Rime varie (Alfieri, 1912)/CXLIX. Perché da qualche tempo non scriva più versi

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CXLIX. Perché da qualche tempo non scriva più versi

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CXLIX. Perché da qualche tempo non scriva più versi
CXLVIII. Tentò ogni genere letterario, eccetto la storia CL. Lo agita il pensiero che la sua donna debba morire prima di lui

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CXLIX.1

Perché da qualche tempo non scriva piú versi.

Io, che già lungi di una donna in meste
Rime troppe il dolor disacerbava:2
E, i lunghi dí piangendo, pur cantava,
Pregno il cor d’atre immagini funeste;

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5 Io stesso poi, presso a quell’alme oneste
Luci sue, la cui vista il duol disgrava,
In muta gioja tacito mi stava
Ben anni, quasi a dire altro non reste.3
9 E sí pur mai non è Letizia, meno
Che il sien le Cure, garrula loquace;4
Mal cape5 anch’ella entro all’umano seno.
12 Dunque, or perché la lira mia soggiace,
Vinta, diresti, dall’amor sereno? —
Pria che dir poco, immensa gioja tace.


Note

  1. Questo sonetto fu composto il 21 ottobre 1790, quasi due mesi dopo l’altro da me riferito per ultimo, e che immediatamente lo precede nel manoscritto.
  2. 2. Disacerbava: rendeva meno aspro. Meglio, mi pare, nel ms:
    Io, che già lungi dal mio bene in meste
    Dolci rime il dolor disacerbava...
  3. 8. Ben anni, per parecchi anni. — Non reste, non restasse.
  4. 9-10. Reminiscenza delle parole di Seneca nell’Ippolito, altrove cit. dall’A.: «Curae leves loquuntur ingentes stupent». — Tra garrula e loquace è veramente assai piccola differenza, sicché di questi aggettivi ne bastava forse uno solo.
  5. 11. Cape, si contiene: voce frequentemente usata dall’A.; cosí nel Filippo (II, 2.ª):
    entro il tuo ben nato
    Gran cor non cape il madrignal talento.