LXVI (1783). O di gentil costume unico esempio
../LXV. Ecco sorger dall'acque io veggo altera
../LXVII. O cameretta che già in te chiudesti
IncludiIntestazione
30 maggio 2022
100%
Da definire
<dc:title> Rime varie </dc:title>
<dc:creator opt:role="aut">Vittorio Alfieri</dc:creator>
<dc:date>1776-1799</dc:date>
<dc:subject></dc:subject>
<dc:rights>CC BY-SA 3.0</dc:rights>
<dc:rights>GFDL</dc:rights>
<dc:relation>Indice:Alfieri - Rime varie (1903).djvu</dc:relation>
<dc:identifier>//it.wikisource.org/w/index.php?title=Rime_varie_(Alfieri,_1903)/LXVI._O_di_gentil_costume_unico_esempio&oldid=-</dc:identifier>
<dc:revisiondatestamp>20220530151251</dc:revisiondatestamp>
//it.wikisource.org/w/index.php?title=Rime_varie_(Alfieri,_1903)/LXVI._O_di_gentil_costume_unico_esempio&oldid=-
20220530151251
Rime varie - LXVI (1783). O di gentil costume unico esempio Vittorio AlfieriAlfieri - Rime varie (1903).djvu
LXVI (1783). O di gentil costume unico esempio
[p. 57 modifica]
O di gentil costume unico esempio,
D’ogni alto mio pensier cagione e donna,
Del lasso viver mio sola colonna;
Di celestial virtude in terra tempio:
Mentr’io di pianto l’aere rïempio,
Com’uomo il cui martír mai non assonna,
Forse un duol non minor di te s’indonna,
E del tuo molle cor fa crudo scempio.
Che fai tu sola i lunghi giorni interi,
Al trapassare or sì molesti e lenti,
Più che saetta a noi già un dì leggieri?
D’udirti parmi in sospirosi accenti
Chiamarmi a nome; e veggio intanto i neri
Occhi appannarsi in lagrime cocenti.
|