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Saggio di curiosità storiche intorno la vita e la società romana del primo trentennio del secolo XIX/Un messaggero-miracolo

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Un messaggero-miracolo

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Dalla morte alla vita Le Campane del Campidoglio

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Un messaggero-miracolo.


Il giorno 19 dicembre 1804 si sparse in Roma come un fulmine una notizia strepitosa, che fece strabiliare tutti per la meraviglia e gridare al miracolo: correvano circa due mesi dacchè il Papa Pio VII s’era allontanato da Roma per andare a Parigi ad incoronare Napoleone, che era stato eletto imperatore, ma in tutto questo lasso di tempo, poche ed incerte notizie si erano avute del Pontefice e dei Cardinali, che l’avevano accompagnato nel viaggio. Si ripetevano dai più e si buccinavano sottovoce notizie non tanto buone, pure in tanta agitazione non una lettera giungeva a rassicurare gli aspettanti. Il 19 dicembre però una nuova strabiliante sorprese, come ho detto, e meravigliò sommamente tutta Roma: che cosa era successo?


[p. 19 modifica]«Stranissimo avvenimento — esclama il nostro Diarista registrando il fatto. — Dall’Anguillara, feudo del duca di Mondragone, si è saputo che ier l’altro a sera apparve su quella terra un globo areostatico, il quale essendo poi andato a calare nell’adiacente lago, non fu potuto ricuperare se non il giorno dopo, cioè ieri a cagione della continua neve che cadeva. Si è trovato che il pallone di considerabile grandezza era fabbricato di Taffettano inverniciato, coperto da una rete di cordino e portava seco un galleria di fil di ferro, che sembrava esser servita a sostenere dei lumini, alcuni dei quali ancora sussistevano. Al pallone poi era attaccato uno scritto francese che conteneva queste parole:

«Il globo latore è stato lanciato a Parigi la sera del 25 Frimaio (16 dicembre), giorno in cui è stata data dalla città di Parigi la festa in onore dì Sua Maestà l’Imperatore Napoleone. M. Garnerin prega chiunque lo raccoglierà a custodirlo ed avvisarlo, mentre egli si porterà (se sarà possibile) a ricuperarlo in persona.»

La celerità somma di questo pallone, che secondo la data non ha impiegato più di ventiquattro ore da Parigi a qui, e la combinazione di essere appunto venuto dove si stava in estrema ansietà delle nuove di quelle parti, hanno cagionato uno stupore universale. Lo stesso duca di Mondragone, che ritrovavasi sul luogo, è stato quello che ne ha spedita la relazione alla Segreteria di Stato»1. Così il principe nel suo Diario.

[p. 20 modifica]Il globo venne religiosamente trasportato in Roma e custodito dal Duca di Mondragone stesso in attesa del pietoso messo che lo aveva lanciato, ma per più giorni in città non si parlò che di questo stranissimo avvenimento. La città di Parigi, informata del fatto, mandò, a mezzo del Segretario dì Stato, pubblici ringraziamenti ed al Duca di Mondragone trenta Napoleoni d’oro affinchè li distribuisse tra quei che avevano ricuperato il Globo, manifestando nello stesso tempo il desiderio di voler conservare essa stessa il prezioso areostato in memoria dell’avvenimento singolare e straordinario sotto tutti 1 rapporti. Il Cardinal Consalvi si fece adunque dal predetto Duca, consegnare l’alato messaggero e già ne preparava la spedizione quando Napoleone stesso gli significò il suo desiderio che venisse lasciato in Roma e collocato in qualche pubblico deposito di scienze a perpetua memoria dei posteri2.

Poco dopo Pio VII rientrava in Roma, dopo un lungo ed emozionante viaggio, per il ponte Molle, restaurato e rinnovato dal Valadier, ma i tristi avvenimenti, che precipitarono a poca distanza, fecero sì che il desiderio di Napoleone e la mongolfiera si perdessero nelle infinite stanze del Vaticano3.


Note

  1. La relazione di cui si fa qui parola comparve nel Diario di Roma del 22 dicembre 1804, — Dalla Terra dell’Anguillara - 18 dicembre 1804 — «Ieri sera circa le ore 24 si vidde passare in aria un globbo di smisurata grandezza, quale caduto nel Lago rassembrava un bastimento. Nella notte furono spediti dei Barcaiuoli per prenderlo e tirarlo a terra, ma il vento contrario con neve l’impedi. Questa mattina dì buon’ora sono tornati i suddetti Barcaiuoli, e col mezzo dì una barca l’hanno condotto a Riva.
          Il Globbo è di Taffettano inverniciato circondato da grossa rete di cordino; la galleria è di fil di ferro, che si è alquanto fracassato. Nella medesima sembra che vi sia stato illuminazione, giacché vi si son trovati dei lumini. Nel globbo vi si è trovato uno scritto in Francese che tradotto in Italiano i il seguente;
          «Il pallone portatore ecc.» —
  2. Archivio di Stato di Roma — Miscellanea di carte politiche e riservate N. 1176.
          A proposito del surriferito areostato trovo in questo fascicolo una curiosa contestazione civile tra il Marchese Giovanni Torlonia, allora Signore di Bracciano ed il Duca di Mondragone e di Anguillara; il Torlonia, geloso forse dell’onore riportato dal Duca su tutti i giornali del mondo, dopo il ricupero del globo, e, forse anche geloso un po’ dei trenta Napoleoni inviati al Duca dalla città di Parigi, poiché il pallone si trovava già nel suo terreno, quando venne raccolto dai barcaioli del Duca, gli mosse causa reclamandone il possesso. Anche quando questo venne riconsegnato al Cardinal Segretario di Stato il Marchese seguitò a reclamare i suoi diritti. Sarebbe curioso poter rintracciare il deliberato dei giudici, appositamente nominati per questa singolare contesa, ma la sentenza, per quante ricerche io abbia fatto, non si è trovata.
  3. Vedi: Giornale d’Italia 26 aprile 1904 «Un pallone storico in Vaticano e l’incoronazione di Napoleone I».