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Pagina:Gibbon - Storia della decadenza e rovina dell'Impero romano XIII.djvu/421: differenze tra le versioni

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{{RigaIntestazione||DELLE MATERIE|413}}
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{{Colonna|em=-1}}<noinclude>{{gap|.55em}}</noinclude>causa della tolleranza, {{Pg|12|t. VII, p. 12.|sdVII}} Scorre per la Gallia, distruggendo ed atterrando gl’idoli ed i templi, {{Pg|372|t. VII, p. 372.|sdVII}}
{{Colonna|em=-1}}<noinclude>{{gap|.55em}}</noinclude>Imperatore Claudio, {{Pg|15|t. II, p. 15.|sdII}} Trattano con Aureliano che a loro cede la Dacia, {{Pg|22|t. II, p. 22.|sdII}} Loro guerra contro di Costantino, {{Pg|351|t. III, p. 351.|sdIII}} Sconfitta da loro sofferta, {{Pg|352|t. III, p. 352.|sdIII}} Causa della loro guerra ai tempi di Valentiniano, {{Pg|98|t. V, p. 98.|sdV}} Ostilità e pace, {{Pg|101|t. V, p. 101.|sdV}} Loro ostilità cogli Unni, {{Pg|173|t. V, p. 173.|sdV}} Perdite sofferte dai Goti in tali ostilità, {{Pg|205|t. V, p. 205.|sdV}} Implorano la protezione di Valente, {{Pg|209|t. V, p. 209.|sdV}} Sono trasportati sul Danubio nell’Impero romano, {{Pg|212|t. V, p. 212.|sdV}} Loro angustie e malcontento, {{Pg|215|t. V, p. 215.|sdV}} Loro ribellione nella Mesia, e prime loro vittorie, {{Pg|218|t. V, p. 218.|sdV}} Penetrano nella Tracia, {{Pg|221|t. V, p. 221.|sdV}} Operazioni della guerra Gotica, {{Pg|224|t. V, p. 224.|sdV}} Loro unione con gli Unni, gli Alani ec., {{Pg|227|t. V, p. 227.|sdV}} Valente marcia contro di essi, {{Pg|233|t. V, p. 233.|sdV}} Assediano Adrianopoli, {{Pg|242|t. V, p. 242.|sdV}} Saccheggiano le province romane, {{Pg|244|t. V, p. 244.|sdV}} Strage della gioventù Gotica nell’Asia, {{Pg|246|t. V, p. 246.|sdV}} Loro guerra con Teodosio, {{Pg|254|t. V, p. 254.|sdV}} Loro divisioni, disfatta e sommissione, {{Pg|258|t. V, p. 258.|sdV}} Loro stabilimento nella Tracia e nell’Asia, {{Pg|265|t. V, p. 265.|sdV}} Ostili loro sentimenti, {{Pg|268|t. V, p. 268.|sdV}} Loro ribellione, {{Pg|43|t. VI, p. 43.|sdVI}} Loro rispetto per la religione cristiana, {{Pg|174|t. VI, p. 174.|sdVI}} Loro ricchezze dopo invasa {{AltraColonna|em=-1}}<noinclude>{{gap|.55em}}</noinclude>l’Italia, {{Pg|197|t. VI, p. 197.|sdVI}} Conquistano la Spagna, e la restituiscono all’Impero, {{Pg|216|t. VI, p. 216.|sdVI}} Loro stabilimento in Aquitania, {{Pg|249|tom. VI, p. 249.|sdVI}} Abbracciano il Cristianesimo, {{Pg|39|t. VII, p. 39.|sdVII}} Motivi della loro fede, {{Pg|40|t. VII, p. 40.|sdVII}} Effetto della loro conversione, {{Pg|43|t. VII, p. 43.|sdVII}} Restano involti nell’eresia Ariana, {{Pg|44|t. VII, p. 44.|sdVII}} Distinzione fra essi e gli Italiani, {{Pg|219|t. VII, p. 219.|sdVII}} Assediano Roma, {{Pg|428|t. VII, p. 428.|sdVII}} Loro assalto respinto da Belisario, {{Pg|435|tom. VII, p. 435.|sdVII}} Levano l’assedio di Roma, {{Pg|448|t. VII, p. 448.|sdVII}} Perdono Rimini, {{Pg|450|tom. VII, p. 450.|sdVII}} Si ritirano a Ravenna, {{Pg|450|tom. VII, p. ''ivi''.|sdVII}} Loro rivoluzioni, {{Pg|88|t. VIII, p. 88.|sdVIII}} Contrasto fra i vizi de’ Greci e le virtù dei Goti, {{Pg|92|t. VIII, p. 92.|sdVIII}} Assediano Roma, {{Pg|97|t. VIII, p. 97.|sdVIII}} La prendono d’assalto, {{Pg|101|t. VIII, p. 101.|sdVIII}} Scacciati da questa città, la riprendono, {{Pg|110|tom. VIII, p. 110.|sdVIII}} Stato della loro Monarchia in Italia, {{Pg|278|t. X, p. 278.|sdX}} Distruzione della loro Monarchia, {{Pg|285|t. X, p. 285.|sdX}}


{{Sc|Martino IV}}, Papa, {{Pg|174|t. XIII, p. 174.|sdXIII}}
{{Sc|Graziano}}, eletto Imperatore, {{Pg|109|t. V, p. 109.|sdV}} Sua vittoria, sugli Alemanni, {{Pg|230|t. V, p. 230.|sdV}} Investe Teodosio dell’Impero orientale, {{Pg|248|t. V, p. 248.|sdV}} Suo carattere e sua condotta, {{Pg|271|t. V, p. 271.|sdV}} Suoi difetti, {{Pg|272|t. V, p. 272.|sdV}} Rende malcontente le truppe romane, {{Pg|274|t. V, p. 274.|sdV}} Rivoluzione contro di lui nella

{{Sc|Martino V}}, Papa. Sua elezione, {{Pg|277|t. XIII, p. 277.|sdXIII}} Suo governo, {{Pg|277|t. XIII, p. ''ivi''.|sdXIII}}

''Martiri e Martirio''. Loro numero meno considerevole di quanto è stato esagerato, {{Pg|48|t. III, p. 48.|sdIII}} Su quanto possa credersi intorno ai patimenti de’ martiri, {{Pg|106|t. III, p. 106.|sdIII}} Loro numero, {{Pg|109|tom. III, p. 109.|sdIII}} Culto dei martiri cristiani circa il quattrocento, {{Pg|389|t. V, p. 389.|sdV}} Riflessioni generali, {{Pg|392|t. V, p. 392.|sdV}} Martiri e reliquie favolose, {{Pg|392|t. V, p. 392.|sdV}}

{{Sc|Mascezel}}, figlio di Nabello affricano, {{Pg|33|t. VI, p. 33.|sdVI}} Riporta una vittoria facile, completa e quasi senza effusione di sangue, {{Pg|36|t. VI, p. 36.|sdVI}} Accoglienza da lui avuta alla Corte di Milano, {{Pg|39|t. VI, p. 39.|sdVI}} Rimane infelicemente annegato, {{Pg|39|t. VI, p. ''ivi''.|sdVI}}

<p>{{Sc|Massenzio}}, figlio di Massimiano. Dichiarato Imperatore di Roma, {{Pg|184|t. II, p. 184.|sdII}} Rifiuta la perfida amicizia di Galerio, Imperatore d’Oriente, {{Pg|189|t. II, p. 189.|sdII}} Sua tirannide nell’Affrica e nell’Italia, {{Pg|199|t. II, p. 199.|sdII}} Guerra civile tra lui e Costantino, {{Pg|202|t. II, p. 202.|sdII}} Indulgenze e timori di Massenzio, {{Pg|211|t. II, p. 211.|sdII}} Sua morte, {{Pg|215|t. II, p. 215.|sdII}} {{AltraColonna|em=-1}}<noinclude>{{gap|.55em}}</noinclude>Distruzione della sua stirpe, {{Pg|216|t. II, p. 216.|sdII}} Persecuzione de’ Cristiani sotto questo principe, {{Pg|98|t. III, p. 98.|sdIII}}</p>

{{Sc|Massimiano}}. Associato all’Impero da Diocleziano, {{Pg|145|t. II, p. 145.|sdII}} Sua lunga assenza da Roma, {{Pg|146|t. II, p. 146.|sdII}} Sua residenza in Milano, {{Pg|147|t. II, p. 147.|sdII}} Circo, teatro, zecca, palazzo, bagni fondati in questa città da Massimiano, {{Pg|147|t. II, p. ''ivi''.|sdII}} Estingue il pericoloso spirito d’indipendenza, {{Pg|149|t. II, p. 149.|sdII}} Usurpa, se non gli attributi, i titoli della divinità, {{Pg|153|t. II, p. 153.|sdII}} Rinunzia di Massimiano alla imperiale dignità, contemporanea a quella di Diocleziano, {{Pg|161|t. II, p. 161.|sdII}} Suo feroce carattere, {{Pg|161|t. II, p. ''ivi''.|sdII}} Riveste la porpora, {{Pg|185|t. II, p. 185.|sdII}} Arruola un numeroso corpo di Mori per la sua guerra Affricana, {{Pg|186|t. II, p. 186.|sdII}} Conduce a Roma prigioniero Severo, {{Pg|187|t. II, p. 187.|sdII}} Dà sua figlia Fausta in moglie a Costantino, e gli conferisce il titolo d’Augusto, {{Pg|187|t. II, p. ''ivi''.|sdII}} Difende l’Italia invasa da Galerio, {{Pg|188|tom. II, p. 188.|sdII}} Massimiano si rifuggia nella Corte di suo genero Costantino, {{Pg|194|t. II, p. 194.|sdII}} Sparge artificiosamente rumore sulla morte di Costantino; occupando il suo trono, procura di svegliare una ribellione, {{Pg|194|t. II, p. ''ivi''.|sdII}} Segreta ma irrevocabil sentenza di morte contro di lui, {{Pg|197|t. II, p. 197.|sdII}} Stato de’ Cristiani sotto il

Versione delle 23:53, 9 mar 2024


DELLE MATERIE 413
causa della tolleranza, t. VII, p. 12. Scorre per la Gallia, distruggendo ed atterrando gl’idoli ed i templi, t. VII, p. 372.

Martino IV, Papa, t. XIII, p. 174.

Martino V, Papa. Sua elezione, t. XIII, p. 277. Suo governo, t. XIII, p. ivi.

Martiri e Martirio. Loro numero meno considerevole di quanto è stato esagerato, t. III, p. 48. Su quanto possa credersi intorno ai patimenti de’ martiri, t. III, p. 106. Loro numero, tom. III, p. 109. Culto dei martiri cristiani circa il quattrocento, t. V, p. 389. Riflessioni generali, t. V, p. 392. Martiri e reliquie favolose, t. V, p. 392.

Mascezel, figlio di Nabello affricano, t. VI, p. 33. Riporta una vittoria facile, completa e quasi senza effusione di sangue, t. VI, p. 36. Accoglienza da lui avuta alla Corte di Milano, t. VI, p. 39. Rimane infelicemente annegato, t. VI, p. ivi.

Massenzio, figlio di Massimiano. Dichiarato Imperatore di Roma, t. II, p. 184. Rifiuta la perfida amicizia di Galerio, Imperatore d’Oriente, t. II, p. 189. Sua tirannide nell’Affrica e nell’Italia, t. II, p. 199. Guerra civile tra lui e Costantino, t. II, p. 202. Indulgenze e timori di Massenzio, t. II, p. 211. Sua morte, t. II, p. 215.

Distruzione della sua stirpe, t. II, p. 216. Persecuzione de’ Cristiani sotto questo principe, t. III, p. 98.

Massimiano. Associato all’Impero da Diocleziano, t. II, p. 145. Sua lunga assenza da Roma, t. II, p. 146. Sua residenza in Milano, t. II, p. 147. Circo, teatro, zecca, palazzo, bagni fondati in questa città da Massimiano, t. II, p. ivi. Estingue il pericoloso spirito d’indipendenza, t. II, p. 149. Usurpa, se non gli attributi, i titoli della divinità, t. II, p. 153. Rinunzia di Massimiano alla imperiale dignità, contemporanea a quella di Diocleziano, t. II, p. 161. Suo feroce carattere, t. II, p. ivi. Riveste la porpora, t. II, p. 185. Arruola un numeroso corpo di Mori per la sua guerra Affricana, t. II, p. 186. Conduce a Roma prigioniero Severo, t. II, p. 187. Dà sua figlia Fausta in moglie a Costantino, e gli conferisce il titolo d’Augusto, t. II, p. ivi. Difende l’Italia invasa da Galerio, tom. II, p. 188. Massimiano si rifuggia nella Corte di suo genero Costantino, t. II, p. 194. Sparge artificiosamente rumore sulla morte di Costantino; occupando il suo trono, procura di svegliare una ribellione, t. II, p. ivi. Segreta ma irrevocabil sentenza di morte contro di lui, t. II, p. 197. Stato de’ Cristiani sotto il