha_il_cielo&oldid=-</dc:identifier>
<dc:revisiondatestamp>20220606162331</dc:revisiondatestamp>
//it.wikisource.org/w/index.php?title=Rime_varie_(Alfieri,_1903)/CXXXIII._Quattrocent%27anni_e_pi%C3%B9_rivolto_ha_il_cielo&oldid=-
20220606162331
Rime varie - CXXXIII. Quattrocent'anni, e più, rivolto ha il cielo Vittorio AlfieriAlfieri - Rime varie (1903).djvu
CXXXIII. Quattrocent'anni, e più, rivolto ha il cielo
[p. 94 modifica]
Quattrocent’anni, e più, rivolto ha il cielo,
Da che il Tosco secondo, in carmi d’oro
Si dolse aver canuto Italia il pelo,
E morta essere ad ogni alto lavoro.
Che direbbe or, s’ei del corporeo velo
Ripreso il carco, all’immortal suo alloro
Star sì presso mirasse il crudo gelo
D’ignoranza, che fa di sè tesoro?
E se sapesse, ch’ei non è più inteso;
E, men che altrove, in suo fiorito nido,
Ch’ora è di spini e di gran lezzo offeso?
E s’ei provasse il secol nostro infido?
E s’ei sentisse or dei re nostri il peso?
E s’ei vedesse chi di fama ha grido?
|