Studi storici sul centro di Firenze/Il riordinamento ed il risanamento del Centro di Firenze
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IL RIORDINAMENTO ED IL RISANAMENTO
DEL CENTRO DI FIRENZE
Dai disegni dei vari progetti presentati al Comune in più tempi, e che si conservano nell’archivio municipale, può aversi un’idea dei diversi concetti che informarono gli studi dei rispettivi autori; e sarà agevole il poter far dei raffronti fra il progetto adottato, di cui si unisce la tavola, e quelli presentati, rilevando così quali hanno meglio corrisposto alle necessità dell’arte, della viabilità e della economia. Le quali cose sono state la guida unica che ha diretti i criteri del Comune nella scelta del progetto definitivo.
È indubitato che qualunque fosse stato il disegno approvato dal Consiglio Comunale, non avrebbe completamente soddisfatto nè coloro che volevano tutto conservare, nè gli altri che volevano tutto demolire per fare una cosa addirittura nuova di pianta, senza vincoli di sorta.
E bisogna tener conto appunto delle molteplici difficoltà che si incontrarono per l’attuazione di qualsiasi progetto di riordinamento, per la intricata disposizione delle vecchie strade, per le deplorevoli condizioni in cui la maggior parte degli edifizi si trovavano, e per la necessità di conservare almeno alcuni di quelli più importanti. Certo è doloroso, che in una città come Firenze, dove il culto delle memorie è stato sempre così vivo, debbasi sacrificare una quantità di edifizi, veri documenti parlanti della nostra storia; ma bisogna por mente alla differenza dei tempi in cui era mestieri costruire le città in guisa che potessero prestarsi alle difese e alle offese, in quei tempi di discordie e di civili battaglie.
Per ripararsi dai rigori delle stagioni e dai venti imperanti nella nostra pianura, eran consigliate le strade strette e tortuose, non essendo ciò di nessuno ostacolo alla circolazione poichè in allora l’unico mezzo di locomozione erano i cavalli che avevan facile adito anche in quelle modeste viuzze.
Ma ben diversi sono i bisogni della moderna civiltà. Oggi bisogna agevolare il transito delle carrozze degli omnibus e dei tranvai; oggi non bastano più le misere ed insalubri abitazioni, occorre spazio, aria, pulizia dappertutto.
Per corrispondere ai bisogni di una migliore viabilità, anche nei tempi andati troviamo nella nostra Firenze esempi di opere grandiose che hanno costato la demolizione di edifizi antichi e di importanza storica. Lo provino i ripetuti allargamenti della Piazza dei Signori, la fabbrica degli Uffizi, l’ampliamento della primitiva via de’ Calzaioli presso Or San Michele fatta nel XIV secolo, la Piazza di S. Firenze, ed altri che troppo lungo sarebbe l’enumerare.
Un’altra grave questione era da considerarsi: quella dell’igiene. Costruzioni addossate le une sulle altre, la mancanza d’aria necessaria, la fognatura scarsa e difettosa, impossibile anche ad essere riordinata, le condizioni del sottosuolo impregnato di sostanze organiche provenienti dagli smaltitoi che ammorbano l’aria con pericolo continuo della pubblica salute, ed infine la difficoltà di ridurre a privata abitazione moderna, palazzi e case che avevano in generale forme e disposizioni non più corrispondenti alle attuali necessità.
Ma di fronte a tutto questo vi era il dovere, anzi il sacrosanto dovere, in chi era preposto al riordinamento del centro di Firenze, di provvedere che rimanesse memoria di quanto si demolisce, si trasforma o si distrugge.
Allora la Giunta municipale deliberò di ricostituire la Commissione nominata fino dal 1866 aggiungendovi nuovi elementi, e che fu chiamata «Commissione storico-archeologica comunale.»
Questa Commissione fu composta dei Signori:
Artimini Prof. Cav. Antonino, Presidente. |
Incarico precipuo di questa Commissione è quello di fare le ricerche e gli studi necessari su tutto ciò che esiste negli stabili da espropriarsi, o che si scoprirà nelle demolizioni da eseguirsi per il riordinamento del Centro di Firenze, che si creda possa interessare l’Arte e la Storia della nostra città: di eseguire inoltre al R. Archivio di Stato le ricerche storiche per tutti gli stabili compresi in tale riordinamento, affinchè per ciascuno di essi si abbia la storia esatta della sua provenienza fino dal 1427 secondo il saggio che ne diamo in questo volume.
Facendosi poi omaggio alle disposizioni di legge che regolano la tutela delle opere d’arte, al diritto ed al dovere che il R. Governo, e le speciali autorità da esso nominate, hanno di vigilare su tutto quanto si riferisce alla conservazione del patrimonio artistico nazionale, il Municipio non poteva a meno di riconoscere la ragionevolezza e la convenienza di associarsi l’opera della Commissione provinciale per la conservazione dei monumenti e delle opere d’arte.
E questo anche dietro invito del Governo stesso, al quale stanno sommamente a cuore i lavori che si eseguiscono in una località dove, per comune opinione degli antichi eruditi, esistono le tracce della Firenze romana, e dove trovansi edifizi che hanno singolare importanza per la storia dell’arte.
D’altra parte poi la stessa Commissione conservatrice, per debito dell’ufficio suo, aveva determinato di rivolgere i suoi studi anche intorno a questo argomento nominando a tale uopo una Sottocommissione composta del Comm. Prof. Gaetano Milanesi, Comm. Prof. Luigi Del Moro e Cav. Guido Carocci R. Ispettore degli scavi e dei monumenti.
Tale Sottocommissione fu stimato opportuno dovesse essere associata alla Commissione storica comunale, perchè si avesse quella necessaria unità di criteri che in simili casi si richiede.
Tenendo presente poi, che anche la Società Colombaria aveva nominato una Commissione, la quale aveva domandato al Comune di poter fare per conto proprio, studi e ricerche durante i lavori di riordinamento del Centro, fu stabilito di aggregarsi la Commissione stessa composta dei signori: Bianchi Cav. Prof. Gaetano, Conti Prof. Cosimo, Minucci Del Rosso Paolo, Ristori Canonico Gio. Batta e Saltini Cav. Guglielmo Enrico, perchè essa pure coadiuvasse quella comunale e la Sottocommissione conservatrice dei monumenti.
La Commissione si mise subito all’opera: visitò gli stabili del Ghetto e della Via degli Speziali; e tutti gli altri stati espropriati, rilevando disegni e piante, tenendo conto delle tracce di antiche costruzioni, di decorazioni artistiche, ecc stabilendo ciò che era da conservarsi come degno di costituire una raccolta di memorie importanti, relative al centro di Firenze.
E per regolare meglio il servizio archeologico municipale, la Giunta nella sua adunanza del 23 Agosto p. p stabilì le norme necessarie nei termini seguenti:
1.° Lo studio, l’esame e la sorveglianza degli oggetti di antichità, dei frammenti d’importanza archeologica che esistono o si scoprono nei lavori di riordinamento del Centro della città, sono affidati, entro i limiti delle rispettive attribuzioni, alla Commissione Storico-Archeologica Municipale, all’Uffizio tecnico ed alla Polizia Municipale.
2.° La Commissione Storico-Archeologica è incaricata:
3.° L’Uffizio tecnico municipale per mezzo degl’impiegati preposti ai lavori del Centro, coadiuva la Commissione Archeologica nelle indagini, nelle operazioni di esplorazioni, nei rilievi, misurazioni, sorveglianza dei lavori ecc.
4.° L’Uffizio di Polizia Municipale, presta il necessario servizio di sorveglianza e procura che nessuno degli oggetti che possono avere una importanza storico-artistica, od archeologica, sia sottratto allo studio della Commissione, curando scrupolosamente l’osservanza dei regolamenti ministeriali e municipali, in quanto concerne la tutela e conservazione degli oggetti storico-artistici.
5.° Quando se ne presenti l’occasione, la Commissione Storico-Archeologica prenderà gli accordi opportuni colle Autorità Governative incaricate della tutela dei monumenti ed oggetti d’arte, per procedere di comune accordo nelle operazioni e nelle determinazioni che saranno ritenute opportune.
Quando vi sia ragione, si faranno pure disegni di alzati, spaccati, ecc. delle fabbriche più importanti e degli edifizi storici da demolirsi.
Antonino Artimini.