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Pagina:Gibbon - Storia della decadenza e rovina dell'Impero romano XIII.djvu/419: differenze tra le versioni

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{{RigaIntestazione||DELLE MATERIE|411}}
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{{Colonna|em=-1}}<noinclude>{{gap|.55em}}</noinclude>
{{Colonna|em=-1}}<noinclude>{{gap|.55em}}</noinclude>causa della tolleranza, {{Pg|12|t. VII, p. 12.|sdVII}} Scorre per la Gallia, distruggendo ed atterrando gl’idoli ed i templi, {{Pg|372|t. VII, p. 372.|sdVII}}
di Costantinopoli chiamata Nika, {{Pg|284|t. VII, p. 284.|sdVII}} Angustia di Giustiniano, {{Pg|287|t. VII, p. 287.|sdVII}} La sedizione è oppressa, {{Pg|289|t. VII, p. 289.|sdVII}} Agricoltura e manifatture da lui protette, {{Pg|290|t. VII, p. 290.|sdVII}} Stato delle rendite, {{Pg|303|t. VII, p. 303.|sdVII}} Avarizia e profusione di Giustiniano, {{Pg|305|t. VII, p. 305.|sdVII}} Perniciosi risparmii, {{Pg|306|t. VII, p. 306.|sdVII}} Remissioni, {{Pg|307|t. VII, p. 307.|sdVII}} Gravezze, {{Pg|308|t. VII, p. 308.|sdVII}} Monopolii, {{Pg|309|t. VII, p. 309.|sdVII}} Venalità, {{Pg|310|t. VII, p. 310.|sdVII}} Testamenti, {{Pg|311|t. VII, p. 311.|sdVII}} Ministri di Giustiniano, {{Pg|312|t. VII, p. 312.|sdVII}} Sopprime le scuole di Atene, {{Pg|352|t. VII, p. 352.|sdVII}} Estingue il Consolato romano, {{Pg|356|t. VII, p. 356.|sdVII}} Risolve d’invadere l’Affrica, {{Pg|359|t. VII, p. 359.|sdVII}} Debolezza dell’Impero di Giustiniano, {{Pg|5|t. VIII, p. 5.|sdVIII}} Sua negoziazione e Trattati con Cosroe, {{Pg|72|t. VIII, p. 72.|sdVIII}} Sua alleanza cogli Abissini, {{Pg|78|t. VIII, p. 78.|sdVIII}} Suoi preparativi per la guerra Gotica, {{Pg|115|t. VIII, p. 115.|sdVIII}} Sua morte e carattere, {{Pg|144|t. VIII, p. 144.|sdVIII}} Comete, {{Pg|147|t. VIII, p. 147.|sdVIII}} Terremuoti, {{Pg|151|t. VIII, p. 151.|sdVIII}} Peste, sua origine e natura, {{Pg|154|t. VIII, p. 154.|sdVIII}} Estensione e durata, {{Pg|158|t. VIII, p. 158.|sdVIII}} Particolarità sulla sua amministrazione in materie ecclesiastiche, {{Pg|77|t. IX, p. 77.|sdIX}} Sue persecuzioni, {{Pg|79|t. IX, p. 79.|sdIX}} Contro gli Eretici, {{Pg|80|t. IX, p. 80.|sdIX}} Contro i Pagani, {{Pg|81|t. IX, p. 81.|sdIX}} Contro gli Ebrei, {{Pg|82|t. IX, p. 82.|sdIX}} Sua ortodossia, {{Pg|84|t. IX, p. 84.|sdIX}} {{AltraColonna|em=-1}}<noinclude>{{gap|.55em}}</noinclude>Eresia di Giustiniano, {{Pg|88|t. IX, p. 88.|sdIX}}


{{Sc|Martino IV}}, Papa, {{Pg|174|t. XIII, p. 174.|sdXIII}}
{{Sc|Giustiniano}} II, {{Pg|156|t. IX, p. 156.|sdIX}} Suo esilio, {{Pg|158|t. IX, p. 158.|sdIX}} Suo ritorno al trono e sua morte, {{Pg|159|t. IX, p. 159.|sdIX}}


{{Sc|Giustino}}, detto il Vecchio, Imperatore d’Oriente. Suo innalzamento al trono e suo regno, {{Pg|257|t. VII, p. 257.|sdVII}} Adotta nell’Impero Giustiniano suo nipote, {{Pg|258|t. VII, p. 258.|sdVII}}
{{Sc|Martino V}}, Papa. Sua elezione, {{Pg|277|t. XIII, p. 277.|sdXIII}} Suo governo, {{Pg|277|t. XIII, p. ''ivi''.|sdXIII}}


{{Sc|Giustino}} II, detto il Giovane, Imperatore d’Oriente. Suo regno, {{Pg|280|t. VIII, p. 280.|sdVIII}} Suo Consolato, {{Pg|280|t. VIII, p. ''ivi''.|sdVIII}} Ambasceria degli Avari e sua fermezza in quest’occasione, {{Pg|281|t. VIII, p. 281.|sdVIII}} Sua impotenza e sua abdicazione, {{Pg|299|t. VIII, p. 299.|sdVIII}} Sua morte, {{Pg|303|t. VIII, p. 303.|sdVIII}}
''Martiri e Martirio''. Loro numero meno considerevole di quanto è stato esagerato, {{Pg|48|t. III, p. 48.|sdIII}} Su quanto possa credersi intorno ai patimenti de’ martiri, {{Pg|106|t. III, p. 106.|sdIII}} Loro numero, {{Pg|109|tom. III, p. 109.|sdIII}} Culto dei martiri cristiani circa il quattrocento, {{Pg|389|t. V, p. 389.|sdV}} Riflessioni generali, {{Pg|392|t. V, p. 392.|sdV}} Martiri e reliquie favolose, {{Pg|392|t. V, p. 392.|sdV}}


''Giustino (Santo e Martire)''. Cercò la verità nelle scuole di Zenone, d’Aristotele, di Pitagora e di Platone, {{Pg|342|t. II, p. 342.|sdII}} Sotto la sua dottrina, lo spirito sublime degli Oracoli ebraici sfuma in una fredda allegoria, {{Pg|350|tom. II, p. 350.|sdII}}
{{Sc|Mascezel}}, figlio di Nabello affricano, {{Pg|33|t. VI, p. 33.|sdVI}} Riporta una vittoria facile, completa e quasi senza effusione di sangue, {{Pg|36|t. VI, p. 36.|sdVI}} Accoglienza da lui avuta alla Corte di Milano, {{Pg|39|t. VI, p. 39.|sdVI}} Rimane infelicemente annegato, {{Pg|39|t. VI, p. ''ivi''.|sdVI}}


<p>{{Sc|Massenzio}}, figlio di Massimiano. Dichiarato Imperatore di Roma, {{Pg|184|t. II, p. 184.|sdII}} Rifiuta la perfida amicizia di Galerio, Imperatore d’Oriente, {{Pg|189|t. II, p. 189.|sdII}} Sua tirannide nell’Affrica e nell’Italia, {{Pg|199|t. II, p. 199.|sdII}} Guerra civile tra lui e Costantino, {{Pg|202|t. II, p. 202.|sdII}} Indulgenze e timori di Massenzio, {{Pg|211|t. II, p. 211.|sdII}} Sua morte, {{Pg|215|t. II, p. 215.|sdII}} {{AltraColonna|em=-1}}<noinclude>{{gap|.55em}}</noinclude>Distruzione della sua stirpe, {{Pg|216|t. II, p. 216.|sdII}} Persecuzione de’ Cristiani sotto questo principe, {{Pg|98|t. III, p. 98.|sdIII}}</p>
{{Sc|Glicerio}}, imperatore d’Occidente con Giulio Nipote, {{Pg|537|t. VI, p. 537.|sdVI}} Al diadema sostituisce la mitra, {{Pg|538|t. VI, p. 538.|sdVI}} Assassina Giulio Nipote, {{Pg|539|t. VI, p. 539.|sdVI}}


{{Sc|Massimiano}}. Associato all’Impero da Diocleziano, {{Pg|145|t. II, p. 145.|sdII}} Sua lunga assenza da Roma, {{Pg|146|t. II, p. 146.|sdII}} Sua residenza in Milano, {{Pg|147|t. II, p. 147.|sdII}} Circo, teatro, zecca, palazzo, bagni fondati in questa città da Massimiano, {{Pg|147|t. II, p. ''ivi''.|sdII}} Estingue il pericoloso spirito d’indipendenza, {{Pg|149|t. II, p. 149.|sdII}} Usurpa, se non gli attributi, i titoli della divinità, {{Pg|153|t. II, p. 153.|sdII}} Rinunzia di Massimiano alla imperiale dignità, contemporanea a quella di Diocleziano, {{Pg|161|t. II, p. 161.|sdII}} Suo feroce carattere, {{Pg|161|t. II, p. ''ivi''.|sdII}} Riveste la porpora, {{Pg|185|t. II, p. 185.|sdII}} Arruola un numeroso corpo di Mori per la sua guerra Affricana, {{Pg|186|t. II, p. 186.|sdII}} Conduce a Roma prigioniero Severo, {{Pg|187|t. II, p. 187.|sdII}} Dà sua figlia Fausta in moglie a Costantino, e gli conferisce il titolo d’Augusto, {{Pg|187|t. II, p. ''ivi''.|sdII}} Difende l’Italia invasa da Galerio, {{Pg|188|tom. II, p. 188.|sdII}} Massimiano si rifuggia nella Corte di suo genero Costantino, {{Pg|194|t. II, p. 194.|sdII}} Sparge artificiosamente rumore sulla morte di Costantino; occupando il suo trono, procura di svegliare una ribellione, {{Pg|194|t. II, p. ''ivi''.|sdII}} Segreta ma irrevocabil sentenza di morte contro di lui, {{Pg|197|t. II, p. 197.|sdII}} Stato de’ Cristiani sotto il
{{Sc|Gnostici}}, credevano che la religione giudaica non fosse punto istituita dalla sapienza divina, {{Pg|264|tom. II, p. 264.|sdII}} Non volevano sentir parlare del riposo della Divinità dopo l’opera de’ sei giorni, {{Pg|262|tom. II, p. 262.|sdII}} I

Versione delle 23:53, 9 mar 2024


DELLE MATERIE 411
causa della tolleranza, t. VII, p. 12. Scorre per la Gallia, distruggendo ed atterrando gl’idoli ed i templi, t. VII, p. 372.

Martino IV, Papa, t. XIII, p. 174.

Martino V, Papa. Sua elezione, t. XIII, p. 277. Suo governo, t. XIII, p. ivi.

Martiri e Martirio. Loro numero meno considerevole di quanto è stato esagerato, t. III, p. 48. Su quanto possa credersi intorno ai patimenti de’ martiri, t. III, p. 106. Loro numero, tom. III, p. 109. Culto dei martiri cristiani circa il quattrocento, t. V, p. 389. Riflessioni generali, t. V, p. 392. Martiri e reliquie favolose, t. V, p. 392.

Mascezel, figlio di Nabello affricano, t. VI, p. 33. Riporta una vittoria facile, completa e quasi senza effusione di sangue, t. VI, p. 36. Accoglienza da lui avuta alla Corte di Milano, t. VI, p. 39. Rimane infelicemente annegato, t. VI, p. ivi.

Massenzio, figlio di Massimiano. Dichiarato Imperatore di Roma, t. II, p. 184. Rifiuta la perfida amicizia di Galerio, Imperatore d’Oriente, t. II, p. 189. Sua tirannide nell’Affrica e nell’Italia, t. II, p. 199. Guerra civile tra lui e Costantino, t. II, p. 202. Indulgenze e timori di Massenzio, t. II, p. 211. Sua morte, t. II, p. 215.

Distruzione della sua stirpe, t. II, p. 216. Persecuzione de’ Cristiani sotto questo principe, t. III, p. 98.

Massimiano. Associato all’Impero da Diocleziano, t. II, p. 145. Sua lunga assenza da Roma, t. II, p. 146. Sua residenza in Milano, t. II, p. 147. Circo, teatro, zecca, palazzo, bagni fondati in questa città da Massimiano, t. II, p. ivi. Estingue il pericoloso spirito d’indipendenza, t. II, p. 149. Usurpa, se non gli attributi, i titoli della divinità, t. II, p. 153. Rinunzia di Massimiano alla imperiale dignità, contemporanea a quella di Diocleziano, t. II, p. 161. Suo feroce carattere, t. II, p. ivi. Riveste la porpora, t. II, p. 185. Arruola un numeroso corpo di Mori per la sua guerra Affricana, t. II, p. 186. Conduce a Roma prigioniero Severo, t. II, p. 187. Dà sua figlia Fausta in moglie a Costantino, e gli conferisce il titolo d’Augusto, t. II, p. ivi. Difende l’Italia invasa da Galerio, tom. II, p. 188. Massimiano si rifuggia nella Corte di suo genero Costantino, t. II, p. 194. Sparge artificiosamente rumore sulla morte di Costantino; occupando il suo trono, procura di svegliare una ribellione, t. II, p. ivi. Segreta ma irrevocabil sentenza di morte contro di lui, t. II, p. 197. Stato de’ Cristiani sotto il