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Rivista di Cavalleria - Volume I/VI/Sul modo di superare gli ostacoli

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Sul modo di superare gli ostacoli

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Sul modo di superare gli ostacoli




Prima di esporre quanto la nostra esperienza ci suggerisce circa il modo di esercitare i cavalli al salto, esamineremo brevemente le principali prescrizioni dei regolamenti per la cavalleria francese, germanica ed austriaca su questo importante ramo dell’equitazione milltare. — Incomincieremo col regolamento austriaco che è fra i tre, il più completo.

Regolamento Austriaco.

Superare ostacoli. — Si abitua prima il cavallo a superarli non montato. Questo esercizio serve:

a) A far ben capire alle reclute, come il cavallo si porti da sè all’ostacolo.

b) Ad abituare i cavalli giovani a saltare

c) A mantenere in esercizio i cavalli vecchi, senza danneggiare piedi ed articolazioni.

È sopratutto importante addestrare i cavalli a passare dei fossi larghi e profondi, a montare e scendere per erte ripide, perchè qualunque fosso a sponde ripide oltre i 6 piedi di larghezza, diventerebbe un ostacolo insuperabile per qualunque cavalleria che non sappia eseguire questi esercizi con sicurezza.

È quindi prescritto che, dopo l’istruzione a cavallo, anche quando il suolo è gelato e sdrucciolevole, si facciano gli esercizi seguenti:

a) Gli anziani, montati su cavalli addestrati, saltano gli ostacoli una volta per settimana e quasi tutti i giorni devono far saltare i loro cavalli in libertà.

b) Le reclute li passano gradatamente più volte alla settimana.

c) I cavalli giovani, in libertà, finchè le loro forze si siano ben sviluppate, poi una volta per settimana montati, e gli altri giorni scossi.

Cavalli smontati. — Incominciare da salti semplici e naturali. Dar confidenza agli esitanti, facendoli precedere da un cavallo sicuro. [p. 624 modifica]Potendo, farli saltare nella direzione della scuderia. Man mano che diventano più sicuri, presentarli ad andatura più decisa, e poi su ostacoli di dimensioni maggiori. Non spingere i cavalli colla frusta, giacchè niente nuoce più alla franchezza del salto, e scoraggia più il cavallo, che spingerlo inutilmente.

Cavalli montati. — Allorchè il cavallo salta sicuro in libertà, lo si fa saltare montato.

Le reclute, senza redini alla mano, possono attaccarsi alla sella, poi tengono le redini colla mano destra, e l’estremità nella mano sinistra. Nel momento del salto, il cavaliere abbandona le redini colla mano destra, la mano sinistra resta davanti al corpo, e al disopra dei pomo della sella.

È prescritto di portare il corpo indietro, di lasciare libertà al cavallo e di accelerare l’andatura sotto l’ostacolo. Bisogna saltare al galoppo di manovra, e mai al galoppo raccorciato. Quando le reclute saltano bene individualmente, si fanno saltare per gruppi, per plotone, abbandonando le redini colla mano destra, al comando dell’istruttore.

In seguito, si esercitano le reclute a saltare individualmente ed a frotta, colle redini alla mano; i cavalli devono essere lasciati sempre completamente liberi di mano, prima di arrivare all’ostacolo.

Si fanno frequenti esercizi di passare larghi fossi; le sponde molto ripide si superano prima coi cavalli a mano, poi montati. In discesa si debbono arrestare di sovente i cavalli; se le salite sono molto ripide, montare e scendere in linea retta (massima pendenza), se meno ripide, si può percorrerle a zig-zag.

Il regolamento accenna al passaggio di corsi d’acqua a nuoto, ma non dà nessuna prescrizione in proposito.

Regolamento Francese.

Passaggio e salto di ostocoli. — S’incomincia ad abituare il poledro smontato, e munito dì capezzone con piatta-longia, a seguire il suo cavaliere su terreno frastagliato da ostacoli, che si possano passare ma non saltare. Si devono sempre passare e non saltare quegli ostacoli che non domandano il salto.

Siccome il poledro ha per istinto naturale meno ripulsione per gli ostacoli naturali che per gli artificiali, questa istruzione deve essere fatta in campagna. — Appena il poledro salta senza esitazione, lo si mette in circolo, e gli si fa saltare più volte lo stesso fosso (sempre smontato e condotto col capezzone).

Allorchè il poledro salta sicuro in libertà lo si porta montato al salto, sempre condotto col capezzone, e preceduto da un cavallo vecchio e sicuro. Il cavaliere si attacca colle mani al pomo della sella, per non disturbarlo colle redini. [p. 625 modifica]

Il cavaliere determina il cavallo al salto colle gambe, ed al bisogno cogli speroni; tuttavia deve servirsi delle gambe e sopratutto deve usare la massima moderazione nell’uso dello sperone, affinchè il poledro possa saltare da se stesso.

Le stesse norme e la stessa progressione usasi nel salto d’estensione.

L’esercizio del salto col puledro deve essere fatto una volta alla settimana; i puledri sono montati soltanto negli ultimi mesi d’istruzione.

È prescritto che nel salto, come pure nel passaggio di ostacoli, il cavaliere debba calzare completamente la staffa.

Sempre seguendo una gradazione progressiva nell’ostacolo, man mano che i puledri si fanno più forti e sicuri al salto, si arriva a m. 0,90 nell’ostacolo di elevazione, ed a m. 3,00 nell’ostacolo d’estensione.

Le reclute incominciano a saltare senza redini, col cavallo tenuto alla corda, indi saltano in filetto, e colle redini alla mano.

Di tanto in tanto gli anziani debbono essere fatti saltare senza le staffe, onde avvezzarli a non perdere l’equilibrio qualora perdessero le staffe.

Col cavallo che si rifiuti con ostinazione, si adopera la corda, facendolo saltare prima scosso, indi montato.

Pel passaggio di corsi d’acqua, ogni soldato è provvisto di un sacco di caouthouc, e per mezzo di tali sacchi galleggianti si costruiscono zattere, che servono per gettare delle passerelle per uomini, quando il corso di acqua non è guadabile1.

Regolamento germanico.

Salto di ostacoli. — Nel regolamento per la cavalleria tedesca non troviamo fra le regole di equitazione di campagna nessuna norma pel salto passaggio di ostacoli.

Esso dà queste prescrizioni, per l’istruzione delle reclute.

Dopo un paio di settimane d’istruzione in sella, le reclute vengono abituate a saltare piccoli ostacoli. Si permette alla recluta di attaccarsi alla criniera. (L’istruzione in sella, è preceduta dall’istruzione in [p. 626 modifica]coperta che può durare sino a 6 settimane). L’azione delle redini deve essere nulla, e le redini debbono essere tenute alternativamente nelle due mani, od una per mano.

Un cavallo abituato al salto, apprezza l’ostacolo, e regola il salto; bisogna per convincersene, osservare con quale francbezza i cavalli delle reclute superano gli ostacoli. Se i cavalli non saltano con calma, la colpa è dell’istruttore che non ve li ha abbastanza esercitati.

Quando le reclute saltano bene senza redini, si fanno saltare colle redini alla mano.

Quando le reclute hanno imparato a maneggiare le armi, saltano per tre, (ora che la colonna per tre è abolita, saltano in colonna per quattro) e per riga.

I puledri saltano in libertà durante i primi sei mesi d’istruzione e montali poi. Progressione:

1) liberi in maneggio; indi

2) liberi nei corridoi.

Gli ostacoli di elevazione devono essere sempre fissi, ma fatti in modo che si possono alzare, abbassare o togliere.

Nella cavalleria germanica, ogni reggimento è provvisto di un carro con materiale da ponte per il passaggio di quei corsi d’acqua che non possono essere guadati.




Esercitare i cavalli al salto. — Il cavallo militare può coll’esercizio ben praticato, venire a saltare degli ostacoli d’elevazione fissi, di una considerevole altezza. Il modo più pratico e meno pericoloso per chi vuole insegnare a tali cavalli a saltare, è il salto in libertà.

Il salto in libertà, va praticato in corridoi appositamente costruiti, dove l’ostacolo più opportuno da adattarvi, è la barriera e la staccionata.

L’ostacolo deve incominciare ad avere l’altezza dai m. 0,40, o 0,50 ed aumentare gradatamente fino a m. 1,20 od 1,30, secondo che il cavallo si dispone ad oltrepassarlo con facilità.

L’oltrepassare un ostacolo con facilità, non consiste nel vedere il cavallo a fare il salto con precipitazione, e sorpassare l’ostacolo molto più di quanto questo è alto, ma bensì nel vedere il cavallo avvicinarsi all’ostacolo con cadenza del galoppo di manovra e spiccare il salto quasi sempre alla stessa distanza dall’ostacolo.

L’istruttore avrà quindi l’avvertenza di far accompagnare i cavalli in modo diverso, secondo che diversa è l’indole loro. Il cavallo focoso [p. 627 modifica]che si precipita sull’ostacolo, deve essere condotto a mano e a passo quanto più è possibile vicino all’ostacolo, che in questo caso si terrà basso, e deve essere lasciato in libertà quando abbia dall’ostacolo soltanto lo spazio necessario per spiccare il salto.

Il cavallo freddo invece, o che rallenta l’andatura nel veder l’ostacolo, deve essere messo a trotto alla massima distanza e deve essere spinto a galoppo assai prima dell’ostacolo. Quando il cavallo avrà imparato bene questo esercizio e lo farà con calma si aumenterà l’altezza dell’ostacolo. Sarà bene che questi cavalli sieno esercitati a trottare a mano ed anche a galoppare, eccitati dalla frusta, fuori dei corridoi. Il cavallo bene esercitato al salto si riceve, venendo a terra, sulle gambe anteriori prima e quasi contemporaneamente sulle posteriori.

Nei corridoi è facile che chi usa la frusta disturbi il cavallo, il solo istruttore potrà quindi farne uso quando sia necessario, adoperandola con molta moderazione.

I cavalli che saltano per la prima volta o che esitano in libertà o montati, sieno fatti precedere da un cavallo libero o montato che gli faccia la strada. Approfittiamo, quando si può, dell’istinto di imitazione assai sviluppato nel cavallo.

I cavalli che vanno incerti al salto è più facile che scartino quanto più vedono l’ostacolo da lontano. Sono perciò diretti all’ostacolo quanto più è possibile da vicino e ciò per impedire che si mettano in orgasmo troppo presto; quelli che scartano abitualmente da un lato oppure saltano in obbliquo siano portati in obbliquo, in senso opposto. Il cavallo libero sarà quindi accompagnato dal cavaliere, a sinistra se scarterà a destra, e a destra se scarterà a sinistra.

Quando il cavallo salta libero con facilità e sicurezza, si può incominciare a farlo saltare montato, cosa di cui non bisognerà mai abusare, specialmente con cavallo giovane, o con cavallo che non sia ancora nella piena vigoria delle sue forze.

I cavalli che saltano sicuri la staccionata saltano facilmente la macerie, ostacolo che si incontra tanto di frequente nella campagna romana. Questo ostacolo non può tanto facilmente costruirsi nei corridoi perchè non si può facilmente trasportare quando il terreno è guasto dalla parte ove il cavallo spicca il salto.

Volendolo costrurre, si rivesta, specie dalla parte dove il cavallo spicca il salto, con una staccionata la filagna superiore che corra lungo il ciglio della maceria. Con questa avvertenza, se i cavalli urtano durante il salto difficilmente riporteranno ferite alle ginocchia, poichè urtano contro il legno, mentrechè, se questo non vi fosse, urterebbero contro le pietre con maggior probabilità d’inconvenienti.

Le macerie meno pericolose pelle ginocchia dei cavalli sono quelle [p. 628 modifica]formate alla parte superiore con piccole pietre, poichè anche quando il cavallo vi urtasse non troverebbe gran resistenza. Queste nell’urto cadono mentre le grosse pietre difficilmente si smuovono, con danno delle ginocchia dei cavalli.

Alcuni cavalli toccano col posteriore la parte superiore delle macerie, altri vi appoggiano sopra tutti e quattro i piedi e quindi saltano a terra. Volendo impedire ciò bisognerà portarli al salto ad andatura più decisa che sulla staccionata, ed aiutarli convenientemente colla frusta.

Nel salto col cavallo montato, anche quando si tratta di cavalli da caccia, il cavaliere non dovrà mai far oltrepassare, allorchè salta per esercizio, ostacoli superiori a m. 1,10 od 1,20. Potrà affrontare ostacoli maggiori quando si trova in un galoppo di caccia, o in campagna, e quindi è col cavallo ben disposto; ed in tal caso può esser anche sicuro di saltarli.

Il cavaliere dovrà però sempre capire se il cavallo è stanco, ed in questo caso, far riprendere fiato al cavallo, prima di portarlo sull’ostacolo; e dopo una lunga galoppata, deve capire se può domandare al cavallo ancora un sforzo.

Perchè il cavallo prenda confidenza nel cavaliere, al salto montato, bisogna che il cavaliere, mentre aumenta, come è detto sopra, l’altezza dell’ostacolo gradatamente, si conservi sempre calmo, e non lo obblighi a precipitare, giacchè con ciò, non farebbe altro che disturbarlo nel suo tempo, rendendo pericoloso l’esercizio.

Il cavaliere, avvicinandosi all’ostacolo, deve mantenere l’appoggio sulla bocca del cavallo, come lo aveva precedentemente nel galoppo, ed aumentarlo ancora di poco se il cavallo precipitasse oltremodo sotto l’ostacolo, ma dovrà pure costantemente cedere le redini appena il cavallo si dispone a spiccare il salto, in modo da lasciargli distendere testa e collo, e riprenderlo nell’appoggio di prima appena il cavallo arriva a terra, e si dispone nuovamente a galoppare.

Il cavaliere deve quindi guidare soltanto il cavallo all’ostacolo, senza chiamata di redini prima del salto e senza attaccarsi alla bocca, nè durante nè dopo il salto. Soltanto, terminato il salto, quando cioè il cavallo ha ripreso il suo equilibrio, il cavaliere può raccorciare le redini, qualora il cavallo volesse prendere un’andatura troppo precipitata.

Per esercitare uomini e cavalli al salto è utilissimo disporli in circolo sopra di un piccolissimo ostacolo e farlo passare molte volte al trotto, perchè i primi imparino il meccanismo del momento, e perchè i secondi prendano confidenza e sappiano che quando saltano non sono disturbati. [p. 629 modifica]

Il cavallo bene addestrato, quando ha ricevuto un ordine dal suo cavaliere, deve eseguirlo senza che il cavaliere debba guidarlo durante l’esecuzione. Così soltanto, si sviluppano le qualità naturali e l’iniziativa nel cavallo.

Non ricordo chi abbia scritto che i sistemi per superare gli ostacoli sono due:

Il primo consiste nel lasciare il cavallo libero nel salto come abbiamo descritto; il secondo nell’aiutare il cavallo colla chiamata di redini e coll’aiuto delle gambe sotto l’ostacolo. Questo è di difficilissima esecuzione e praticabile soltanto con cavalli molto freddi.

L’autore si dichiara partigiano di questo secondo sistema; però se non erro egli non era militare ed i suoi cavalli saltavano in uno dei circhi equestri di Parigi.

Noi non dobbiamo, nè vogliamo dare spettacolo.

Il regolamento austriaco e francese consigliano di saltar larghi e profondi fossi, i veri ostacoli che noi incontriamo in campagna. Essi non possono essere distrutti come succede per gli ostacoli di elevazione, e spesso è difficile o troppo lungo il tentare girarli o colmarli.

Quindi bisogna abituare cavalli e cavalieri a superarli a buona andatura. Se vi possono essere opinioni diverse sul modo di saltare un ostacolo di elevazione, io credo che tutti ci troveremo d’accordo nello stabilire come si debbano saltare gli ostacoli in estensione. Anche per questi la chiamata di redini è dannosa; l’aiuto delle gambe sarà adoperato prima dell’ostacolo e tanto quanto basta per ottenere la cadenza dell’andatura che si crede necessaria; sarà invece adoperato allo spiccar del salto solo quando il cavallo marca indecisione. Più è largo il fosso e più il cavallo deve allungare l’andatura per saltarlo. Ottenuta la velocità necessaria si devono fissare le gambe per non disturbare il cavallo nel salto. Il cavaliere si convinca che in ogni caso la chiamata di redini può solo avere per risultato di far piantare il cavallo. Quando più cavalieri o più reparti sono in colonna, gli ostacoli devono essere superati bensì a galoppo, ma chi è in testa, dopo l’ostacolo, deve rallentare l’andatura in modo che non succedano contrattempi od allungamenti nella colonna. Questi si traducono sempre in allungamenti inutili di andatura che mettono i cavalli fuori di lena.

Il Principe Federico Carlo in una delle prescrizioni date alle truppe dipendenti (anno 1868) diceva: «Ho ordinato di farmi vedere il salto degli ostacoli a galoppo visto che a questa andatura i cavalli pas«sano più facilmente2. Il mio ordine è stato mal compreso.... non [p. 630 modifica]si deve continuare il galoppo dopo il salto, ma rimettere il plotone o squadrone ai trotto».

I cavalli giovani, le reclute, anche i cavalieri anziani, (quando si voglia soltanto mantenere i cavalli in esercizio) è bene che dopo l’ostacolo sieno fatti fermare a distanza semplicemente necessaria per evitare strapponi sulla bocca del cavallo.

Se i due esercizi del salto a mano e del salto montato sono fatti con cognizione e con moderazione, quasi tutti i cavalli vengono a saltare in stile, e raramente un cavallo scarterà l’ostacolo.

Il cavaliere deve porre la massima attenzione affinchè ciò non avvenga, poichè mentre è facile, ed a tutti è dato di portare un cavallo a saltare, non è così per togliere ad un cavallo il vizio di scartare.

Tale vizio poi, oltre e non far più il cavaliere padrone del cavallo che monta, fa sì che il cavallo stesso si sciuperà molto prima, nelle estremità, che un cavallo generoso, poichè in ogni scarto le estremità e specialmente le nocche ed i tendini delle gambe anteriori ne soffrono.

Castigo ai cavalli che scartano. ― Il castigare un cavallo che scarta, richiede molta esperienza e molto fondo in sella, bisogna cioè essere provetto cavaliere; il cavaliere giovane, non deve quindi perdere la calma nè lasciarsi trasportare, poichè raramente applicherà con criterio il castigo, e quindi, invece di vincere il cavallo, lo vizierà maggiormente. Il cavaliere giovane, dovrà quindi rispettare da principio il cavallo sul salto a mano e montato, e mantenersi sopra ostacoli bassi, affichè il cavallo riacquisti la generosità perduta, cosa che, ove sia possibile, gli verrà facilitata se avrà un marrone (cavallo vecchio e sicuro) che gli faccia la strada.

Se invece il cavaliere pel solo fatto che il cavallo scarta gli darà spronate e frustate, pur di malmenarlo, difficilmente riescirà nel suo intento, e correrà rischio di farsi un cavallo restio, del quale in poco tempo non sarà più padrone.

Un castigo molto efficace per un cavallo che scarta è di colpirlo col frustino sul muso, mentre scarta e dalla parte verso la quale scarta fino a che si rimetta nella direzione dell’ostacolo. Se il castigo è dato a tempo ed energicamente ripresentando il cavallo all’ostacolo difficilmente scarterà. Ma questo è castigo efficace se usato da abile cavaliere; essendo per giunta pericoloso per gli occhi del cavallo quando non è applicato con sicurezza.

O. S. L.

Note

  1. Nihil sub sole novi. Narra Senofonte (Ritirata dei 10000, Libro III). «I greci erano in grandi angustie; da una parte monti elevatissimi, dall’altra un fiume profondo. Un nativo dell’isola di Rodi si presentò ai capi che non sapevano a qual partito appigliarsi, ed, io, disse loro, m’incarico di far passare l’armata sul Tigri so voi mi fornirete i materiali di cui abbisogno; voglio però un talento di premio, ad impresa compiuta. — E quali materiali vi occorrono? — 2000 otri; ma qui attorno vedo capre, montoni, buoi in gran quantità; abbattiamoli, colle loro pelli gonfiate vi procurerò un facile mezzo di passaggio. Le corde colle quali voi assicurate il carico sulle bestie da soma, mi serviranno per riunire le otri, alle quali sospenderò delle pietre, che lascierò poi cadere nell’acqua come ancore; varata questa specie di zattera e solidamente legandola alle due rive, vi deporrò sopra dello fascine e sulle fascine il terriccio.
  2. Il Regolamento dice che i cavalli di truppa devono saper saltare anche di passo e di trotto.