LXXXVIII (1783). Chi vuol laudare la mia donna, tace
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1 giugno 2022
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<dc:title> Rime varie </dc:title>
<dc:creator opt:role="aut">Vittorio Alfieri</dc:creator>
<dc:date>1776-1799</dc:date>
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Rime varie - LXXXVIII (1783). Chi vuol laudare la mia donna, tace Vittorio AlfieriAlfieri - Rime varie (1903).djvu
LXXXVIII (1783). Chi vuol laudare la mia donna, tace
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Chi vuol laudare la mia donna, tace;
Tanta lo prende nuova maraviglia,
Che impresa ei troppo stimerebbe audace,
Parlar di cosa, cui nulla somiglia.
L’invidia pur, che in suo livor si sface,
Spesso a biasmarla arditamente piglia;
Ma poi vedendo che biasmata piace,
Anch’essa di tacer si riconsiglia.
Per tutto ov’ella in sua beltade passa,
Un non so qual dolce tremor nel core,
E un profondo silenzio addietro lassa.
Ciascun vuol farle, e non sa come, onore:
Con sua modestia ella ogni orgoglio abbassa;
E tutti abbaglia l’alto suo splendore.
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