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Rime varie (Alfieri, 1903)/XCIX. Se all'eterno fattor creder potessi

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XCIX. Se all'eterno fattor creder potessi

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XCIX. Se all'eterno fattor creder potessi
XCVIII. Là dove muta solitaria dura C. Quel grande che fatale a Roma nacque

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XCIX.

Se all’eterno fattor creder potessi
Cosa esser grata un vile ozio devoto,
O se finger di crederlo sapessi,
Giurerei forse oggi di Bruno il voto.

Dell’ampio mondo traditore il vuoto,
I casi varj e sempre pur gli stessi,
E l’aspra noja, e il rio languor mi è noto;
Nè più vedrei, se in lui mill’anni io stessi.

Parte di me miglior, mia donna, m’odi:
O insieme in solitudine rimota
Vivremo un giorno in dolci e lieti nodi;

O ch’io, vivo sepolto in terra ignota,
Sempre piangendo, cantando tue lodi,
Sospirerò che morte mi percuota.