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Rime varie (Alfieri, 1903)/CXXXIX. Quel dolor ch'io provai caldo ed immenso

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CXXXIX. Quel dolor ch'io provai caldo ed immenso

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CXXXIX. Quel dolor ch'io provai caldo ed immenso
CXXXVIII. Era di maggio il quarto giorno e l'ora CXL. Qui il chiaro fiume che il Germano e il Gallo

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CXXXIX.

Quel dolor ch’io provai caldo ed immenso;
Quando da lei mal vivo mi divelsi,
Fitte in cor le sue spade infino agli elsi,
Mi tien tuttor; tal ne conservo il senso.

Pur dovria men d’alquanto essere intenso,
Or che, per non morir, vederla io scelsi:
Ma da radice il mio soffrir non svelsi
Con questo breve passeggier compenso.

Quindi è che gioja, qual dovria, non torna,
Bench’io a lei mi rappressi, entro al mio petto,
Ove il temere ogni goder distorna.

Gran gioja, è ver, ma assai più affanno aspetto;
E quel terribil dì già mi raggiorna,
Ch’io sarò di lasciarla ancor costretto.