Saul (Alfieri, 1946)/Atto quinto

Da Wikisource.
Atto quinto

../Atto quarto IncludiIntestazione 15 giugno 2020 100% Da definire

Atto quarto

[p. 52 modifica]

ATTO QUINTO

SCENA PRIMA

David, Micol.

Micol Esci, o mio sposo; vieni: è giá ben oltre

la notte... Odi tu, come romoreggia
il campo? all’alba pugnerassi. — Appresso
al padiglion del padre tutto tace.
Mira; anco il cielo il tuo fuggir seconda:
la luna cade, e gli ultimi suoi raggi
un negro nuvol cela. Andiamo: or niuno
su noi quí veglia, andiam; per questa china
scendiamo il monte, e ci accompagni Iddio.
David Sposa, dell’alma mia parte migliore,
mentre Israello a battagliar si appresta,
fia pur ver che a fuggir David si appresta?
Morte, ch’è in somma? — Io vo’ restar: mi uccida
Saúl, se il vuol; pur ch’io nemici pria
in copia uccida.
Micol   Ah! tu non sai: giá il padre
incominciò a bagnar nel sangue l’ira.
Achimeléch, quí ritrovato, cadde
vittima giá del furor suo.
David   Che ascolto?
Ne’ sacerdoti egli ha rivolto il brando?

[p. 53 modifica]
Ahi misero Saúl! ei fia...

Micol   Ben altro
udrai. Crudel comando ad Abner dava,
ei stesso, il re; che, se in battaglia mai
tu ti mostrassi, in te convertan l’armi
i campion nostri.
David   E Gionata mio fido
il soffre?
Micol   Oh ciel! che puote? Anch’ei lo sdegno
provò del padre; e disperato corre
infra l’armi a morire. Omai, ben vedi,
quí star non puoi: cedere è forza; andarne
lungi; e aspettare, o che si cangi il padre,
o che all’etá soggiaccia... Ahi padre crudo!
Tu stesso, tu, la misera tua figlia
sforzi a bramare il fatal dí... Ma pure,
io no, non bramo il morir tuo: felice
vivi; vivi, se il puoi; bastami solo
di rimaner per sempre col mio sposo...
Deh! vieni or dunque; andiamo...
David   Oh quanto duolmi
lasciar la pugna! Ignota voce io sento
gridarmi in cor: «Giunto è il terribil giorno
ad Israéle, ed al suo re...». Potessi!...
Ma no: quí sparso di sacri ministri
fu l’innocente sangue: impuro è il campo,
contaminato è il suolo; orror ne sente
Iddio: pugnar non può quí omai piú David. —
Ceder dunque per ora al timor tuo
emmi mestiero, ed all’amor tuo scaltro. —
Ma tu, pur cedi al mio... Deh! sol mi lascia...
Micol Ch’io ti lasci? Pel lembo, ecco ti afferro;
da te mai piú, no, non mi stacco...
David   Ah! m’odi.
Male agguagliar tuoi tardi passi a’ miei
potresti: aspri sentier di sterpi e sassi

[p. 54 modifica]
convien ch’io calchi con veloci piante,

a pormi in salvo, poiché il vuoi. Deh! come
i piè tuoi molli a strazio inusitato
regger potranno? Infra deserti sola
ch’io ti abbandoni mai? Ben vedi; tosto,
per tua cagion, scoperto io fora: entrambi
alla temuta ira del re davanti
tosto or saremmo ricondotti... Oh cielo!
Solo in pensarvi, io fremo... E poniam anco,
che si fuggisse; al padre egro dolente
tor ti poss’io? Di guerra infra le angosce,
fuor di sua reggia ei sta: dolcezza alcuna
pur gli fa d’uopo al mesto antico. Ah! resta
al suo pianto, al dolore, al furor suo.
Tu sola il plachi; e tu lo servi, e il tieni
tu sola in vita. Ei mi vuol spento; io ’l voglio
salvo, felice, e vincitor:... ma, tremo
oggi per lui. — Tu, pria che sposa, figlia
eri; né amarmi oltre il dover ti lice.
Pur ch’io scampi; che brami altro per ora?
Non t’involare al giá abbastanza afflitto
misero padre. Appena giunto in salvo,
io ten farò volar l’avviso; in breve
riuniremci, spero. Or, se mi dolga
di abbandonarti, il pensa... Eppure,... ahi lasso!...
come?...
Micol   Ahi me lassa!... e ch’io ti perda ancora?...
Ai passati travagli, alla vagante
vita, ai perigli, alle solinghe grotte,
lasciarti or solo ritornare?... Ah! s’io
teco almen fossi!... i mali tuoi piú lievi
pur farei,... dividendoli...
David   Ten prego,
pel nostro amor; s’è d’uopo, anco il comando,
per quanto amante il possa; or non mi dei,
né puoi seguir, senza mio danno espresso. —

[p. 55 modifica]
Ma, se Dio mi vuol salvo, omai non debbo

indugiar piú: l’ora si avanza: alcuno
potria da questo padiglion spiarne,
e maligno svelarci. A palmo a palmo
questi monti conosco: a ogni uom sottrarmi
son certo. — Or, deh! l’ultimo amplesso or dammi.
Dio teco resti; e tu, rimani al padre,
fin che al tuo sposo ti raggiunga il cielo...
Micol L’ultimo amplesso?... E ch’io non muoja?... Il core
strappar mi sento...
David   ... Ed io?... Ma,... frena... il pianto. —
Or, l’ali al piè, possente Iddio, m’impenna.


SCENA SECONDA

Micol.

... Ei fugge?... oh cielo!... Il seguirò... Ma, quali

ferree catene pajon rattenermi?...
Seguir nol posso. — Ei mi s’invola!... Appena
mi reggo, non ch’io ’l segua... Un’altra volta
perduto io l’ho!... Chi sa, quando il vedrai?...
Misera donna! e sposa sei?... fur nozze
le tue?... — No, no; del crudo padre al fianco
piú non rimango. Io vo’ seguirti, o sposo... —
Pur, se il seguo, lo uccido; è ver, pur troppo!
Come nasconder la mia lenta traccia,
su l’orme sue veloci?... — Ma, dal campo
qual odo io suon, che d’armi par?... Ben odo...
Ei cresce; e sordamente anco di trombe
è misto... E un correr di destrieri... Oh cielo!
Che fia?... La pugna anzi al tornar del giorno,
non l’intimò Saúl. Chi sa?... I fratelli...
il mio Gionata... Oimè!... forse in periglio... —
Ma, pianto, ed urli, e gemiti profondi

[p. 56 modifica]
dal padiglion del padre odo inalzarsi?...

Misero padre!... a lui si corra... Oh vista!
Ei viene; ei stesso; e in quale aspetto!... Ah! padre...


SCENA TERZA

Saul, Micol.

Saul Ombra adirata, e tremenda, deh! cessa:

lasciami, deh!... Vedi: a’ tuoi piè mi prostro...
Ahi! dove fuggo?... — ove mi ascondo? O fera
ombra terribil, placati... Ma è sorda
ai miei preghi; e m’incalza?... Apriti, o terra,
vivo m’inghiotti... Ah! pur che il truce sguardo
non mi saetti della orribil ombra...
Micol Da chi fuggir? niun ti persegue. O padre,
me tu non vedi? me piú non conosci?
Saul O sommo, o santo sacerdote, or vuoi
ch’io quí mi arresti? o Samuél, giá vero
padre mio, tu l’imponi? ecco, mi atterro
al tuo sovran comando. A questo capo
giá di tua man tu la corona hai cinta;
tu il fregiasti; ogni fregio or tu gli spoglia;
calcalo or tu. Ma,... la infuocata spada
d’Iddio tremenda, che giá giá mi veggo
pender sul ciglio,... o tu che il puoi, la svolgi
non da me, no, ma da’ miei figli. I figli,
del mio fallir sono innocenti...
Micol   Oh stato,
cui non fu il pari mai! — Dal ver disgiunto,
padre, è il tuo sguardo: a me ti volgi...
Saul   Oh gioja!
Pace hai sul volto? O fero veglio, alquanto
miei preghi accetti? io da’ tuoi piè non sorgo,
se tu i miei figli alla crudel vendetta

[p. 57 modifica]
pria non togli. — Che parli?... Oh voce! «T’era

David pur figlio; e il perseguisti, e morto
pur lo volevi». Oh! che mi apponi?... Arresta...
sospendi or, deh!... Davidde ov’è? si cerchi:
ei rieda; a posta sua mi uccida, e regni:
sol che a’ miei figli usi pietade, ei regni... —
Ma, inesorabil stai? Di sangue hai l’occhio;
foco il brando e la man; dalle ampie nari
torbida fiamma spiri, e in me l’avventi...
Giá tocco m’ha; giá m’arde: ahi! dove fuggo?...
Per questa parte io scamperò.
Micol   Né fia,
ch’io rattener ti possa, né ritrarti
al vero? Ah! m’odi: or sei...
Saul   Ma no; che il passo
di lá mi serra un gran fiume di sangue.
Oh vista atroce! sovra ambe le rive,
di recenti cadaveri gran fasci
ammonticati stanno: ah! tutto è morte
colá: quí dunque io fuggirò... Che veggo?
Chi sete or voi? — D’Achimeléch siam figli.
«Achimeléch son io. Muori, Saulle,
muori». — Quai grida? Ah! lo ravviso: ei gronda
di fresco sangue, e il mio sangue ei si beve.
Ma chi da tergo, oh! chi pel crin mi afferra?
Tu, Samuél? — Che disse? che in brev’ora
seco tutti saremo? Io solo, io solo
teco sarò; ma i figli... — Ove son io? —
Tutte spariro ad un istante l’ombre.
Che dissi? Ove son io? Che fo? Chi sei?
Qual fragor odo? ah! di battaglia parmi:
pur non aggiorna ancor: sí, di battaglia
fragore egli è. L’elmo, lo scudo, l’asta,
tosto or via, mi si rechi: or tosto l’arme,
l’arme del re. Morir vogl’io, ma in campo.
Micol Padre, che fai? Ti acqueta... Alla tua figlia...

[p. 58 modifica]
Saul L’armi vogl’io; che figlia? Or, mi obbedisci.

L’asta, l’elmo, lo scudo; ecco i miei figli.
Micol Io non ti lascio, ah! no...
Saul   Squillan piú forte
le trombe? Ivi si vada: a me il mio brando
basta solo. — Tu, scostati, mi lascia;
obbedisci. Lá corro: ivi si alberga
morte, ch’io cerco.


SCENA QUARTA

Saul, Micol, Abner con pochi soldati fuggitivi.

Abner   Oh re infelice!... Or dove,

deh! dove corri? Orribil notte è questa.
Saul Ma, perché la battaglia...?
Abner   Di repente,
il nemico ci assale: appien sconfitti
siam noi...
Saul   Sconfitti? E tu fellon, tu vivi?
Abner Io? per salvarti vivo. Or or quí forse
Filiste inonda: il fero impeto primo
forza è schivare: aggiornerá frattanto.
Te piú all’erta quassú, fra i pochi miei,
trarrò...
Saul   Ch’io viva, ove il mio popol cade?
Micol Deh! vieni... Oimè! cresce il fragor: s’inoltra...
Saul Gionata,... e i figli miei,... fuggono anch’essi?
Mi abbandonano?...
Abner   Oh cielo!... I figli tuoi,...
no, non fuggiro... Ahi miseri!...
Saul   T’intendo:
morti or cadono tutti...
Micol   Oimè!... I fratelli?...

[p. 59 modifica]
Abner Ah! piú figli non hai.

Saul   — Ch’altro mi avanza?...
Tu sola omai, ma non a me, rimani. —
Io da gran tempo in cor giá tutto ho fermo:
e giunta è l’ora. — Abner, l’estremo è questo
de’ miei comandi. Or la mia figlia scorgi
in securtá.
Micol   No, padre; a te dintorno
mi avvinghierò: contro a donzella il ferro
non vibrerá il nemico.
Saul   Oh figlia!... Or, taci:
non far, ch’io pianga. Vinto re non piange.
Abner, salvala, va: ma, se pur mai
ella cadesse infra nemiche mani,
deh! non dir, no, che di Saulle è figlia;
tosto di’ lor, ch’ella è di David sposa;
rispetteranla. Va; vola...
Abner   S’io nulla
valgo, fia salva, il giuro; ma ad un tempo
te pur...
Micol   Deh!... padre... Io non ti vo’, non voglio
lasciarti...
Saul   Io voglio: e ancora il re son io.
Ma giá si appressan l’armi: Abner, deh! vola:
teco, anco a forza, s’è mestier, la traggi.
Micol Padre!... e per sempre?...


SCENA QUINTA

Saul.

  Oh figli miei!... — Fui padre. —

Eccoti solo, o re; non un ti resta
dei tanti amici, o servi tuoi. — Sei paga,
d’inesorabil Dio terribil ira? —

[p. 60 modifica]
Ma, tu mi resti, o brando: all’ultim’uopo,

fido ministro, or vieni. — Ecco giá gli urli
dell’insolente vincitor: sul ciglio
giá lor fiaccole ardenti balenarmi
veggo, e le spade a mille... — Empia Filiste,
me troverai, ma almen da re, quí...1 morto. —


  1. Nell’atto ch’ei cade trafitto su la propria spada, soprarrivano in folla i Filistei vittoriosi con fiaccole incendiarie, e brandi insanguinati. Mentre costoro corrono con alte grida verso Saúl, cade il sipario.